5 cose da fare nella città di Seul

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Seul non è una di quelle megalopoli che può essere visitata in fretta,soffermandosi magari solo sul suo aspetto estetico,sempre più spesso associato ai suoi alti e specchiati grattacieli o ai quartieri interamente destinati allo shopping. Un paio di giorni saranno appena sufficienti per vedere solo una piccolissima parte di questa città estesa e profondamente devota alla tecnologia. Nel caso la visita di Seul sia limitata ad un paio o addirittura un solo giorno ecco allora 5 cose da fare assolutamente in città:

  1. Seul è una città molto grande e le cose essenziali da visitare non sono poi tanto vicine le une alle altre quindi,in caso di tempi super ristretti, per vedere la città è bene prendere come ostello o hotel qualcosa che sia posizionato nei pressi della Seul Station in modo da essere comodi agli spostamenti in metropolitana. Partendo proprio dalla Seul Station consiglio di dirigersi subito verso la Namsan Tower alla quale si può arrivare prendendo una cable car che sale sulla Nam Mountain, una montagna sulla quale sorge questa torre di comunicazione,diventata il simbolo della città e che di sera s’illumina di una luce scintillante. Il percorso per salire sulla torre si può fare anche a piedi ma richiede almeno un’ora buona dalla base, situata più o meno vicino all’Hotel Millenium Seul Hilton ad una decina di minuti a piedi dalla stazione di Seul. La vista dalla cima della torre offre una panoramica a 360 gradi della città di Seul.
  2. Il palazzo storico più importante di Seul e forse di tutta la Corea del Sud è senza dubbio il Gyeongbokgung Palace una residenza reale molto estesa con all’interno un bellissimo giardino segreto. Il Palazzo è stato costruito sotto la dinastia Joseon ed è anche chiamato Palazzo della dinastia splendente per via dello spirito idealistico di chi lo ha fondato. Questa struttura molto grande fu costruita su di uno stagno ed inizialmente veniva utilizzata per riunire autorità istituzionali, in seguito fu utilizzato anche per la celebrazione di rituali che fossero di buon auspicio anche per il popolo come cerimonie per la pioggia durante i periodi di siccità. Il Palazzo Reale è uno dei luoghi più visitati della città di Seul e non è affatto raro vedere turisti di ogni nazionalità in visita alla struttura vestiti con gli abiti tipici della Corea del Sud, noleggiabili in molti negozi dei dintorni, un abbigliamento questo che, oltre ad essere molto carino, è un’ottima idea per immergersi nella tradizione locale e che permette anche di entrare gratuitamente nel Gyeongbokgung.
  3. Molto meno celebre del Gyeongbokgung e molto spesso ignorato dai visitatori è il Jongmyo Shirne, un santuario tra i più antichi della Corea del Sud inserito tra i beni Unesco, una vera chicca con pochissima gente,generalmente ci si arriva dal Gyeongbokgung in una decina di minuti a piedi attraversando Bukchon, uno dei quartieri più caratteristici di Seul dove all’interno delle tipiche case coreane, perfettamente ristrutturate, sono stati allestiti ostelli, piccole botteghe e ristoranti tipici. Il Jongmyo Shrine si trova precisamente in via Jong- ro 157 e se ci si reca verso l’ora del tramonto si ha la possibilità, non solo di visitare il piccolo santuario illuminato di una luce intensamente mistica ma anche di vedere la Namsan Tower dal piccolo e curato giardino che circonda il tempio, un’angolazione forse tra le più belle della città che si può avere sulla famosa torre.
  4. Psy la cantava con il suo Gangnam style ed oggi il celebre quartiere Gangnam di Seul è diventato tra i più importanti della città e non solo per il ritmo spassoso della canzone che in qualche modo ha raccontato la trasformazione di un quartiere di degrado ad uno dei più lussuosi agglomerati della città. A Gangnam si viene per fare shopping di lusso, per bere caffè nei bar lussuosi dei centri commerciali, ma anche per regalarsi un ritocchino estetico. Molte le star internazionali che volano a Seul per un’operazione chirurgica visto che la Corea del Sud è il primo centro di chirurgia estetica al mondo, non è raro incontrare per strada donne e uomini, avvolti in qualche bendaggio facciale appena usciti da una delle tante cliniche che caratterizzano la zona. In Corea del sud non sono consentite imperfezioni e si insegue disperatamente un modello di perfezione estetica.
  5. Ma se le food Court, come ad esempio quella della Seul Station, sono un tripudio di odori e sapori dove ci si affolla in qualsiasi orario del giorno per mangiare la cucina tipica della Corea del Sud, è nei mercati di Seul che si respira il vero spirito della tradizione culinaria locale, dove gustare tra un baracchino e l’altro, in piedi e magari con poco spazio per muoversi, uno degli street food più apprezzati dell’Asia. Il Namdaemun Market si trova poco distante dalla stazione dei treni di Seul e lo si raggiunge in poco tempo passando sul cavalcavia sopraelevato chiamato Seullo, che è diventato un’attrazione stessa della città, perché qui si ha la possibilità di passeggiare tra qualche pianta e qualche piccolo stand che periodicamente espone merce locale o che semplicemente diventa una postazione interattiva per i più piccini, insomma una sorta di parco elevato dove fare foto ai palazzi di Seul senza l’incubo delle automobili. Superato il cavalcavia si segue l’indicazione per il Namdaemun Markat e si arriva in pochi minuti, vi è anche un punto info dove reperire la cartina della città e del mercato stesso che a farlo in ogni sua traversa e fermandosi a curiosare tra i tantissimi negozi può richiedere ore. Qui non ci sono attese per ottenere un tavolo al ristorante ma di sicuro bisogna mettersi in fila per mangiare i Teokbokki, gli gnocchi di riso immersi nel sugo di pesce oppure per gli Hoddeok i favolosi pancakes con cannella e nocciole, una bomba. La cucina Coreana vede come protagonisti il pesce di ogni forma e varietà(alcuni tipi di pesce delle quali a volte si ignora l’esistenza in natura) e la carne, quindi forse poco adatta a chi come me è vegetariana ma anche golosa di dolci e qui non mancano di certo le dolcezze. Da non perdere il Sikhye una bevanda molto diffusa in Corea del Sud consumata prevalentemente in estate per via del suo potere rinfrescante, un beverone che a vederlo girare vorticosamente nei grossi boccioni in cui è contenuto sembra poco invitante ma che invece si rivela essere davvero gustoso, un liquido di colore beige ottenuto dalla fermentazione del riso, assolutamente analcolico ma perfetto per concludere una giornata a spasso della frenetica città di Seul.

Temple Stay-un’esperienza unica da vivere durante un viaggio in Corea del Sud

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Come sempre quando mi reco in Asia il mio desiderio di vivere emozioni intime e spirituali è sempre il fulcro che mi spinge quasi tutti gli anni(covid a parte)a ritornare in questa parte di mondo che amo immensamente e che ormai,da qualche anno,ha cambiato in me la prospettiva, diventando protagonista del quotidiano,grazie alla pratica di discipline olistiche che fondono le loro radici millenarie proprio nel continente asiatico.
Dopo diverse esperienze in yoga retreat,in ashram e altri centri finalizzati all’elevazione spirituale,ho deciso che durante il mio viaggio in Corea del Sud avrei dovuto assolutamente provare l’esperienza Temple Stay, un’occasione unica di venire a contatto con ciò che resta del buddismo coreano e le sue radici antichissime.
Probabilmente se ci si reca in Corea del Sud per ritrovare se stessi lo si deve fare proprio attraverso questo tipo di esperienze che permettono il distacco dal modo moderno e sopratutto dalla tecnologia dei telefonini o tablet che difficilmente fanno sollevare il capo ai coreani sempre così ostinatamente curvi sui loro aggeggi elettronici.
Il programma di Temple stay è disponibilie sia in Corea del Sud che in Giappone anche se in quest’ultimo stato non ho avuto la possibilità di provare. Devo dire che Temple stay è un’esperienza fantastica accessibile a chiunque sia veramente motivato a vivere un giorno o più giorni di stretta connessione con se stesso.
Temple stay si svolge presso centri o santuari buddisti su tutto il territorio della Corea del Sud ai quali si accede previa prenotazione e talvolta pagamento on line in anticipo,se si tratta dei centri più grossi come quelli di Seul. Il costo può variare dai 50 euro a persona per il programma giornaliero, che include qualche sezione di meditazione,il tè e la spiegazione oltre che la pratica di alcuni rituali di preghiera buddista.I relatori di questi programmi sono monaci molto pazienti e che parlano un ottimo inglese. Se invece si vuole vivere a pieno l’esperienza mistica dei santuari allora si deve optare per i soggiorni di più giorni che includono la routine completa dei monaci con la sveglia all’alba, le 108 prostrazioni(108 è un numero sacro non solo per i buddisti ma anche per gli induisti non a caso i mala, paragonabili ai nostri rosari, sono composti da 108 perline)i pranzi, le cene(ovviamente vegetariani)le meditazioni e diverse attività legate all’arte che possono essere la colorazione di alcuni mandala, la fabbricazione di lanterne in carta di riso e molto altro ancora, l’arte come è noto induce un profondo stato di benessere e distacco dalla realtà perlomeno tecnologica. A tal proposito è bene tener presente che in nessun santuario o centro di meditazione buddista è consentito l’utilizzo di telefononi o altri dispositivi elettronici che vanno tenuti spenti per tutta la durata del programma. Anche il vestiario deve essere consono al luogo, bisogna indossare una particolare divisa composta da pantalone e casacca che viene consegnata all’inizio del programma perfettamente lavata e igenizzata per poi essere riconsegnata alla fine. Per dormire si possono trovare soluzioni in dormitorio oppure in camere doppie con servizi privati o condivisi questo dipende dalla grandezza della struttura e quello che riesce a fornire,i prezzi comunque si attestano a partire dai 100 euro a persona con una notte di pernottamento, ovviamente il silenzio deve essere rigoroso durante tutto il programma ed in modo particolare durante la notte, i monaci sono giustamente molto severi in tal senso. Io ho sempre pensato che chi si rechi o effettui progrrammi simili sia motivato dal giusto sentimento, un sentimento forte, profondo radicato e non dalla smania di provare, come purtroppo vedo fare, solo perchè magari spinti dall’amico o amica e senza farsi alcuna domanda a riguardo. Se c’è una cosa che ho capito dopo qualche anno di viaggi in Asia e la frequentazione di luoghi di spirito in Italia stessa è che esiste un mucchio di gente che si riempie la bocca di paroloni come spirito, divino e molto altro ancora senza poi davvero fare un percorso interiore intimo e profondo, vivendo in assoluta contraddizione tra quello che dice e quello che fa. Quindi se si vuole entrare nel vivo del programma Temple Stay è bene farlo con la consapevolezza di lasciare il mondo fuori per uno o più giorni.


Vien da pensare che i migliori santuari o centri buddisti in Corea del Sud che partecipino al programma di Temple Stay siano arroccati su chissà quale montagna isolata, magari irragiungibile con qualsiasi bus o mezzo pubblico ed in effetti ne esistono molti su questa linea, luoghi dove per arrivarci è necessario organizzarsi con un transfer privato, però per fortuna esistono realtà raggiungibili facilmente partendo dai centri più grandi, a Seul per esempio ce ne sono alcuni ed in ho scelto il Jogyesa Temple in Ujeongguk- Ro 55, Jongno-Gu, un tempio molto bello immerso in un bel giardino verde considerato il più antico dell’ordine Jogye, raggiungere questo tempio è molto semplice visto che si trova a pochi passi dal Palazzo Reale, il programma di questo tempio si chiama free style ed è disponibile per una o più notti, include sempre le attività di preghiera,i dialoghi con i monaci durante il tè, la fabbricazione di fiori di lotus in carta secondo la tradizione, i pasti vegetariani a base generalmente di riso e zuppa di verdure(buonissimi) e del tempo libero, ovviamente da trascorrere passegiando nel giardino e comunque rispettando la quiete. In questa struttura le camere possono essere condivise solo in caso di persone dello stesso nucleo famigliare e sono dotate di bagno privato, in caso contrario la zona notte è separata tra maschi e donne.
Oltre a questo Jogyesa Temple ho provato un programma simile in un altro tempio coreano ovvero il Yakchunsa Temple in 1165 Daepo-dong Seogwipo-si sull’isola coreana di Jeju, alla quale ci si arriva con poco più di un’ora di volo partendo dall’aeroporto Gimpo di Seul. In questo caso il tempio si trova immerso nella natura e per raggiungerlo ci siamo organizzati con un trasporto privato, però in questo posto la magia della natura circostante fa da pardrona e nonostante io ci sia stata in pieno inverno le passeggiate intorno ad esso sono meravigliose, come del resto è l’intera isola di Jeju.

Dal palazzo reale di Gyeongbokgung al tempio di Jongmyo, due luoghi imperdibili della città di Seul

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Seul ha fatto un passo avanti talmente grande da aver in qualche modo dimenticato le sue radici più profonde che rimandano alla storia antica del paese. Ma se la sagoma della città è ormai ben definita dagli alti grattacieli, che spuntano come fiori in ogni angolo, esistono ancora dei posti che richiamano al passato, come il palazzo reale di Gyeongbokgung, costruito e ricostruito più volte sotto la dinastia Joseon.
Gyeongbokgung è sicuramente il sito storico più visitato di tutta la città di Seul, si arriva comodamente in metro prendendo la linea 3. Si può scendere sia alla fermata Anguk, dalla quale il palazzo dista circa 5 minuti a piedi o a quella di Jongno distante una decina di minuti se si percorre Donhwamun Street sulla quale sorgono diversi negozi.


Il biglietto d’ingresso per il palazzo reale di Gyeongbokgung ha un costo di 3000 Won che diventano 8000 se si vuole visitare anche il giardino segreto. Se invece si arriva al palazzo reale vestiti con l’abito tipico, il cosiddetto hanbok, noleggiabile in molti negozi intorno alla zona, l’ingresso è gratuito, quest’agevolazione non vale durante le aperture serali nel periodo estivo o per eventi speciali. Ad ogni modo preparatevi a trovare parecchia folla in visita al palazzo perché, come succede in molti siti super turistici, arrivano continuamente gruppi in visita che a volte non consentono una visita in tranquillità come invece accade nel piccolo ma assolutamente delizioso ed imperdibile, Jongmyo Shirne, un santuario tra i più antichi e autentici di tutta la Corea del sud inserito tra i beni Unesco, una perla trovata praticamente per caso seguendo un simbolo sacro indicato sulla mia mappa cartacea della città di Seul.
Il Jongmyo Shirne si trova in Jong-ro 157 ed arrivarci direttamente a piedi dal palazzo reale richiederà al massimo una ventina di minuti, passando tra le caratteristiche viuzze che costituiscono il quartiere Bukchon dove si trovano le antiche case coreane nelle quali spesso sono allestite piccole botteghe di artigianato e ostelli.
Il biglietto d’ingresso per il santuario Jongmyo costa solo 1000 Won e non nascondo di averlo visitato più volte durante la mia permanenza nella città, consacrandolo il mio posto del cuore a Seul. Questo è un luogo sacro per il confucianesimo, il giardino che lo circonda è molto curato ospita un piccolo laghetto che in inverno è completamente ghiacciato e dal quale si gode una vista molto suggestiva sulla Seul Tower, il simbolo futuristico della città che piano piano sta rubando la scena a quella che è stata per anni una città legata alle tradizioni e che oggi sembra sempre più distante da esse, propensa più che mai ad affermarsi come potenza economica.

Namsan Tower il simbolo indiscusso della città di Seoul

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Il simbolo della città di Seoul è sicuramente la sua torre,la Seoul Tower o Namsan Tower. Alta 236 metri e posta a 245 metri sul livello del mare, in posizione privilegiata rispetto al resto della città, la Seoul Tower merita quindi una visita, non fosse altro per il meraviglioso ed immenso panorama che si gode una volta arrivati al cospetto della torre.


La mia visita alla Seoul Tower fu lasciata al mio ultimo giorno di pemanenza in città,in attesa del mio volo di rientro in Italia a notte inoltrata, una giornata memorabile che ha lasciato un bellissimo ricordo di Seoul, nonostante la città non occupi per me i primi posti tra quelle città asiatiche che più amo.
Il nostro hotel a Seoul era distante dalla Seoul Station circa una decina di minuti a piedi, quindi molto favorevole per gli spostamenti sia a piedi che in metro.Lasciati gli zaini in uno dei tanti armadietti custoditi che si trovano sul piano principale della stazione, il cui costo per una giornata varia dai 400 agli 800 Won, poco meno di un euro,bisogna decidere quale sia l’uscita giusta da prendere per intraprendere il percorso giusto verso la Seoul Tower.

La stazione dei Treni di Seoul è molto grande,più simile ad un grande centro commerciale,nel quale non è subito facile orientarsi qui si possono trovare negozi di ogni genere, ristoranti e tutte le linee ferroviarie utili per spostarsi sul territorio coreano.
Dall’uscita numero uno ci si ritrova al cospetto di grandi grattacieli e per incamminarsi verso la Seoul Tower bisogna prendere come riferimento il Millenium Seul Hilton che si trova in via Sowol -ro numero 50, distante una decina di minuti a piedi dalla stazione. Giunti davanti al grande hotel a 5 stelle basta attraversare la strada per trovare le indicazioni per la Nam Mountain un monte alto 260 metri sulla quale si erge la torre. Oltre alle indicazioni per la montagna si trova anche quella per l’ingresso alla cable car con la quale si raggiunge la meta in pochi minuti, il costo del biglietto di sola andata è di 7000 Won, circa 5 euro.
Noi abbiamo scelto di raggiungere la Seoul Tower a piedi seguendo il sentiero immerso nel verde che offre la possibilità di gustarsi il panorama un po’ alla volta grazie alla presenza di piccole terrazze panoramiche. Va specificato che la salita è un pochino faticosa se non siete abituati e richiede fino ad un’ora di tempo se si vogliono fare anche un sacco di foto bellissime, mentre con la funivia ci vogliono dieci minuti, si può comunque optare di fare solo il percorso di discesa a piedi o viceversa.
Poco prima di arrivare in cima si trova il Jamdubong Island Photo dove si può ammirare forse la visuale migliore su tutta la città di Seoul è tutta la sua pazzesca estensione della quale ci si rende ben conto solo una volta arrivati in cima. Per accedere alla Tower è necessario un biglietto d’ingresso che si aggira intorno agli 8 euro. La torre offre la possibilità di accedervi sia di giorno che di notte e di pranzare o cenare nei ristoranti incorporati alla struttura che sono diventati un must per molti visitatori che ogni giorno dell’anno affollano l’emblema più futuristico della città di Seoul.

Namdaemun Market- tappa imperdibile di Seul

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Che in Asia i mercati siano una parte integrante del viaggio è risaputo, che si finisce con l’ingrassare almeno qualche chilo è altrettanto scontato, almeno se siete appassionati di street food perché i colori e gli odori soprattutto, non potranno che farvi cadere nella trappola del:- “oh Santo Cielo, voglio assaggiare tutto


Nonostante io sia vegetariana, parecchio attenta a ciò che metto sotto i denti, quando mi ritrovo a spasso in uno di quei mercatini asiatici che tanto amo non sempre sono così brava a resistere.

Seul non fa differenza da molte altre megalopoli dell’Asia e qui tra una grattacielo e l’altro, tra un monumento da vedere e l’altro, si aprono vicoli e vicoli dedicati alla gente che compra, mangia e fa le file. Già proprio così, fa le file, perché se è vero che a Seul siano in molti i baracchini che preparano all’istante i Tteokbokki, gnocchi di riso spesso immersi in un sugo di pesce, gli Hoddeok, deliziosi pancakes con cannella e nocciole all’interno, e molto altro ancora, ci sono dei venditori ambulanti che hanno la fama di essere i migliori e qui ci si deve mettere in fila e attendere anche a lungo, prima di essere serviti ma il gusto è assicurato e ripaga di ogni fremente attesa.
I mercati di Seul sono davvero tanti, alcuni anche per nulla frequentati turisticamente ma altrettanto interessanti, però diciamo che se dovessimo fare una classifica anche in base alla comodità della posizione il Namdaemun Market sarebbe all’apice.
Il Namdaemun Market si raggiunge in assoluta comodità anche a piedi se ci si trova nei pressi della stazione centrale di Seul, quindi ideale da visitare anche se si ha poco tempo in città, uscendo dalla Exit numero uno basta seguire le indicazioni per Seoullo, un grande parco futuristico costruito sopra un cavalcavia poco distante dalla stazione.
A piedi per arrivare al Namdaemun Market ci vorranno meno di dieci minuti e utilizzando proprio la passeggiata attraverso il Seoullo si avrà la possibilità di evitare gli attraversamenti agli incroci che sono comunque molto grandi e congestionati, l’aria che si respira è sempre la stessa ma almeno si avrà la libertà di fermarsi a fare foto ai tanti grattacieli della zona.
La cosa più bella dei mercati è il poter osservare la vita normale degli abitanti che fanno la spesa, chiacchierano e soprattutto bevono e mangiano come se il tempo non fosse passato mai e il mondo moderno con i suoi enormi aggeggi tecnologici sia indietro anni luce, qui serve solo un piccolo banchetto, una bombola del gas, una bella piastra per cuocere o una enorme padella per friggere.
Elencare tutto quello che si può mangiare a Namdaemun Market è quasi impossibile e a volte incomprensibile, visto che in pochi parlano inglese eccetto gli ambulanti più famosi ed abituati ai turisti che comunque sono tanti, quindi non resta altro che farsi inspirare dall’aspetto e spendere un euro o poco più per mangiare qualcosa che ci stuzzica la vista.

Nel mio caso ho la fortuna di avere una cavia al mio fianco sempre pronta a testare prima di me, almeno in quei casi in cui ho il dubbio di trovare come intruso della pietanza carne o pesce, eventualità non del tutto remota in Corea del Sud, dove il gran numero dei piatti è a base di questi due elementi.
Per fortuna però la mia inesauribile voglia di scoperta mi porta a documentarmi molto tempo prima su cosa potrei mangiare in un paese e seppur non sempre io trovi le risposte ai mie interrogativi, questo studio mi spinge quantomeno ad andare dritta verso ciò che apparentemente mi piacerebbe bere o mangiare, come è accaduto per il Sikhye una bevanda nazionale molto diffusa in Corea del Sud che però faticato non poco a trovare, probabilmente perché non è molto consumata in inverno, periodo nel quale sono stata in Corea del Sud. Il Sikhye è una bevanda simile ad un punch preparata con malto d’orzo e riso cotto che vengono fatti cuocere insieme fino a quando non diventano dolci. La bevanda va bevuta fredda e soprattutto in estate ha un forte potere rinfrescante, inoltre ad essa vengono associate proprietà digestive.
Il Namdaemun Market come del resto tutti i mercati di Seul hanno bisogno di molto tempo per essere visti in ogni suo vicolo all’ingresso vi è anche un punto d’informazioni turistiche dove si possono reperire anche le mappe della città e del mercato stesso, un tempo di permanenza quindi che può diventare assai lungo se siete golosi e curiosi, dopo tutto non può dirsi conosciuto un paese o una città senza un salto al suo mercato.

https://studio.youtuhttps://studio.youtube.com/video/rHgDo2gLJpk/editbe.com/video/rHgDo2gLJpk/edit

Volare a Seul per ricorrere alla chirurgia estetica nelle migliori cliniche del mondo

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Seul è una di quelle mega città che tanto sono famigliari al Sud est asiatico, vere e proprie piccole forze economiche in espansione che sempre più spesso diventano l’hub di molti cittadini del mondo impegnati in imprese economiche. Seul nonostante sia una bella città ha perso quel fascino unico del passato e si presenta come un’immenso e labirinto carico zeppo di tecnologia, lussi e stravaganze di ogni genere. A Seul si può giungere con una faccia e trasformarsi in una pin-up dei tempi moderni, con nuova labbra, seno abbondante e sedere all’insù. La Corea del Sud ed in particolare Seul, è la patria indiscussa della bellezza, le ragazze sono bellissime, curate nel viso quasi da sembrare imperfette, nessuna ruga, nessuna imperfezione e soprattutto mai un capello fuori posto. Nella città di Seul ci sono piani e piani di centri commerciali dedicati alla bellezza dove trovare maschere viso e ogni altro tipo di cosmesi finalizzato a rendere,non solo le donne ma anche gli uomini, piacenti a tutti i costi.


La blefaroplastica, detta anche correzione delle palpebre, è un’operazione che serve a dare all’occhio asiatico un aspetto più occidentale facendo apparire più grande lo sguardo. Una pratica questa che ha sollevato parecchie polemiche e che ancora continua a far discutere, responsabile di far perdere le connotazioni principali della popolazione.

Il quartiere più “estetico” di Seul è sicuramente Gangnam un quartiere reso celebre grazie al cantante coreano Psy. Gangnam è diventato negli anni la zona più lussuosa di Seul e non solo per la presenza di grandi firme internazionali ma anche perché questo è il quartier generale dell’estetica, con ben 500 centri estetici che offrono restyling di ogni genere e pacchetti completi anche con servizio di pick up dall’aeroporto. Riuscita garantita, convalescenza in ambienti confortevoli e una super e rapida guarigione, hanno spinto molte star internazionali a volare a Seul con l’obbiettivo “ritocchino perfetto”. Non è strano per una città come Seul vedere donne o anche uomini che non si vergognano a sfoggiare bendaggi di ogni tipo a testimonianza dell’ avvenuta riparazione estetica, pare che proprio in Corea lavorino i migliori chirurghi estetici del mondo.


Seul quindi è sicuramente un luogo adatto per chi è appassionato di cura personale e soprattutto vuole fare incetta di maschere di bellezza da riportare a casa, si vendono ovunque in confezioni da dieci e multipli e non è un caso che siano proprio i turisti a fare enormi scorte di questi elisir di bellezza. Unica attenzione alla quale prestare attenzione è la composizione degli ingredienti e soprattutto se siete soggetti dalla pelle sensibile, meglio preferire le maschere completamente vegane come quella al tofu, una vera meraviglia levigante, con risultati già con una sola applicazione. Un problema potrebbe essere la lettura delle etichette completamente in coreano per alcuni prodotti, in questi casi è meglio affidarsi ai prodotti con istruzioni e dettagli anche in inglese o ai commessi dei centri commerciali più forniti che generalmente parlano inglese o utilizzano un traduttore elettronico per comunicare, dopotutto siamo in Corea e la tecnologia va al passa anche con l’estetica.

5 MOTIVI PER VISITARE LA COREA DEL SUD

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La frase l’italia è bella e c’è di tutto da visitare mi suona sempre molto retorica ed anzi i discorsi è meglio questo o quello mi hanno sempre innervosito, io viaggio perché voglio conoscere il globo, le sue diversità e la sua gente e se per farlo devo farmi migliaia di ore di volo o pochi chilometri a piedi poco importa non si può trasformare il viaggio in una gara o ancor peggio una sfida tra contendenti a suon di  “sono meglio io di te“.
Inizio questo racconto con una,spero, non troppo noiosa premessa perché voglio iniziare a parlare della Corea del Sud un paese su cui molti hanno pregiudizi e che forse adesso in tempo di coronavirus, non viene proprio voglia di visitarlo, visti i numeri esorbitanti che l’anno colpito, siano essi veritieri o meno,come peraltro, tutti quelli del resto del pianeta.
Sono tornata dal mio viaggio in Corea appena qualche giorno prima dallo scoppio dilagante dell’epidemia nel paese e ripensandoci oggi mi ritengo molto fortunata a non aver trovato difficoltà nel rientro in Italia.
I motivi per i quali qualcuno dovrebbe scegliere di visitare la Corea del sud sono diversi e proverò ad elencarli in qualche maniera facendo ancora un ulteriore e questa volta molto coincisa premessa,ovvero: la Corea non è stato il paese asiatico che più ho amato ma ogni cosa è assolutamente oggettiva e i parametri di giudizio di una persona sono sempre differenti, quindi proverò ad essere il più oggettiva possibile spingendo comunque chiunque ne abbia desiderio,a visitare la Corea del sud:
1. La Corea del sud è un eldorado per gli amanti del barbeque,qui gli amanti della carne troveranno piena soddisfazione per il palato, infatti buona parte dei ristoranti propongono solo menù carnivoro e la cosa innovativa e che quando ti siedi al tavolo del ristorante trovi già una piastra al centro sulla quale puoi cuocere tutta la carne che desideri mangiare, in alcuni ristoranti più sofisticati c’è addirittura un cameriere che ti prepara le pietanze direttamente al tavolo e le cifre che si spendono non sono poi così folli,con un massimo di 30 euro a persona si può mangiare carne cotta al momento. unico grosso inconveniente è che se siete vegetariani la vostra cena sarà a base di aria o di sola compagnia perché in alcuni posti non si trova una ciotola di riso neppure a pagarla.
2. La Corea del Sud è il posto ideale se siete amanti della tecnologia, qui ci sono immensi negozi che vendono ogni tipo di diavoleria tecno,dai telefonini ultima moda alle macchine fotografiche che sembrano astronavi pronti a prendere il volo tanto è grande e sofisticato l’obbiettivo. In alcuni negozi ci sono commessi disponibili ad aiutarti in ogni singola corsia alcuni addirittura con traduttore alla mano per aiutare anche gli stranieri, questo sopratutto nella città di Seul.
3. Una delle esperienze che mi ha spinto a visitare la Corea è stata la possibilità di vivere l’esperienza di Temple Stay ovvero uno o più giorni all’interno di un tempio coreano per vivere il buddismo, la religione nazionale in Corea del Sud. Ci sono meravigliosi templi coreani sparsi in tutta la Corea del Sud e sull’isola di Jeju,alcuni di essi come accade a Seul,facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici senza necessità di allontanarsi di molto dalla civiltà ma trovando ugualmente il silenzio ed il misticismo di questa religione antica. Il sito al quale fare riferimento è https://eng.templestay.com qui si può addirittura prenotare e pagare on line la permanenza di un giorno singolo o di più giorni, scelta consigliata se si vuole vivere a pieno l’esperienza, i costi partono dai 70 euro a notte si dorme in camere comuni divise per sesso e si seguono i ritmi dei monaci che si alzano presto e vanno a dormire altrettanto presto,dedicando buona parte del giorno a meditazione, yoga e momenti di confronto tra i monaci e i partecipanti stessi.
4. Non molti sanno che la Corea del sud è la patria mondiale della bellezza, i maggiori produttori di maschere di bellezza e cosmetici hanno sede proprio qui, ci sono una miriade di negozi specializzati solo nella vendita di maschere per il viso per tutti i gusti e per tutte le tasche con un’ampia scelta anche di prodotti vegani, inoltre i prezzi sono molto vantaggiosi ed il risultato post trattamento è visibile subito,fin dalla prima applicazione. Le coreane sono fissate per il make up e per i ritocchi estetici a giudicare anche dal numero spropositato di cliniche che effettuano interventi di chirurgia estetica, ci sono molte persone che arrivano in Corea del Sud con una faccia e vanno via con un altro aspetto, ma a parte gli eccessi,le coreane sono di fatto davvero bellissime.
5. Ultimo ma non meno importante è la distanza della Corea del Sud con il Giappone una terra straordinaria da visitare assolutamente, la sua vicinanze geografica consente di trovare tariffe aeree davvero vantaggiose tra città come Seul,Busan o addirittura Jeju city sull’isola di Jeju direttamente con Osaka, Tokyo o città minori del Giappone. I prezzi possono partire anche dai 50 euro a tratta per salire ad un massimo di 150 in alta stagione con incluso bagaglio, in meno di due ore di volo si ha la possibilità di immergersi nel paese del sol levante, due destinazioni in un unico viaggio per sentirsi veramente in un altro mondo.