Carpi: passeggiata nella patria dell’aceto balsamico

Leave a comment Standard

Quando decido di pianificare uno dei mie viaggi, lungo o corto che sia, parto sempre alla vecchia maniera ovvero aprendo l’atlante. Certo ai tempi d’oggi in cui il web è ormai lo strumento fondamentale per compiere qualsiasi ricerca viene strano pensare che uno possa partire da questo punto ma è assolutamente vero, di atlanti ne ho diversi ed uno in particolare piccolo e maneggevole è situato in quell’angolo della casa dove tutti noi chiediamo privacy e tranquillità necessarie per espletare compiti fisiologici:)
Così partendo dall’atlante, per poi passare al sito di Trenitalia, mi sono imbattuta in una città del modenese di nome Carpi che si trova a circa un’ora di treno da Mantova che sarebbe stata la meta principale del mio viaggio. Il nome di Carpi mi aveva incuriosito perché mi riportava alla mente una mia conoscente, ormai persa di vista che abitava proprio lì, così qui arriva il web e la documentazione su Carpi una cittadina neppure tanto piccola nella provincia di Modena che dopo tanti anni di vita a Bologna non avevo ancora avuto il piacere di visitare.

Da Bologna in treno è necessario un cambio nella città di Modena per raggiungere Carpi ma le corse sono molto frequenti e il tempo di percorrenza è di circa 15 minuti ad un costo di 2.20 euro.
Essendo la sera di un venerdì ci fermiamo a dormire nel confortevole Hotel Touring, una struttura a pochi passi dalla stazione dei treni, utilizzata soprattutto da lavoratori che si fermano in zona per affari, poiché il modenese non è famoso solo per il suo aceto balsamico, eccellenza locale, ma anche per le sue tante e svariate industrie. La struttura ha annesso un ottimo ristorante dove si può cenare con piatti di qualità e rilassarsi in un ambiente pensato proprio per chi cerca relax. Le camere sono dotate di ogni confort e la colazione del mattino è a base di prodotti eccezionali ed anche biologici, cosa non molto scontata neppure per le strutture più eleganti.
Il sabato mattina lasciato l’hotel iniziamo subito il nostro giro turistico prima di spostarci nel pomeriggio verso Mantova. Carpi si visita velocemente in una mezza giornata o poco più se si vuole visitare qualche museo. La Piazza Principale di Carpi è la spaziosissima Piazza dei Martiri diventata il punto nevralgico della vita sociale ed economica della città, non è un caso che il sabato mattina qui si svolga il mercato settimanale che devo essere sincera mi rovinano un pò gli scatti fotografici e soprattutto la prospettiva dello spazio reale a causa proprio della presenza delle bancarelle in fila. A delimitare la piazza c’è il Palazzo dei Pio articolata e possente dimora signorile. Il simbolo religioso della città di Carpi è senza dubbio la Cattedrale di Santa Maria Assunta la cui costruzione risale intorno al 1500 per poi essere consacrata nel 1791, una bella chiesa la cui pianta e architettura è in stile rinascimentale. Sempre partendo da Piazza dei Martiri parte un Portico Lungo che conduce a sud dal Teatro Comunale fino a Palazzo Scacchetti, oggi sede del Municipio.
Appena fuori dalla centralissima Piazza dei Martiri si possono raggiungere altri importanti monumenti come la Pieve di S. Maria in Castello, soprannominata La Sagra in stile romanico e la chiesa rinascimentale di San Nicolò. Molto interessante e trovata praticamente per caso la chiesa Convento di Santa Chiara, in Corso Manfredi Fanti 29, la sua facciata del seicento venne modificata nella prima metà dell’Ottocento da Claudio Rossi. L’interno è suddiviso in due zone una esterna pubblica e l’altra interna che mantiene ancora oggi l’aspetto originario del tardo XV secolo. Dalla zona in corrispondenza del coro si accede ad un’area cortiliva molto suggestiva dove si trova anche il chiostro e al lato anche il campanile di struttura quattrocentesca.
Anche i musei a Carpi non mancano come il Museo della Città e l’Archivio Storico Comunale visitabili, almeno nel periodo di pandemia solo con prenotazione. Altrettanto interessante è la Biblioteca multimediale Arturo Loria.
Prima di lasciare Carpi e sulla strada della chiesa di Santa Chiara, in via Corso Fantini Manfredo consiglio una sosta al piccolo forno De Caroli che oltre a vendere diversi prodotti locali produce un pane di qualità e ovviamente non si possono non comprare delle crocette appena sfornate, il tipico pane dalla forma simile a una croce che diventa praticamente un pane da passeggio da mangiare a piccoli pezzi sulla strada del ritorno pronti a dirigersi verso nuove mete ma contenti di essersi fermati in una piacevole e tranquilla città come Carpi.

In bus verso Bobbio, uno dei borghi più belli d’Italia

Comment 1 Standard

Mi ronzava nella testa già da qualche anno e più precisamente da quando avevo seguito una trasmissione televisiva che parlava di lui, un lui dalla sagoma antica, un lui meravigliosamente affascinante composto da circa 3500 anime, un lui il cui appellativo è il borgo dei borghi, il bellissimo borgo medioevale di Bobbio.
Per anni e anni ho percorso il percorso ferroviario che conduce a Milano chiedendomi quando avrei potuto finalmente fermarmi qualche giorno nella città di Piacenza e quale occasione più appropriata delle limitazioni da Covid che, se ti va bene, rendono possibile solo viaggi all’interno della regione quindi,da incallita viaggiatrice,decido di intraprendere una serie di viaggi proprio all’interno della mia bella Emilia Romagna alla scoperta di città probabilmente ed erroneamente non tanto considerate dal turismo di massa ma che si rivelano davvero una bella scoperta come nel caso appunto di Piacenza.
Ancora più esaltante è poi scoprire che il borgo di Bobbio dista da Piacenza 45 chilometri e che lo si può raggiungere rimanendo fedele al mio mood ovvero quello di scegliere mete da visitare raggiungibili con le gambe, la bici, i bus e i treni.
Dall’autostazione Lupa di Piacenza, situata in via Cristoforo colombo poco distante dalla stazione dei treni, ogni giorno inclusa la domenica partono i bus della linea Seta con destinazione Bobbio. L’ autostazione è aperta tutti i giorni ad esclusione della domenica ed il sabato solo mezza giornata, qui si possono acquistare i titoli di viaggio per il bus che sono comunque disponibili anche in edicola e che non si possono mai fare a bordo e che è meglio quindi procurarsi prima di intraprendere il viaggio.
Il bus E17 che da Piacenza autostazione fino a Bobbio precisamente in Piazza San Francesco, situata alle porte del centro storico e dove al sabato mattina si tiene anche il piccolo mercato settimanale del borgo con in vendita, oltre a frutta e verdura formaggi e salumi d’eccellenza della zona e miele di mille varietà, altro fiore all’occhiello della zona.
La linea E17 non ha orari così frequenti durante il giorno ma corse necessarie sia per organizzare un paio di giorni lì o anche per effettuare un’escursione giornaliera, se come me si è appassionati di camminate all’aria aperta consiglio vivamente di fermarsi almeno una notte perche’ di percorsi escursionistici, oltre la via Francigena,che passa anche di qua, se ne trovano diversi e tutti che si snodano nella Val Trebbia una delle valli più belle d’ Italia che si trova alla convergenza di quattro province italiane, quella piacentina, quella genovese, alessandrina e pavese.
Gli hotel a Bobbio non sono molti e se si arriva al borgo in bus si può decidere di rimanere nei pressi del centro storico alloggiando ad esempio all’Albergo ristorante Piacentino proprio in Piazza San Francesco che però non è aperto tutto l’anno e che è meglio prenotare per via telefonica. In alternativa si può optare per Il Relais Sant’Ambrogio Agriturismo, situato in località Sant’Ambrogio, a circa 25 minuti a piedi in salita partendo da Piazza San Francesco una vera oasi di pace con una vista mozzafiato sulla Val Trebbia, i prezzi per una camera doppia partono dai 110 euro a notte, non proprio economici ma il posto vale tutti i soldi chiesti,non solo per il contesto naturale ma anche per l’accoglienza della proprietà e il suo ristorante che prepara ottimi piatti da accompagnare ad un vino che loro stessi producono, magari quindi questo posto può essere l’ideale per festeggiare qualcosa di speciale, speciale proprio come è il meraviglioso borgo di Bobbio.

Castel San Pietro Terme tra natura, terme e buona cucina

Leave a comment Standard

Se c’è una cosa che la pandemia mi ha insegnato è che appena si ha la possibilità si deve andare e poco importa se la meta è vicina o lontana l’importante è andare senza rimandare. Così intrappolati in rosso, arancio da settimane anzi mesi appena si vede il giallo, seppur limitato alla sola regione in cui si risiede non resta altro che fare lo zaino, metterci lo stretto necessario e iniziare a salire sul treno, salire sul bus, inforcare un sentiero e fare qualsiasi altra cosa si voglia e che possa assomigliare vagamente a un viaggio nella maniera in cui siamo abituati e devo dire che gli ingredienti ci sono sempre tutti anche se la meta è praticamente sotto casa.


All’età di vent’anni senza un soldo in tasca e il sogno fisso di poter viaggiare io ed il mio compagno con pochi soldi e idee chiare anche lui approfittavamo del fine settimana, per girovagare attorno alla città di Bologna in cerca di qualche luogo dove poterci sentire come villeggianti in cerca di quel brio unico che solo quando si è lontano dalla dimora si può sentire sulla pelle ed erano queste le sensazioni che provavamo quando ce ne andavamo a spasso intorno ai sentieri che circondano il centro storico di Castel San Pietro terme, una cittadina di circa 20000 anime a soli venti chilometri da Bologna la nostra residenza fissa per più di 10 anni.,
Castel San Pietro Terme è una famosa località termale dell’Emilia Romagna, il suo complesso termale è frequentatissimo da primavera ad autunno e molta gente sceglie di effettuare le cure presso questa struttura non solo per l’affidabilità del posto in essere dal 1870 ma anche perché questo è il luogo perfetto dove rigenerarsi e trovare la pace.
Gli hotel intorno al centro termale sono tutti immersi nel verde ed in modo particolare l’hotel delle terme che è l’unico con accesso diretto allo stabilimento termale qui da primavera a autunno c’è bisogno di prenotare con largo anticipo per trovare posto ci sono diverse tipologie di camere e sicuramente quella più rilassante è quella con balcone affacciata direttamente sul verde parco termale, i prezzi al giorno partono dai 50 euro con inclusa colazione e sono anche disponibili pacchetti con inclusi pranzo e cena o posti convenzionati con il ristorante la Torretta, raggiungibile a piedi passando per il parco. Durante la bassa stagione l’hotel rimane sempre aperto e frequentato prevalentemente da lavoratori che scelgono Castel San Pietro Terme per la posizione comoda all’autostrada che permette di raggiungere Bologna o Imola in poco tempo, avendo però la certezza alla sera di tornare in un posto decisamente rilassante, dove al mattino l’unico rumore che si inizia a percepire è il cinguettio degli uccelli. Nei periodi di bassa stagione o in piena pandemia come nel nostro caso l’hotel effettua promozioni interessanti come quella di far pagare una camera di livello superiore come una standard.
L’hotel delle Terme di Castel San Pietro si trova a circa venti minuti a piedi dal centro storico e sempre in questa zona sono collocati quasi tutti gli hotel della zona tutti finalizzati a rendere comodo ai vacanzieri la permanenza termale, cure peraltro effettuabili come accade in tutti i centri termali importanti grazie al servizio sanitario.
Una delle caratteristiche principali di Castel San Pietro Terme è senza dubbio la possibilità di camminare nella natura, infatti nella zona intorno alle terme sono nati con il tempo diversi sentieri che si snocciolano intorno al fiume Sillaro come il percorso ciclo pedonale “Brigata Maiella” questo sentiero ha un importanza valenza storica perché il 17 Aprile del 1945 il secondo corpo dell’armata polacca, il gruppo combattimento Friuli, e la Brigata Partigiana Maiella, tutti aggregati all’ottava britannica si mossero verso Castel San Pietro Terme per liberarla dall’occupazione nazifascista. Tutto il sentiero è lungo 5.3 chilometri e percorre appunto i passi di quei liberatori del passato e immergersi nel silenzio e nella gratitudine.
Ma Castel San Pietro Terme non è solo un posto da visitare esclusivamente per le sue terme il suo piccolo e raccolto centro storico è ideale per una passeggiata al sabato pomeriggio quando i bar di via Cavour praticamente la strada principale del paese dove sotto i portici che sovrastano il marciapiede si può sempre prendere un caffè seduti fuori, peccato solo che il passaggio alle macchine non sia mai vietato ma per fortuna non sono tante. La piazza più grande di Castel San Pietro è Piazza XX Settembre dove si erge anche il palazzo comunale e il Santuario del Crocifisso, una bella chiesa risalente al 1741, una costruzione che custodisce nel suo oratorio un crocifisso molto importante per i fedeli donato dal sacerdote battista Antonio Comelli nel 1543. Dal 1629 ogni quinta domenica di quaresima al santuario si tiene una festa proprio dedicata al crocifisso, purtroppo però attualmente la chiesa è temporaneamente chiusa.
Al paese di Castel San Pietro Terme non manca proprio nulla, dai bar ai negozi, alle botteghe dove acquistare il famoso miele di Castel San Pietro, un prodotto d’eccellenza della zona. Non mancano poi le locande dove mangiare le crescentine, classiche e famose in tutto il bolognese, piccoli pezzi di pasta lievitata alle quali vengono date svariate forme, generalmente come un piccolo panino, che poi fritto in abbondante olio o strutto, si accompagna a formaggi e salumi che si possono definire senza troppa modestia i migliori d’Italia. Se poi si è alla ricerca di un posto dove mangiare oltre a qualche piatto della tradizione anche pesce ed una buona pizza nel forno a legna disponibile anche a mezzogiorno il posto giusto è il ristorante Maraz in Piazza Vittorio Veneto 1, appena fuori dal centro storico a pochi metri dalla strada che conduce alle terme, un buon posto i cui prezzi sono assolutamente ragionevoli.
La cosa comoda inoltre di Castel san Pietro Terme è la sua posizione strategica, si può decidere di arrivare in paese in treno o bus partendo sia da Imola che da Bologna, la stazione dei treni dista una ventina di minuti a piedi dal centro storico mentre il bus numero 101 della linea Atc ferma alla stazione dei bus praticamente in pieno centro. Quindi Castel San Pietro Terme è la località perfetta sia per un fine settimana di relax, sia per una vacanza termale con i fiocchi che una gita fuori porta in qualsiasi momento dell’anno.

PORRETTA TERME UN GIOIELLO DA RECUPERARE

Leave a comment Standard

Se mi imbatto in una sensazione che non mi piace allora ecco che ho imparato a difendermi cercando non tanto di combattere la sensazione ma lasciando che essa fluisca fuori da me. In viaggio ci possono essere sensazioni bellissime e anche un pò meno, riflessioni che fanno sorridere altre un pò meno.

Mi sento turbata difronte al vecchio e anche bellissimo stabilimento termale di Porretta Terme, un piccolo e stupendo paese a un’ora di treno da Bologna, vicinissimo al confine con la regione Toscana. Porretta Terme un tempo fu una località termale di fama nazionale che adesso, non si capisce bene perché, è morta dietro al decadimento delle sue terme, eppure cavoli è bellissima e certamente una vacanza termale sarebbe davvero perfetta non fosse altro per il territorio naturale che ha tutto intorno e che la renderebbe una meta pazzesca sia per il recupero fisico che mentale.

La mia prima visita a Porretta Terme risale ai miei vent’anni quando avevo iniziato la mia nuova vita a Bologna dopo aver lasciato l’ingeneroso sud Italia(ingeneroso almeno sotto il profilo professionale) i soldi erano pochi, anzi pochissimi, tra me e il mio compagno le lotte per arrivare alla fine del mese erano disumane e di certo la domenica il mare, a un’ora di distanza. era impensabile e così dovevamo accontentarci del solito giro in centro o la classica salita a San Luca(per chi non lo conosce è una chiesa che domina Bologna dall’alto dei suoi colli) ma io sono sempre stata uno spirito libero, piena di voglia di scoprire, così se qualche volta riuscivamo anche a farci stare nelle spese anche qualche biglietto di treno o qualche grammo di benzina in più non si perdeva di certo tempo e scappava fuori, l’escursione che per me era come il viaggio dell’anno. Porretta Terme quindi si colloca di diritto tra i posti che per me hanno rappresentato ossigeno e poterci tornare a distanza di anni con il solo scopo di vivere un fine settimana di relax, mi sembrò quasi un sogno.

L’hotel Roma praticamente sul corso principale di Porretta terme è lì da sempre, un tempo quando le terme erano agibili era il punto di riferimento per tutti i vacanzieri, oggi le cose sono un pochino cambiate ma la proprietà è rimasta la stessa, affezionata a quei vecchi clienti che ancora tornano a Porretta terme per prendere un pò di aria buona e fresca almeno in estate. Le tariffe per una camera doppia con una scarna colazione si aggirano intorno ai 100 euro, sicuramente non proprio il giusto rapporto qualità prezzo, ma i gestori sono gentili e amichevoli e la posizione è fantastica.

Non ci sono molte cose da fare a Porretta Terme, i giovani si radunano nei bar della via principale e i bimbi corrono tre le vie del centro storico dove davvero non manca nulla e dove si respira pace e serenità.

Siamo al primo fine settimana di Novembre, l’autunno è già ben radicato, la nebbia ricopre le cime dei monti intorno a Porretta e l’atmosfera è davvero magica, quasi natalizia mi verrebbe da dire. Dal centro cittadino si possono fare un sacco di cammini a piedi infatti se le terme purtroppo sono cadute in disuso il turismo naturalistico è in crescita e per fortuna, perché i panorami che si possono vedere distanziandosi di poco dal centro storico sono mozzafiato. Per un momento mi sembra quasi di essere in Trentino, una piccola baita in lontananza ed il fragore dell’acqua che scorre da un piccolo ruscello mi sento davvero rifiorire insieme a quell’autunno che incombe su tutta la vallata e chiaramente ormai mi conoscete ogni scusa e buona per fare qualche asana di yoga quindi mani giunte sul capo per ringraziare la terra per questo dono.

Insomma Porretta Terme non avrà più le sue terme, che mi auguro come dicono torneranno a risplendere ma è un gioiello come tanti sparsi in Italia, perché come sostengo da sempre io, la ricchezza dello stivale sta nei piccoli gioielli dimenticati e che custodiscono un’anima autentica

Cosa fare a Bobbio il borgo più bello d’Italia

Leave a comment Standard

Bobbio è un borgo medioevale situato nella provincia di Piacenza dalla quale dista circa 45 chilometri e poco distante dal confine con la Liguria. Bobbio è una piccola perla incastrata nella bellissima Val di Trebbia, un borgo nel quale andare in qualsiasi stagione dell’anno e che lascia senza fiato non solo per la bellezza dei suoi monumenti ma anche per le innumerevoli possibilità di vivere la natura, partendo proprio dal centro, con lunghe passeggiate sulla Via Francigena che passa per il paese, oppure passeggiate in bici o a cavallo lungo le sponde del fiume Trebbia, un fiume dalle acque limpide che in estate diventa una spiaggia per chi sfugge dalla calure delle città vicine o per gli abitanti stessi che si godono le sponde del fiume come se fossero al mare.


Ho visitato il borgo di Bobbio in un freddo fine settimana di Febbraio quando con le temperature assai rigide, ho avuto il privilegio di vedere finalmente la neve lungo tutta la valle circostante.
Il simbolo storico di Bobbio è sicuramente il Ponte Gobbo la storia di questa antica struttura si perde nella notte dei tempi quando Bobbio diventa un centro di primissima importanza per il monachesimo occidentale infatti qui un monaco irlandese di nome San Colombano fonda un monastero che in breve tempo si trasforma in una prestigiosa biblioteca in cui ancora oggi sono conservati antichi testi latini sulla cristianità.
Arrivando a Bobbio è proprio il Ponte Gobbo detto anche Ponte del Diavolo a colpire, la struttura fu edificata sul fiume Trebbia e passeggiandoci sopra per entrare nel paese di Bobbio l’effetto scenico è davvero notevole, una panoramica sul piccolo borgo e sulla vallata. Bobbio è la destinazione perfetta per un fine settimana italiano, il borgo è abitato da 3500 abitanti, numero di persone che aumenta notevolmente soprattutto con l’arrivo della bella stagione soprattutto da quando è stato eletto da una trasmissione televisiva borgo dei borghi d’Italia, un ritorno d’immagine che ha giovato molto all’economia del paese ed al territorio circostante che ha cominciato a proporre attività d’intrattenimento per turisti proposti da agenzie locali,come trekking, rafting nel fiume ed anche degustazione di prodotti locali che qui vedono l’incrocio di tradizione emiliana unita a quella ligure.
Per iniziare la visita del centro storico di Bobbio si può partire dal Duomo di Bobbio un meraviglioso esempio di arte emiliana del quattrocento, al suo interno interessanti affreschi riscoperti solo qualche secolo più tardi rispetto alla sua edificazione poiché nascosti sotto un fitto strato di calce.
Altro simbolo da non perdere di Bobbio è il Castello Malaspina, costruito durante il Trecento, una roccaforte per i Guelfi mentre combattevano con i Ghibellini di Piacenza. Al suo interno si trova anche una terrazza panoramica dalla quale si può ammirare l’aerea circostante. Ma la bellezza indiscussa di Bobbio la si trova perdendosi tra i suoi vicoli ed ammirando i bellissimi palazzi finemente decorati appartenuti alle famiglie più prestigiose della zona, i Castelli e i Calvi che avevano l’abitudine di decorare le facciate delle loro abitazioni con motivi incisivi proprio per sottolineare la loro potenza.
Il borgo di Bobbio essendo diventato sempre più turistico negli ultimi anni ha visto l’apertura di nuovi bar e ristoranti che propongono la cucina locale come i famosi maccheroni alla bobbiese, pasta fatta in casa grazie all’utilizzo di un ferro da calza poi conditi con ragù di carne. Sarà l’influenza con la cucina ligure ma chi passa per Bobbio non può fare una sosta golosa presso Pizza del Monastero, una piccola panetteria situata in Piazza San Francesco, una bella piazza dove peraltro arrivano e partono i bus da Piacenza a soli due passi dal centro storico, qui il sabato mattino si tiene anche il mercato settimanale dove trovare eccellenti prodotti locali come formaggio di fossa e miele delle vicine aziende agricole. Pizza del Monastero è davvero diventata un’istituzione per chiunque arrivi a Bobbio, pizza al taglio con diverse farciture o classica pizza ligure si può scegliere e mangiare calda seduti all’esterno visto che il locale è molto piccolo e non ci sono tavoli o sedie al suo interno a parte il bancone davanti al quale sarà davvero difficile scegliere, da appassionata quale sono di grani alternativi consiglio l’impasto integrale, i prezzi non sono proprio a buon mercato ma in linea con quelli di altre città intorno ai 16/17 euro al chilo, una bontà che non ha prezzo come la possibilità di visitare Bobbio,una delle tante meraviglie italiane nascoste tra la Val di Trebbia.

5 COSE INSOLITE DA FARE A RAVENNA

Leave a comment Standard

Ravenna è una città dell’Emilia Romagna famosa,anzi famosissima,per i suoi mosaici tanto da essere inserita tra i patrimoni dell’ Unesco proprio per il valore artistico di tali creazioni. Il Mausoleo di Galla Placidia, il Duomo, Sant’Appolinnare Nuovo sono solo alcune delle cose da visitare assolutamente a Ravenna ma esistono anche monumenti o attività che esulano dal giro classico di Ravenna ma che meritano altrettanto attenzione:
1. A pochi metri dalla stazione dei treni di Ravenna si trova un piccolo gioiello architettonico(oltre che la mia chiesa preferita di Ravenna):la Basilica di San Giovanni Evangelista eretta nel V secolo dall’Imperatrice Galla Placidia. Questa bellissima chiesa è circondata da un bel giardino con aiole curate e piene di fiori.Al suo interno si compone di 3 navate realizzate in epoche differenti, molti dei mosaici che decorano la chiesa sono andati persi durante alcuni bombardamenti aerei del passato,mentre il campanile in stile gotico, datato X secolo,svetta imponente sul resto della costruzione. Ma la cosa che maggiormente colpisce di questo luogo di culto è senza dubbio l’esposizione ai lati della chiesa,di pezzi di pavimento che sono qui stati appesi dopo essere stati recuperati, i soggetti di queste vere e proprie opere d’arte sono prevalentemente personaggi fantastastici tratti da romanzi cortesi dell’epoca. L’ingresso è gratuito e se si arriva in macchina non sarà difficile trovare da parcheggiare nelle vicinanze.
2. Proseguendo dalla basilica di San Giovanni Evangelista si arriva in Piazza del Popolo,una delle piazze più belle di Ravenna dove sorge il Palazzo Comunale. Il Palazzo Comunale è costituito da due edifici contigui,Palazzo Veneziano e Palazzo Merlato, uniti da un voltone detto Cavalcavia che si apre su Via Cairoli, bellissima strada con piccoli negozi e qualche bar.Piazza del Popolo,su cui si affaccia il Palazzo Comunale,era il fulcro del potere cittadino e con la costruzione di Palazzo Veneziano avvenuta con l’insediamento dei veneziani in città,viene ampliata e selciata.Al Palazzo Comunale si accede attraverso uno scalone di pietra d’Istria al termine del quale si trova la Sala Preconsiliare, oggi utilizzata per la celebrazione dei monumenti e altri eventi istituzionali.
3. Un bel giretto al Mercato Coperto di Ravenna è obbligatorio in qualsiasi giorno dell’anno. Questo mercato si erge là dove nel V secolo c’era il fulcro delle attività commerciali della città. Il mercato Coperto di Ravenna così come appare attualmente è frutto di un lavoro architettonico certosino, un tempo c’era una pescheria che fu in seguito demolita e pian piano diede vita alla struttura esistente.Oggi oltre a contenere un supermercato coop ospita diversi ristoranti e negozi che propongono la vendita di prodotti locali.
4. Nel cuore di Ravenna, in via IV Novembre esiste una piccola pizzeria al taglio di nome Alice Pizza aperta sette giorni su sette che propone pizza farcita in mille gusti diversi. Oltre a preparare una pizza davvero fantastica nonostante sia cotta in forno elettrico, Alice pizza, utilizza nel suo impasto pochissimo lievito, peraltro madre, che diventa ideale anche per chi come me non digerisce facilmente l’impasto della pizza tradizionale, poichè questo resta molto leggero. Si può decidere di farsi preparare un vassoio con diversi gusti di farciture, quello solo con pomodoro fresco, olive nere e basilico è senza dubbio uno dei migliori se si è vegetariani,in alternativa si può anche optare per i gusti più classici. Il prezzo è nella norma e stabilito in base al peso della pizza scelta. All’esterno del piccolo locale ci sono a disposizione dei clienti un pò di tavolini dove sedersi a mangiare la pizza.
5. Ravenna però non è solo arte ed a pochi chilometri dalla città si può trovare un bel mare, o meglio un ambiente marino molto distensivo, perché nonostante i colori di questo tratto di mare Adriatico non siano di certo da cartolina a Marina di Ravenna si può vivere la vita all’aria aperta fermandosi nella lussureggiante pineta di Ravenna a pochi passi dal mare. In questa pineta ci sono percorsi ed aree attrezzate anche per fermarsi a fare una pausa pranzo o semplicemente a ritrovare il benessere fisico e mentale che solo la natura può offrire. La pineta è meravigliosa durante tutto l’anno per i suoi profumi, i suoi colori e con l’avvento della bella stagione diventa il luogo migliore dove fare sport.Non distante dalla stazione dei treni ferma il bus numero 70 della compagnia di trasporto locale che vi conduce a Marina di Ravenna in circa 15 minuti spendendo pochi euro.

Prima di concludere la vista di questa Ravenna insolita ci sta un piccolo giretto al giardino Rasponi, un orto botanico molto curato dove crescono anche erbe aromatiche, l’atmosfera di questo giardino che rimane all’incrocio tra via Rasponi e via Guerrini, un angolo di verde ad accesso gratuito dove sedersi anche a bere un aperitivo.