La mia alba a Puerto de la Cruz

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Che le isole Canarie abbiano colpito il nostro cuore è evidente a tutti ma proprio a tutti , Leo poi, il mio compagno di viaggio e di vita, sognava di viverci per lunghi periodi. Lo scorso Natale nonostante la malattia era già piombata nella nostra vita siamo riusciti a vivere un Natale pieno di emozione e quest’emozione ci è stata data dalla natura custodita a Tenerife ed in particolare a Puerto de la Cruz.

Puerto de la Cruz è una cittadina a nord dell’isola di Tenerife, qui la costa è frastagliata, le scogliere immense, il mare di blu cobalto e alle spalle il Teide a fare da contorno. Noi abbiamo alloggiato nella zona più alta di Puerto de la Cruz dove si possono guardare le onde del mare che si infrangono sulla spiaggia nera e alle spalle il vulcano che, per lo scorso Natale si è imbiancato di neve, il bello di scegliere quest’isola dove si va in spiaggia 12 mesi all’anno e se il meteo volge al peggio anche a fare pupazzi di neve sul Teide.

Ovviamente il momento dello yoga è favoloso qui, con uno sguardo al mare e uno alla montagna, lo consiglio a chiunque come consiglio di alloggiare nella zona più alta della città intanto perché si possono trovare appartamenti o anche hotel a costi contenuti ma anche per il contatto diretto con la natura o meglio con ciò che gli occhi possono ammirare e se solo vi fermerete a guardare questo spettacolo nella tranquillità del giorno che sta per nascere ed anche solo questo sarà yoga.

COSA FARE SE UN VIAGGIO SALTA

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HARI OM anime di luce!

Ok vi starete chiedendo come mai saluto in questa maniera e soprattutto perché. Iniziamo con il rispondere al perché: vi ricordate il mio articolo in cui raccontavo della mia inversione di marcia? Intendo dire nella stesura del mio amato blog, cioè del voler parlare sempre di viaggi ma non nella maniera canonica raccontandovi quindi anche del mio viaggio più importante ovvero quello con la spiritualità e lo yoga quindi oggi ho deciso di salutarvi in maniera speciale perché, nella tradizione vedica, Hari rappresenta la realtà manifesta mentre OM quella immanifesta quindi, per farvela breve, quando vi saluto così io rendo omaggio non solo a ciò che vedo con i mie sensi ma anche quella scintilla divina che è in ognuno di voi e si anche in te che magari in questo momento stai imprecando contro di me perché ancora una volta sto andando fuori tema.

Ci eravamo lasciati con l’annuncio del mio tanto sognato ritorno alla fonte,cioè in India, il posto dove sono certa un giorno potremo vivere in pace,intendo dire io e Leo, il mio compagno. Ma allora cosa è successo! Bhe l’inconveniente è proprio grosso e riguarda la salute per il momento non mia, intendo dire che la mia salute mentale potrebbe cedere di sicuro ma quella della luce più illuminante della mia vita colui che è stato davvero il mio primo maestro di vita, i più arguti avranno capito, per gli altri basta solo sapere che il viaggio è saltato per un motivo assai grave.

Ora la gente ti dirà è solo rimandato, lo sento lo rifarete e bla bla bla ma la verità è che nonostante tutto lo yoga e il miglioramento che posso aver fatto in me questa cosa brucia in petto come un fuoco ardente perché questa umanità becera fatta di risentimento e pensieri negativi è ancora insita in me e nonostante tutto,l’equanimità, alla quale noi yogi e yogini aspiriamo, è lontana da raggiungere anche se si possono fare passi da giganti. Però c’è un però e si chiama forza di rialzarsi da soli e con la connessione profonda a quel sé superiore che aleggia sopra la mia testa e che sento, sento fortissimo e che mi aiuta a pensare che tutto passa anche il male più soffocante.

Quindi per ora niente India, gli zaini restano pronti come fermi con la marcia inserita speriamo prestissimo e se lì non sarà speriamo di ritrovarci in un surrogato che al momento risulta essere per noi la Spagna.

Tecnicamente vi dico che le assicurazioni di viaggio,anche quelle migliori,non pagano se uno dei viaggiatori ha un male pregresso nonostante poco prima della partenza non è mai stato meglio quindi a meno che non vi affidate ad assicurazioni specifiche che da sole costano quanto un quarto del viaggio, preparatevi a perdere i soldi a meno che non ci sia un miracolo e nel nostro caso ci è stato,almeno in parte,ovvero la compagnia Turkish Airlines con la quale avremmo dovuto volare in India,ha modificato il nostro piano voli, peccato che nessuno ci aveva notificato il cambio e che lo scopro solo facendo una delle tante telefonate per procedere a quella farsa e ridicola procedura per avere un risarcimento dall’assicurazione di viaggio che al primo colloquio sembrava ben disposta ma questo l’ho già spiegato. La Turchia in quei giorni fu colpita da un terremoto tremendo e da un ondata di mal tempo che probabilmente hanno inceppato qualche sistema di comunicazione.

Morale: per una specie di miracolo ho recuperato i soldi del volo e il centro ayurvedico al quale avevo corrisposto un acconto mi aspetta appena possibile. Pensate che questo ci scoraggi?No mai e non permettetelo a nessuno, ricordate la vita è una e semmai qualcuno cercherà di farvi sentire inadatto, se qualcuno anche autorevole e con la scienza in tasca vi dirà,viaggiare no,viaggiare si. mandatelo gentilmente a c….. e proseguite la vostra vita perché finché avrete respiro sarete vivi come non mai. Vi amo tutti alla prossima e Hari Om Tat Sat

GROTTAMMARE IL BORGO INCASATO

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A solo un’ora di treno dalla città di Ancona si trova un piccolo borgo, praticamente incastrato su una montagna, il cui nome è Grottammare e dal quale sono sempre stata attratta da quando percorrevo in macchina l’autostrada A14 da Bologna in direzione Puglia, mia terra d’origine. Poi con il tempo la mia profonda avversione per le automobili mi ha sempre fatto preferire i viaggi in treno e tutte le volte che il treno sfrecciava lungo i binari, all’altezza proprio di Grottammare, mi veniva in mente che ancora non avevo avuto la possibilità di visitare quel piccolo borgo in altura che nel frattempo era anche stato inserito nella lista di quelli più belli d’Italia. Premetto che con gli anni la mia passione per i borghi, di cui l’Italia insieme alla Francia detiene il primato in Europa e forse nel mondo, è diventata sempre più forte tanto da farmi destinare interi fine settimana o anche più giorni alla loro scoperta. Così anche a causa della pandemia ho ripreso in mano vecchi progetti incompiuti tra i quali anche quello di andare alla scoperta di Grottammare.
Grottammare si divide in due zone ben distinte, la prima quella alla quale si arriva velocemente dalla stazione dei treni, la cosiddetta Grottammare bassa, affacciata sul Mar Adriatico che mostra tutti i connotati di una perfetta località di villeggiatura. Lunga spiaggia di sabbia, un mare pulito che degrada dolcemente, una piccola zona pedonale e un bel lungo mare con hotel e ristoranti, insomma un posto perfetto per le famiglie che cercano una spiaggia ideale per la balneazione dei piccini e qualche locale per mangiare e rilassarsi. La seconda zona di Grottammare ed anche il motivo che mi ha spinto qui, è Grottammare alta meglio conosciuto come il Vecchio Incasato, ovvero la parte storica di Grottammare, quella grazie alla quale si è aggiudicato l’inserimento nella lista dei borghi più belli d’Italia.
Seguendo le indicazioni per il borgo storico si arriva agli inizi di via Sant’Agostino attraverso la quale si va in cima. Il primo edificio lungo la via che richiama la nostra attenzione è Villa Azzolino questa struttura fu costruita come luogo di riposo e di ozi letterari risalente al XVII secolo è uno degli edifici piceni ad aver conservato il suo aspetto originario. La villa era circondata da un grande giardino e da due depandances, una delle quali veniva spesso utilizzata per ospitare lo scultore della zona Pericle Fazzini. La villa è stata la sede delle riunioni dell’Accademia degli Arcadi del Tesino fondata dallo stesso cardinale Decio Azzolino che aveva edificato la villa, secondo la cronaca furono molti i personaggi illustri che avevano alloggiato nella villa come Cristina di Svezia e Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone.
Altro punto meritevole di sosta prima di arrivare alla sommità del colle dove si trova il cuore storico di Grottammare, è consigliabile fare una sosta nella piccola chiesa di Sant’ Agostino risalente al XVI secolo. La chiesa fu fatta costruire dai padri agostiniani e conclusa nel 1517. La facciata della chiesa ha il tetto a spioventi e l’abside si trova all’esterno, accanto ad esso si trova il campanile mozzato. Il suo interno è composto da una navata unica e sull’altare maggiore si trovano due dipinti interessanti uno raffigurante una Pietà, l’altro le Anime Purganti.
Quando si raggiunge la cima di Grottammare ci si ritrova sulla bella Piazza Peretti circondata da case e palazzi interamente costruiti in sasso, tra i quali spicca la chiesa di San Giovanni e il Teatro dell’Arancio, quest’ultimo fa parte dei 73 teatri storici delle Marche di cui 16 solo nella provincia di Ascoli Piceno, in questa zona i teatri venivano costruiti da famiglie illustri con la partecipazione di enti istituzionali. Il Teatro dell’arancio fu costruito sulla base di un edificio più antico e del quale furono conservate le sei arcate su bassi rilievi dalle quale oggi si può ammirare il bellissimo panorama sottostante su tutto il litorale adriatico, uno degli scorci di Grottammare antica più famosi ed anche più fotografati dai visitatori che arrivano prevalentemente durante il periodo storico e durante il fine settimana quando in molti approfittano per fare un pranzo o un semplice aperitivo presso i piccoli locali che animano il centro e che allestiscono i tavolini all’esterno. Non sono tanti i locali a Grottammare alta ma per fortuna ben inseriti nel contesto storico talvolta più suggestivi che allettanti dal punto di vista culinario, in Piazza Peretti ad esempio ci sono un paio di piccole osterie che propongono un bicchiere di vino o bevanda con un tagliere di formaggi e salumi al costo di 15 euro, quei posti forse un pò troppo legati all’atmosfera e alla richiesta turistica dai quali quasi sempre decidiamo di fuggire. Per concludere il giro di Grottammare Alta ci si può inoltrare tra i piccoli vicoli della zona dove ancora vivono diversi anziani che spesso si siedono fuori dalle loro abitazione e che sono sempre ben disposti a sorridere e scambiare qualche parola con i forestieri. La parte più alta di questo borgo è quella dove un tempo sorgeva il Castello e di cui ancora oggi si possono vedere i resti ed è proprio scarpinando fino alla cima che mi affaccio proprio sul punto preciso sotto al quale passa l’autostrada, quello che per tante volte mi aveva fatto desiderare di visitare questo grazioso paesino.
Alloggiare a Grottammare in primavera o nel periodo estivo è ideale anche solo per qualche giorno soprattutto per chi vuole godersi la tranquillità e fare lunghe passeggiate sulla spiaggia che è affiancata ad una bellissima pista ciclabile che la collega sia con Cupra Marittima che con la famosa San Benedetto del Tronto. Gli hotel di Grottammare sono distribuiti prevalentemente lungo la costa anche se si possono trovare graziose sistemazioni anche nella parte antica, scelta che però sconsiglio visto l’esiguo numero di ristoranti presenti e per evitare tutte le volte di fare su e giù per la salita che permette l’accesso alla parte alta. La zona mare è ben fornita di supermercati e negozi indispensabili durante una vacanza, si possono eventualmente scegliere hotel che offrono un servizio di pasti inclusi come l’hotel Perla Preziosa in via Mediterraneo dove abbiamo alloggiato per 50 euro in un’ampia camera doppia con balcone vista mare con inclusa colazione, in alternativa si può anche optare per la mezza pensione o addirittura per il tutto incluso.
La gastronomia marchigiana si vanta anch’essa come il resto d’Italia di piatti molto famosi a base di fritti, tra cui le celebri olive ascolane e molto altro ancora, il nostro posto del cuore durante la permanenza a Grottammare è stato il ristorante Focolare in via Bernini 29, distante meno di dieci minuti dalla zona di mare, quella più turistica, frequentato prevalentemente da gente del posto o lavoratori che a mezzogiorno si fermano per mangiare i piatti più classici della tradizione, particolarmente indicato anche per chi è vegetariano come me, ottimo l’antipasto a base di verdure a base di verdure cotte e fritte accompagnate con pane casereccio, di buona qualità anche la pizza e i prezzi davvero convenienti per gustare una cucina che forse non ha una cornice affascinante come quella che si trova in Grottammare Alta ma che ha tanto della genuinità della tradizione locale.

TIMISOARA UNA PERLA RUMENA

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La mia prima volta in Romania fu per visitare la capitale Bucarest e devo ammettere che a distanza di anni l’idea di ritornare in Romania mi stuzzicava non poco.
Anche la Romania, come molti degli stati europei dell’est, sta diventando sempre di più una meta turistica di non poco conto, la vita è ancora ancorata ai ritmi del passato soprattutto nei piccoli centri appena fuori dalle città, mentre le città sono sempre più fiorenti e con una propensione all’espansione, i giovani aumentano e così pure le infrastrutture si fanno più efficienti.
La compagnia aerea Wizz Air ormai da anni devo dire con una buona qualità del servizio offerto sta aprendo sempre più varchi verso l’Europa dell’est e con pochi soldi si riescono a scovare tariffe interessanti verso città ancor poco conosciute turisticamente. Un biglietto aereo di poco più di 50 euro tra andata e ritorno in un freddo sabato di fine gennaio partiamo da Milano verso la città rumena di Timisoara che ci accoglie con un tiepido solo invernale e per fortuna senza pioggia. Si sa che in Romania il clima in inverno è assai rigido e secco e questo mi fa ben sperare in un incontro fortuito con la neve che però non si farà mai vedere durante la mia settimana di permanenza in città ed anzi a dispetto di ogni previsione il sole sarà quasi sempre una costante della nostra sosta in terra rumena e dintorni.
Lo scalo di Timisoara è molto piccolo e il controllo dei documenti una procedura che richiede un pò di pazienza visto che generalmente i voli provenienti dall’Italia sono sempre molto affollati, scoprirò solo successivamente che a Timisoara ci vivono molti italiani, soprattutto veneti che hanno spostato qui molte delle loro attività industriali, inoltre faccio la conoscenza di diversi studenti della facoltà di medicina che mi raccontano di quanto sia in Romania sia più semplice entrare nella facoltà di medicina e prendere la specializzazione rispetto all’Italia senza per questo rinunciare ad una buona preparazione, e così in poco tempo mi rendo conto che anche qui a Timisoara si trova una numerosa comunità di italiani e non è quindi un caso che siano molti i locali a parlare la lingua italiana.
Terminate le formalità d’ingresso in Romania siamo pronti per raggiungere il centro città collegato allo scalo da un bus più precisamente il numero E4 la cui fermata si trova appena fuori dell’area arrivi. Il biglietto si può fare a bordo pagando solo con carta di credito oppure il mio consiglio è quello di acquistare qualche biglietto in più direttamente in aeroporto soprattutto se si ha in mente di utilizzare spesso i mezzi, il costo è di 0.50 centesimi e nonostante le corse non siano così frequenti il servizio con lo scalo è garantito a ridosso dell’orario dei voli in partenza o arrivo.
Il bus dall’aeroporto al centro termina la sua corsa alla fermata Bastion dalla quale si raggiunge in pochi minuti a piedi il centro città sempre buona norma è far riferimento all’autista che saprà indicarvi dove sia meglio scendere in base alla vostra destinazione. Gli hotel in centro o nella zona universitaria, dove consiglio assolutamente di alloggiare, hanno costi molto accessibili a partire dai 40 euro per camera doppia inclusa colazione completa.
La città di Timisoara si gira facilmente a piedi perlomeno il centro storico e si possono usare i bus per spostarsi nei dintorni visitando ad esempio Banat, un parco poco distante da Timisoara dove è stato ricostruito in maniera abbastanza fedele un antico villaggio rumeno, un posto assolutamente imperdibile.
Scegliere di passare una settimana a Timisoara può sembrare tanto tempo ma al contrario il tempo sembra appena sufficiente soprattutto se si prende gusto a passeggiare tutte le sere tra i vicoli molto spartani delle zona industriale dove ci sono piccoli supermercati, ristoranti dove mangiare bene e tanto spendendo poco e piccole caffetterie e pub dove già dal tramonto si raduna una vivace folla di studenti con i quali è anche molto divertente fare amicizia. Molti turisti arrivano a Timisoara anche per fare acquisti a prezzi ridotti nei molti centri commerciali della zona soprattutto durante il periodo dei saldi oppure attività di non poco conto fare bellissime passeggiate nei parchi cittadini o lungo il fiume Bega per vivere la natura.
Timisoara è una cittadina raccolta che si gira un paio di giorni ma nella quale ci si intrattiene piacevolmente anche per diversi giorni complici anche il costo della vita inferiore rispetto all’Italia che permette di concedersi una bella cena in ristorante mangiando molto bene e spendendo il giusto, soprattutto nella zona univerrsitaria, chiamata Complex dove risiedono gli studenti, molti dei quali italaiani che studiano medicina, la sera questo quartiere si riempie di allegria chiassosa ma quasi mai molesta dei ragazzi che cercano qualche ora di distacco dallo studio.
Il centro di Timisoara è delineato da ciò che resta delle mura che un tempo circondavano la città i cosiddetti Bastioni, dei quali si possono ammirare alcuni resti restaurati e conservati discretamente. Il simbolo più importante della città di Timisoara è sicuramente la Cattedrale Ortodossa, un bell’esempio di architettura religiosa affacciato sulla grande Platia Libertate dove si trovano diversi negozi, alcuni appartenenti ai brand commerciali più diffusi al mondo, intervallati dalle immancabili panetterie dove comprare sempre qualche dolcetto di pasta sfoglia, qui tanto diffuso nella tradizione dolciaria della Romania.
Timisoara è definita la piccola Vienna rumena e se pur un pochino azzardato il paragone in alcuni edifici della città si possono trovare delle somiglianze come nella Cattedrale di San Giorgio in Piazza Uniri, purtroppo chiusa per lavori di ristrutturazione durante la mia permanenza in città. Questa piazza è deliziosa e a differenza di Platia Libertate non presenta palazzi in stile sovietico, qui il fascino delle note viennesi è in effetti percepibile.
Ma se Timisoara ha un centro raccolto che si gira facilmente in poco tempo sono le passeggiate tra i suoi parchi che permettono di passare ore ed ore in spensieratezza e soprattutto in contatto con la natura, come il Parco delle Rose affacciato al fiume Bega che scorre lungo la città, i fiori che lo compongono sono bellissimi e il roseto dà l’idea di essere davvero curato ed imperdibile se si capita a Timisoara in estate ma devo dire che anche in inverno è piacevole passeggiare al parco in modo particolare la domenica mattina quando si trova qualche simpatico signore di mezza età intento a pescare qualcosa.
Ultima imperdibile attrazione se si capita a Timisoara è la visita al villaggio di Banat raggiungibile dal centro cittadino al costo di 0.5 centesimi, meglio procurarsi i biglietti in anticipo se non si dispone di carta di credito per pagare il titolo a bordo.
Il villaggio rappresenta una perfetta riproduzione di come poteva essere in passato quando le attività principali degli abitanti erano legati alla dura vita dei campi, unico neo di questo tempo fuori dal tempo al quale si accede con un biglietto di pochi euro, è la fabbrica praticamente attaccata ad esso un puzzolente casermone che produce non so bene che cosa.
Insomma Timisoara è il posto perfetto per un fine settimana o una vacanza più lunga all’insegna della calma e del brio di queste città emergenti che reclamano a gran voce il loro posto in Europa.

Carpi: passeggiata nella patria dell’aceto balsamico

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Quando decido di pianificare uno dei mie viaggi, lungo o corto che sia, parto sempre alla vecchia maniera ovvero aprendo l’atlante. Certo ai tempi d’oggi in cui il web è ormai lo strumento fondamentale per compiere qualsiasi ricerca viene strano pensare che uno possa partire da questo punto ma è assolutamente vero, di atlanti ne ho diversi ed uno in particolare piccolo e maneggevole è situato in quell’angolo della casa dove tutti noi chiediamo privacy e tranquillità necessarie per espletare compiti fisiologici:)
Così partendo dall’atlante, per poi passare al sito di Trenitalia, mi sono imbattuta in una città del modenese di nome Carpi che si trova a circa un’ora di treno da Mantova che sarebbe stata la meta principale del mio viaggio. Il nome di Carpi mi aveva incuriosito perché mi riportava alla mente una mia conoscente, ormai persa di vista che abitava proprio lì, così qui arriva il web e la documentazione su Carpi una cittadina neppure tanto piccola nella provincia di Modena che dopo tanti anni di vita a Bologna non avevo ancora avuto il piacere di visitare.

Da Bologna in treno è necessario un cambio nella città di Modena per raggiungere Carpi ma le corse sono molto frequenti e il tempo di percorrenza è di circa 15 minuti ad un costo di 2.20 euro.
Essendo la sera di un venerdì ci fermiamo a dormire nel confortevole Hotel Touring, una struttura a pochi passi dalla stazione dei treni, utilizzata soprattutto da lavoratori che si fermano in zona per affari, poiché il modenese non è famoso solo per il suo aceto balsamico, eccellenza locale, ma anche per le sue tante e svariate industrie. La struttura ha annesso un ottimo ristorante dove si può cenare con piatti di qualità e rilassarsi in un ambiente pensato proprio per chi cerca relax. Le camere sono dotate di ogni confort e la colazione del mattino è a base di prodotti eccezionali ed anche biologici, cosa non molto scontata neppure per le strutture più eleganti.
Il sabato mattina lasciato l’hotel iniziamo subito il nostro giro turistico prima di spostarci nel pomeriggio verso Mantova. Carpi si visita velocemente in una mezza giornata o poco più se si vuole visitare qualche museo. La Piazza Principale di Carpi è la spaziosissima Piazza dei Martiri diventata il punto nevralgico della vita sociale ed economica della città, non è un caso che il sabato mattina qui si svolga il mercato settimanale che devo essere sincera mi rovinano un pò gli scatti fotografici e soprattutto la prospettiva dello spazio reale a causa proprio della presenza delle bancarelle in fila. A delimitare la piazza c’è il Palazzo dei Pio articolata e possente dimora signorile. Il simbolo religioso della città di Carpi è senza dubbio la Cattedrale di Santa Maria Assunta la cui costruzione risale intorno al 1500 per poi essere consacrata nel 1791, una bella chiesa la cui pianta e architettura è in stile rinascimentale. Sempre partendo da Piazza dei Martiri parte un Portico Lungo che conduce a sud dal Teatro Comunale fino a Palazzo Scacchetti, oggi sede del Municipio.
Appena fuori dalla centralissima Piazza dei Martiri si possono raggiungere altri importanti monumenti come la Pieve di S. Maria in Castello, soprannominata La Sagra in stile romanico e la chiesa rinascimentale di San Nicolò. Molto interessante e trovata praticamente per caso la chiesa Convento di Santa Chiara, in Corso Manfredi Fanti 29, la sua facciata del seicento venne modificata nella prima metà dell’Ottocento da Claudio Rossi. L’interno è suddiviso in due zone una esterna pubblica e l’altra interna che mantiene ancora oggi l’aspetto originario del tardo XV secolo. Dalla zona in corrispondenza del coro si accede ad un’area cortiliva molto suggestiva dove si trova anche il chiostro e al lato anche il campanile di struttura quattrocentesca.
Anche i musei a Carpi non mancano come il Museo della Città e l’Archivio Storico Comunale visitabili, almeno nel periodo di pandemia solo con prenotazione. Altrettanto interessante è la Biblioteca multimediale Arturo Loria.
Prima di lasciare Carpi e sulla strada della chiesa di Santa Chiara, in via Corso Fantini Manfredo consiglio una sosta al piccolo forno De Caroli che oltre a vendere diversi prodotti locali produce un pane di qualità e ovviamente non si possono non comprare delle crocette appena sfornate, il tipico pane dalla forma simile a una croce che diventa praticamente un pane da passeggio da mangiare a piccoli pezzi sulla strada del ritorno pronti a dirigersi verso nuove mete ma contenti di essersi fermati in una piacevole e tranquilla città come Carpi.

Come visitare Isola delle Femmine, una delle aree marine protette più belle del Mar Tirreno

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Farò ancora una piccola sintesi sul perchè io mi sia fatta stregare dalla città di Palermo che è diventata come una specie di caldo rifugio da quando, per la pandemia, mi è stato interdetto il ritorno in Asia. Molti si chiederanno cosa centri l’Asia con la Sicilia ed io rispondo che proprio su quest’isola dai mille colori esiste una relazione molto profonda con il continente asiatico poiché vi abita una nutrita comunità di induisti che hanno creato a Palermo una comunità che è diventata la più grande d’Italia. Detto ciò o meglio ridetto ciò torniamo a Palermo ed a tutti quei meravigliosi luoghi che si possono raggiungere da questa bella città. Dopo aver soggiornato, amato e gustato, si fa per dire, il mare paradisiaco di Mondello, comodamente raggiunto in bus dal centro città, è la volta di un altro angolo di meraviglia questa volta direttamente raggiunto in treno dopo il mio volo diretto Ryanair Rimini- Palermo. Sto parlando di Isola delle Femmine un’amena cittadina in provincia di Palermo di cui ci si può letteralmente innamorare. I treni che partono direttamente dallo scalo palermitano di Punta Raisi impiegano 21 minuti per arrivare nel comune di Isola delle Femmine, il costo a persona è di 5.90. Il piccolo centro storico è praticamente a ridosso della stazione ma di hotel qui non ce ne sono ed io per una volta cercavo qualcosa dalla quale poter godere di una vista speciale e così, usciti dalla stazione dei treni abbiamo girato a sinistra percorrendo per circa una ventina di minuti via Libertà sulla quale abbiamo trovato il Saracen Sands Hotel una struttura che appartiene ad una catena alberghiera che, nonostante animazione piscinona e servizi ha grande hotel, soddisfa in pieno la mia necessità, avere una vista da sballo per un paio di giorni. Le tariffe per questa struttura sono un pochino altine per i miei canoni ma essendo fine settembre riesco ad approfittare di una discreta offerta pari a 100 euro a notte per camera e colazione. Non amo generalmente le grandi e fredde strutture anche se non giudico a priori e soprattutto non condanno se danno da lavorare a un sacco di persone, in alcuni casi molto prodighi in altri molto meno ma a parte ciò devo dire che davvero il suo punto di forza è la vista che mi ha nutrito più della colazione stessa fatta su una bella terrazza con affaccio sul mare. Il mare, quello vero come dico io, è pieno di pesci e la maschera ed il boccaglio sono utili soprattutto se si va sul lato scoglioso della costa, qui la vita marina è brulicante non per altro questa zona costiera è un area marina protetta qui non solo pesci di molte specie nuotano ma non è raro avvistare stenelle, un tipo di delfino molto facile da incontrare nel Mar Tirreno dove si affaccia il comune di Isola delle Femmine. Ma la caratteristica che rende straordinario il piccolo comune di circa 7000 anime di Isola delle Femmine è proprio la piccola isoletta che si adagia placidamente difronte al paese, inserita nel mezzo di questa riserva marina. Il perché si chiami proprio Isola delle Femmine è ancora un mistero, molte leggende girano intorno a questo luogo ma con ogni probabilità a detta di alcuni anziani del luogo la versione più accreditata vuole che l’isola in passato fosse servito come carcere penitenziario femminile.

Anche il piccolo paese di Isola delle Femmine è grazioso,una piccola piazzetta con un paio di piccoli ristorantini devo dire non proprio eccezionali e una chiesetta deliziosa a far da cornice. Se si alloggia sul lungomare dove si affaccia non solo il Saracen Sands Hotel ma anche altre strutture ricettive, si deve mettere in conto una quindicina di minuti a piedi per il centro storico e di certo non ci si deve aspettare un brulicante lungomare in stile riviera romagnola ma solo un marciapiede, talvolta non in buonissime condizioni e una natura selvaggia e dirompente dalla quale sarà difficile staccarsi ve lo assicuro. Unico neo di questo posto così meraviglioso è il gran numero di rifiuti abbandonati qua e là, uno scempio per gli occhi e per il cuore, purtroppo comune a moltissimi altri luoghi della stessa Italia e del mondo intero.

Se poi proprio non ci si vuole staccare dalle folle palermitane consiglio ugualmente di non perdere una bella gita giornaliera per Isola delle Femmine partendo direttamente dalla stazione centrale, 43 minuti di treno, un biglietto di 2.80 a tratta e sarete in paradiso…..

5 cose da fare nella città di Seul

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Seul non è una di quelle megalopoli che può essere visitata in fretta,soffermandosi magari solo sul suo aspetto estetico,sempre più spesso associato ai suoi alti e specchiati grattacieli o ai quartieri interamente destinati allo shopping. Un paio di giorni saranno appena sufficienti per vedere solo una piccolissima parte di questa città estesa e profondamente devota alla tecnologia. Nel caso la visita di Seul sia limitata ad un paio o addirittura un solo giorno ecco allora 5 cose da fare assolutamente in città:

  1. Seul è una città molto grande e le cose essenziali da visitare non sono poi tanto vicine le une alle altre quindi,in caso di tempi super ristretti, per vedere la città è bene prendere come ostello o hotel qualcosa che sia posizionato nei pressi della Seul Station in modo da essere comodi agli spostamenti in metropolitana. Partendo proprio dalla Seul Station consiglio di dirigersi subito verso la Namsan Tower alla quale si può arrivare prendendo una cable car che sale sulla Nam Mountain, una montagna sulla quale sorge questa torre di comunicazione,diventata il simbolo della città e che di sera s’illumina di una luce scintillante. Il percorso per salire sulla torre si può fare anche a piedi ma richiede almeno un’ora buona dalla base, situata più o meno vicino all’Hotel Millenium Seul Hilton ad una decina di minuti a piedi dalla stazione di Seul. La vista dalla cima della torre offre una panoramica a 360 gradi della città di Seul.
  2. Il palazzo storico più importante di Seul e forse di tutta la Corea del Sud è senza dubbio il Gyeongbokgung Palace una residenza reale molto estesa con all’interno un bellissimo giardino segreto. Il Palazzo è stato costruito sotto la dinastia Joseon ed è anche chiamato Palazzo della dinastia splendente per via dello spirito idealistico di chi lo ha fondato. Questa struttura molto grande fu costruita su di uno stagno ed inizialmente veniva utilizzata per riunire autorità istituzionali, in seguito fu utilizzato anche per la celebrazione di rituali che fossero di buon auspicio anche per il popolo come cerimonie per la pioggia durante i periodi di siccità. Il Palazzo Reale è uno dei luoghi più visitati della città di Seul e non è affatto raro vedere turisti di ogni nazionalità in visita alla struttura vestiti con gli abiti tipici della Corea del Sud, noleggiabili in molti negozi dei dintorni, un abbigliamento questo che, oltre ad essere molto carino, è un’ottima idea per immergersi nella tradizione locale e che permette anche di entrare gratuitamente nel Gyeongbokgung.
  3. Molto meno celebre del Gyeongbokgung e molto spesso ignorato dai visitatori è il Jongmyo Shirne, un santuario tra i più antichi della Corea del Sud inserito tra i beni Unesco, una vera chicca con pochissima gente,generalmente ci si arriva dal Gyeongbokgung in una decina di minuti a piedi attraversando Bukchon, uno dei quartieri più caratteristici di Seul dove all’interno delle tipiche case coreane, perfettamente ristrutturate, sono stati allestiti ostelli, piccole botteghe e ristoranti tipici. Il Jongmyo Shrine si trova precisamente in via Jong- ro 157 e se ci si reca verso l’ora del tramonto si ha la possibilità, non solo di visitare il piccolo santuario illuminato di una luce intensamente mistica ma anche di vedere la Namsan Tower dal piccolo e curato giardino che circonda il tempio, un’angolazione forse tra le più belle della città che si può avere sulla famosa torre.
  4. Psy la cantava con il suo Gangnam style ed oggi il celebre quartiere Gangnam di Seul è diventato tra i più importanti della città e non solo per il ritmo spassoso della canzone che in qualche modo ha raccontato la trasformazione di un quartiere di degrado ad uno dei più lussuosi agglomerati della città. A Gangnam si viene per fare shopping di lusso, per bere caffè nei bar lussuosi dei centri commerciali, ma anche per regalarsi un ritocchino estetico. Molte le star internazionali che volano a Seul per un’operazione chirurgica visto che la Corea del Sud è il primo centro di chirurgia estetica al mondo, non è raro incontrare per strada donne e uomini, avvolti in qualche bendaggio facciale appena usciti da una delle tante cliniche che caratterizzano la zona. In Corea del sud non sono consentite imperfezioni e si insegue disperatamente un modello di perfezione estetica.
  5. Ma se le food Court, come ad esempio quella della Seul Station, sono un tripudio di odori e sapori dove ci si affolla in qualsiasi orario del giorno per mangiare la cucina tipica della Corea del Sud, è nei mercati di Seul che si respira il vero spirito della tradizione culinaria locale, dove gustare tra un baracchino e l’altro, in piedi e magari con poco spazio per muoversi, uno degli street food più apprezzati dell’Asia. Il Namdaemun Market si trova poco distante dalla stazione dei treni di Seul e lo si raggiunge in poco tempo passando sul cavalcavia sopraelevato chiamato Seullo, che è diventato un’attrazione stessa della città, perché qui si ha la possibilità di passeggiare tra qualche pianta e qualche piccolo stand che periodicamente espone merce locale o che semplicemente diventa una postazione interattiva per i più piccini, insomma una sorta di parco elevato dove fare foto ai palazzi di Seul senza l’incubo delle automobili. Superato il cavalcavia si segue l’indicazione per il Namdaemun Markat e si arriva in pochi minuti, vi è anche un punto info dove reperire la cartina della città e del mercato stesso che a farlo in ogni sua traversa e fermandosi a curiosare tra i tantissimi negozi può richiedere ore. Qui non ci sono attese per ottenere un tavolo al ristorante ma di sicuro bisogna mettersi in fila per mangiare i Teokbokki, gli gnocchi di riso immersi nel sugo di pesce oppure per gli Hoddeok i favolosi pancakes con cannella e nocciole, una bomba. La cucina Coreana vede come protagonisti il pesce di ogni forma e varietà(alcuni tipi di pesce delle quali a volte si ignora l’esistenza in natura) e la carne, quindi forse poco adatta a chi come me è vegetariana ma anche golosa di dolci e qui non mancano di certo le dolcezze. Da non perdere il Sikhye una bevanda molto diffusa in Corea del Sud consumata prevalentemente in estate per via del suo potere rinfrescante, un beverone che a vederlo girare vorticosamente nei grossi boccioni in cui è contenuto sembra poco invitante ma che invece si rivela essere davvero gustoso, un liquido di colore beige ottenuto dalla fermentazione del riso, assolutamente analcolico ma perfetto per concludere una giornata a spasso della frenetica città di Seul.

Le 5 cose da fare a Olbia

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Scoprire la Sardegna in inverno o comunque nei periodi dell’anno in cui le temperature non sono ideali per i bagni in mare può riservare sorprese interessanti e dare la possibilità di amare la Sardegna non solo per le spiagge mozzafiato ma anche per le sue città, come quella di Olbia, considerata spesso solo come la via d’accesso per la Costa Smeralda da cui dista pochi chilometri. In realtà Olbia è una città molto interessante che può diventare la meta ideale per un fine settimana fuori stagione, grazie alla possibilità di raggiungerla con un volo aereo di poco più di un’ora a dei costi molto accessibili.

  1. La prima cosa da fare quando si arriva ad Olbia è sicuramente una bella passeggiata nella zona portuale e più precisamente nel Porto Vecchio una zona molto curata dove sorge anche il Museo Archeologico, purtroppo chiuso durante la nostra permanenza in città per lavori di ristrutturazione. La collezione ospitata in questo museo mette in luce quanto nel passato di Olbia ci siano segni di civiltà greca, fenicia e ovviamente romana. Inoltre se si capita ad Olbia entro la metà di ottobre si può anche salire sulla ruota panoramica di Olbia, alta ben 36 metri dalla quale godere di una bella vista su tutto il golfo di Olbia, il costo del biglietto per adulto è di 8 euro mentre 5 per i bambini fino ai 12 anni.
  2. Attraversando la strada e lasciandosi alle spalle il porto in direzione centro cittadino si continua la passeggiata sul viale più famoso della città, Corso Umberto , la via dello shopping ed anche della vita turistica della città di Olbia. Questa strada tutta pedonale è un susseguirsi di negozi, alcuni anche molto prestigiosi, ristoranti e caffetterie dove, specialmente in estate, si concentrano i turisti.
  3. Uno degli aspetti più originali ed interessanti della città di Olbia sono senza dubbio i suoi murales, veri e proprie opere d’arte realizzate in diversi angoli del centro, uno fra questi è sicuramente Piazzale Bardanzellu qui vi è l’ingresso di un parcheggio per automobili ed è proprio ai lati delle pareti d’ingresso che si possono ammirare alcuni dei murales più belli della città i cui soggetti lanciano un messaggio sociale come quello della deforestazione a discapito del fragile sistema faunistico delle più importanti foreste pluviali del pianeta. Altrettanto interessanti i murales che si trovano in Piazza del Mercato, tra l’altro un bell’angolo di Olbia. Oltre ai murales interessanti sono anche le sculture sparse nel centro storico sempre con un intrinseco messaggio sociale, come quella in Corso Umberto che rappresenta il mare realizzato con bottiglie di plastica con al centro una piccola barca a vela.
  4. Uno degli edifici religiosi più importanti di Olbia e di tutta la zona è la Basilica di San Simplicio poco distante dal centro storico, la chiesa più visitata anche turisticamente il cui ingresso è consentito a fronte di un biglietto al costo di 4 euro. Ma se San Simplicio è un edificio maestoso che deve essere visitato, l’angolo più intimo e mistico di Olbia è la chiesa di San Paolo, una piccola chiesetta nel centro storico dove al mattino le donne recitano il rosario con il capo coperto da un copricapo come accadeva in passato nella tradizione cristiana, usanza che con il tempo è passata in disuso.
  5. Ultimo angolo assolutamente imperdibile quado si visita Olbia è il polmone verde di Olbia, il Parco Fausto Noce, in via Savona, non troppo distante da San Simplicio e da Viale Aldo Moro un arteria molto trafficata di Olbia dove trovare negozi di ogni genere e soprattutto ristoranti locali dove mangiare vera cucina sarda. Questo parco è davvero piacevole soprattutto al mattino presto quando si trovano solo appassionati di corsa e camminata. Poco distante, in via Luigi Galvani si trova un supermercato Conad dove potrete acquistare pane e formaggio di pecora realizzati in zona, i prodotti ideali per fare un bel pic nic all’ombra dei grandi alberi.

Manufaktura il quartiere più cool della città di Lodz

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Lodz è una città molto giovanile e sopratutto una località emergente della Polonia. La sua fama è legata non solo alla grande scuola del cinema,dove ha studiato perfino l’illustre regista Roman Polaski,ma alla capacità di riemergere dopo una profonda crisi dell’industria tessile sulla quale Lodz aveva fino ad allora basato la sua ricchezza.
Lodz era in tempi antichi probabilmente la città polacca più fiorente della Polonia,enormi caseggiati costruiti in mattoni rossi erano la sede operativa di molte aziende tessili che davano lavoro a moltissima gente arrivata qui anche da centri abitati molto lontani, ma quando la grande produzione del tessile subisce una forte perdita quasi tutte le aziende si vedono costrette a chiudere e lavoratori ormai senza lavoro,abbandonano la città lasciando tutto nel più profondo stato di abbandono e degrado.
Lodz è però uno splendido esempio di ripresa e la sua principale peculiarità è quella di aver riqualificato ambienti urbani in disuso che oggi sono diventati uno dei principali fulcri cittadini, l’esempio più eclatante di questo meraviglioso restyling è Manufaktura.
In Via Drewnowska 58 sorge Manufaktura un’immensa zona commerciale distante da Piotrkawska ulica,la via più famosa di Lodz,una quindicina di minuti questa bellissima zona è diventata il punto di ritrovo più importante della città dove durante il giorno, la sera per l’aperitivo e la domenica pomeriggio diventa un pullulare di gente.
I vecchi caseggiati costruiti in mattoncini sono stati perfettamente ristrutturati e ospitano il museo della cinematografia,un cinema imax e un centro commerciale enorme con una food court internazionale dove si può mangiare di tutto ed anche bene,sopratutto se si sceglie il kebab o la cucina coreana.Al centro di questi bellissimi palazzi sorgono una bella e grande piazza con la sua fontana ed un sacco di bar e piccoli ristoranti dove la gente s’intrattiene tra un drink e l’altro. La zona di Manufaktura non è solo un classico shopping Mall ma un vero e proprio luogo dove nascono tendenze,in estate,ad esempio,i localini cambiano ambientazione e al posto di tavoli e sedie ci sono sdraio e ombrelloni in vero stile beach, una ricostruzione finta ma abbastanza allettante per chi vuole sognare un posto al sole,ovviamente non si potrà indossare il bikini ma rilassarsi di certo si. Per chi invece non vuole rinunciare ad un pò di adrenalina praticare zip line,tra un palazzo e l’altro,sarà l’ideale. Le possibilità di fare shopping a Manufaktura sono molteplici anche se la galleria commerciale rimane chiusa alla domenica divenendo di tanto in tanto il palcoscenico per qualche mini concerto.


Una visita a Lodz non potrà mai essere completa senza aver passato un pò di tempo a Manufaktura e che voi siate modaioli o spendaccioni questo luogo dovrebbe essere preso ad esempio da molte città italiane stesse nelle quali troppo spesso esistono luoghi di totale degrado che purtroppo diventano solo ricettacolo per mala vita.

5 COSE DA FARE ASSOLUTAMENTE A STOCCARDA

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Stoccarda è una città molto importante dal punto di vista commerciale diverse aziende automobilistiche e di elettronica hanno la loro sede in zona e molti connazionali si sono trasferiti proprio a Stoccarda in cerca di stabilità lavorativa, quindi se che la vostra visita è di natura professionale o di puro interesse turistico ci sono 5 cose da fare assolutamente:

  1. Una delle piazze più belle d’Europa secondo me si trova proprio a Stoccarda ed è Schlossplatz, la piazza più grande della città costruita tra il 1746 al 1807, usata in passato principalmente per le parate militari e non aperta al pubblico, solo successivamente resa accessibile al pubblico e adornata da un bel giardino barocco. L’emblema di Schlossplatz è la Colonna del Giubileo che si staglia al centro della piazza al suo apice Concordia, la dea dell’armonia che volge il suo sguardo verso Palazzo Nuovo che è stato in passato dimora reale. Questa piazza è la location di molti festival e concerti che si svolgono sopratutto in estate mentre,durante il periodo natalizio,diventa il palcoscenico suggestivo per il consueto mercatino natalizio allestito dalla fine di Novembre.
  2. Ma se Stoccarda non sarà di certo la città architettonicamente più particolare della Germania,merita un posto d’onore per la sua offerta museale ricca ed in grado di accontentare diversi gusti. Ubicato difronte alla Schlossplats sorge il Kunstmuseum, il museo di arte moderna e contemporanea aperto tutti i giorno nel quale avere una full immersion in opere mai banali che sorprendono anche i non appassionati d’arte moderna. Il costo del biglietto d’ingresso è di 11 euro e la prima cosa che colpisce esternamente è la sua forma cubica con grandi vetrate che consentono una bella vista sulla città meglio se ve la godete sorseggiando una bella tazza di tè dal bar situato all’ultimo piano. Altro museo interessante,sopratutto per gli appassionati di automobili,è il Porche Museum che si trova in prossimità di Porscheplatz ed è raggiungibile direttamente dal centro città con la linea di treni S6 direzione Weil der Stadt/Leonberg, il museo è aperto tutti i giorni ed il biglietto d’ingresso è di 8 euro.
  3. Gli amanti dello shopping in visita a Stoccarda devono recarsi assolutamente in Konigstrasse un lunghissimo viale dove ci sono molti negozi dei migliori e famosi brand del commercio,questa strada del tutto pedonale per quasi tutta la sua lunghezza si trova poco distante da Schlossplatz.
  4. Sobria ed elegante l’Evangelishe Stiftskirche, la Chiesa Colleggiata di Stoccarda questa colpisce per le sue due torri diverse tra loro, una ottagonale ad ovest l’altra quadrata rivolta a sud. Le sue origini risalgono al XXI secolo il suo stile architettonico è particolare e presenta diversi elementi che vanno dal romanico al gotico con qualche cauto tocco moderno.Anche per visitare questa chiesa non occorre distanziarsi troppo dalla via dello shopping Konigstrasse.
  5. Ultimo ma non per bellezza che è sicuramente il mio luogo del cuore a Stoccarda è senza dubbio Stadtgarten il parco più grande di Stoccarda situato in Keplerstrasse a circa una quindicina di minuti a piedi partendo dai pressi della stazione ferroviaria. Questo immenso parco pubblico è meraviglioso in tutte le stagioni,un susseguirsi di sentieri tra alti alberi e prati che con l’autunno si ricoprono di un folto strato di foglie secche. Il parco è situato nei pressi dell’Università ed al centro di questo spazio verde sorge lo StadtPalais, una costruzione che ospita il museo di Storia e la biblioteca pubblica dove è interessante se avete tempo fare un giretto. Quello che invece non dovete perdere è sicuramente un momento a contatto con la natura proprio nel bellissimo Stadtgarten, un parco con le sembianze di bosco dove allontanarsi dalla frenesia tipico di tutte le grandi città.