Seul ha fatto un passo avanti talmente grande da aver in qualche modo dimenticato le sue radici più profonde che rimandano alla storia antica del paese. Ma se la sagoma della città è ormai ben definita dagli alti grattacieli, che spuntano come fiori in ogni angolo, esistono ancora dei posti che richiamano al passato, come il palazzo reale di Gyeongbokgung, costruito e ricostruito più volte sotto la dinastia Joseon.
Gyeongbokgung è sicuramente il sito storico più visitato di tutta la città di Seul, si arriva comodamente in metro prendendo la linea 3. Si può scendere sia alla fermata Anguk, dalla quale il palazzo dista circa 5 minuti a piedi o a quella di Jongno distante una decina di minuti se si percorre Donhwamun Street sulla quale sorgono diversi negozi.
Il biglietto d’ingresso per il palazzo reale di Gyeongbokgung ha un costo di 3000 Won che diventano 8000 se si vuole visitare anche il giardino segreto. Se invece si arriva al palazzo reale vestiti con l’abito tipico, il cosiddetto hanbok, noleggiabile in molti negozi intorno alla zona, l’ingresso è gratuito, quest’agevolazione non vale durante le aperture serali nel periodo estivo o per eventi speciali. Ad ogni modo preparatevi a trovare parecchia folla in visita al palazzo perché, come succede in molti siti super turistici, arrivano continuamente gruppi in visita che a volte non consentono una visita in tranquillità come invece accade nel piccolo ma assolutamente delizioso ed imperdibile, Jongmyo Shirne, un santuario tra i più antichi e autentici di tutta la Corea del sud inserito tra i beni Unesco, una perla trovata praticamente per caso seguendo un simbolo sacro indicato sulla mia mappa cartacea della città di Seul.
Il Jongmyo Shirne si trova in Jong-ro 157 ed arrivarci direttamente a piedi dal palazzo reale richiederà al massimo una ventina di minuti, passando tra le caratteristiche viuzze che costituiscono il quartiere Bukchon dove si trovano le antiche case coreane nelle quali spesso sono allestite piccole botteghe di artigianato e ostelli.
Il biglietto d’ingresso per il santuario Jongmyo costa solo 1000 Won e non nascondo di averlo visitato più volte durante la mia permanenza nella città, consacrandolo il mio posto del cuore a Seul. Questo è un luogo sacro per il confucianesimo, il giardino che lo circonda è molto curato ospita un piccolo laghetto che in inverno è completamente ghiacciato e dal quale si gode una vista molto suggestiva sulla Seul Tower, il simbolo futuristico della città che piano piano sta rubando la scena a quella che è stata per anni una città legata alle tradizioni e che oggi sembra sempre più distante da esse, propensa più che mai ad affermarsi come potenza economica.