IL MANGO DI SICILIA: un concentrato di salute

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Penso alla prima volta in cui ho assaggiato il mango, ero in Sri Lanka insieme ad una preparata e bravissima guida con la quale avevo pianificato un giro in quella terrà straordinaria.

Era la mia prima volta in Asia ormai credo 14 anni fa ed è stato proprio durante quel viaggio che è iniziato il cambiamento, quel radicale cambio di rotta che oggi più che ma mi porta a sognare, desiderare e pianificare di vivere un giorno proprio in Asia. Chissà perché tutte le volte sento sempre la necessità di scrivere quanto amo l’Asia, chi mi legge e chi mi conosce bene ormai lo sa bene ma cavoli è più forte di me devo ripeterlo forse perché scrivendolo e ripetendolo sento ancora più vicina la realizzazione del sogno. Ma torniamo al mango e a come io lo abbia conosciuto. Mentre il caro Sam, la guida di Colombo piena di sapere e bontà, guida tra le scalcinate strade dello Sri Lanka in direzione Candy, una delle città più sacre dell’isola, ferma, accosta la macchina al ciglio della strada ed esce dell’abitacolo senza proferire parola, io e il mio compagno abbiamo pensato si trattasse di un bisogno fisiologico impellente ma così non sarà e dopo una manciata di minuti torna in macchina sorridente e con due grosse buste cariche di non so bene che cosa porgendomene una. Mi guarda e mi dice: “for you, this is the gold of Asia” ricordo ancora quelle parole: per te questo è l’oro dell’Asia il mango un dolce e meraviglioso frutto che quando lo compri in Italia oltre a farti sentire tremendamente in colpa per aver scelto un frutto che per arrivare a destinazione ha prodotto inquinamento, non è affatto buono, il più delle volte acerbo, troppo maturo o completamente senza gusto.

La sera di rientro al mio hotel nel cuore dello Sri lanka il mio unico pensiero era quello di assaggiare quell’oro d’Asia e con una specie di coltellino in plastica mi avvicino ad esso come in procinto di fare un’operazione chirurgica. Fin da subito mi accorgo che aprirlo per finalmente mangiarlo non richiederà molto tempo e alla prima incisione con il coltello la pelle viene via con naturalezza, pelle peraltro che viene ripulita con cura da un simpatico macaco mio amico durante la mia permanenza in zona.

Quando arriva finalmente il momento di assaggiarlo non sapevo bene cosa aspettarmi perchè non avevo mai mangiato un mango fino a quel momento ma ecco che si compie quasi una specie di miracolo, mi sento invasa da un sapere talmente intenso e appagante che mai avevo provato prima con un cibo neppure con le fragole che fino ad allora erano in assoluto il mio frutto preferito. La bontà del mango mi ha stupito, lasciato senza parole tanto da diventare in un sacco di giornate trascorse in Asia fin ora non solo la mia merenda ma anche il pranzo stesso, io che ho sempre avuto un certo senso della misura con il cibo mi sono accorta che davanti ad un mango divento matta.

Ma poi arriva il disastro chiamato CO…. e tutto si complica niente viaggi in Asia ormai da 18 mesi e oltre al dolore immenso per la mancanza di quella che ormai considero la mia casa anche la mancanza del mango. Ma la vita sa essere imprevedibile e la città di Palermo con la sua comunità di induisti più grande d’Italia, gli odori speziati negli angoli di Ballarò diventano quasi un rimedio alla nostalgia dell’Asia ancora di più ora che ho scoperto il mango di Sicilia.

La Sicilia climaticamente è la regione d’Italia più fortunata, le temperature favorevoli consentono la produzione di frutti esotici anche biologici come il mango ed è così che molte aziende agricole si sono specializzate nella coltivazione del mango e di altra frutta esotica con un risultato eccellente che nulla ha da invidiare a quelli asiatici, chiaramente i prezzi sono quelli italiani e quindi se in Asia li compri davvero con pochi spiccioli devi considerare tra i 4/5 euro per un chilo di manghi siciliani, questo almeno al mercato di Ballarò, uno dei simboli di Palermo, dove andavo praticamente ogni giorno durante la mia permanenza. Devo anche dire di aver trovato dei manghi siciliani all’interno del supermercato Lidl al costo di 1.49 euro al pezzo non buoni come quelli di Ballarò che peraltro acquistavo da una cara signora di origini indiane, ma assolutamente “mangiabili”.

La coltivazione di frutta esotica in Sicilia è un’esperimento al quale diverse aziende agricole si stanno indirizzando fin ora con ottimi risultati una fra queste è la Papamango che ha le sue coltivazioni direttamente affacciate sulla costa tirrenica ai piedi dei Monti Nebrodi difronte a quell’incanto di nome Eolie. L’azienda agricola vanta diversi tipi di coltivazione di mango che si estendono su ben 4 ettari di filari mangheti bellissimi, uno spettacolo per gli occhi.La produzione di mango è abbastanza estesa da garantire la vendita al dettaglio da luglio fino a Novembre. Il mango ha tante qualità nutrizionali eccellenti ed un vero e proprio elisir di salute ed anche bellezza perchè la sua polpa diventa un’ottima maschera di bellezza. Insomma il mango siciliano riscuote successo e conferme, tante conferme da parte dai consumatori e da parte mia, una conferma non solo che il mango di Sicilia è buonissimo ma che in quest’isola di sole e mare si può trovare un angolo della mia amata Asia

BAGHERIA: la città delle ville siciliane

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A soli dieci minuti di treno dalla città di Palermo esiste una città di nome Bagheria che in pochi prendono in considerazione di visitare ma che ha un valore storico altissimo. Bagheria in passato era considerato il luogo per eccellenza per i palermitani benestanti che passavano qui lunghi periodi di villeggiatura, alloggiando in ville bellissime che sono diventate l’emblema della città.

Arrivando in treno da Palermo la stazione dei treni si trova proprio difronte ad una delle tante ville della città, Villa Aragona Cutò risalente alla prima metà del settecento e costruita per volontà di Baldassarre Naselli principe di Aragona. Questa villa è anche conosciuta come Palazzo Cutò e ospita la biblioteca, la sua forma è massiccia e quadrata ed è caratterizzata da un’altana dalla quale si godeva di un bellissimo panorama. I decori al suo interno sono di ottima fattura ed oggi al suo interno è allestita la biblioteca comunale e il Museo del giocattolo Pietro Piraino.


Dalla stazione prendendo una delle qualsiasi vie che vanno verso su si arriva in quello che è il centro di questa città che piccola non è di certo, popolata da circa 56000 abitanti, quindi non manca proprio nulla in città e può essere anche una base eccellente se si vuole sostare in zona qualche giorno per spostarsi verso altre città vicine come Termini Imerese o il piccolo borgo di mare di Aspra sulla costa, distante dalla città pochi chilometri e raggiungibile anche con il servizio pubblico di bus.


Dopo meno di dieci minuti a piedi dalla stazione si arriva in Corso Umberto I, il cuore pulsante della città, molto animato e pieno di negozi e bar dove si concentra buona parte della popolazione a spasso. Fortunatamente è una zona a traffico limitato e quindi ci si può godere una bella camminata senza il caos intenso di alcune ore del giorno.
Purtroppo molte delle ville di Bagheria sono andate distrutte ma a testimonianza della loro grandiosa presenza sparse per il centro si trovano diversi piloni come quello di Villa Mortillaro, questo alto pilone sopravvissuto, segnava l’ingresso nella monumentale tenuta del Marchese Mortillaro, una residenza talmente estesa che arrivava fino alla città di Palermo. Altra residenza assolutamente interessante è Villa Palagonia la cui caratteristica principale è la presenza di sculture grottesche ed è per questo che viene anche denominata villa dei mostri, infatti il viale d’ingresso è sormontato da strane ed inquietanti statue tanto che Goethe, quando visitò la villa, coniò il termine pallagonico, ovvero opera deforme e folle. Il costo del biglietto per accedere a Villa Palagonia è di 6 euro e vale davvero la pena soffermarsi non solo sulla villa ma anche sul giardino che la circonda che ha esso stesso ispirato tante leggende.
Tra un giro tra una villa e l’altra vale la pena anche fermarsi a visitare qualche chiesa cittadina, come quella della Natività di Maria risalente al 1771,il suo prospetto è imponente realizzato in stile neoclassico in pietra di Aspra.


Mi raccomando però di non lasciare Bagheria senza aver assaggiato il famoso Sfincione Bagherese una sorta di focaccia alta e morbida ricoperta di tuma, un formaggio siciliano, acciughe, ricotta, cipolle bianche appassite in padella e mollica di pane tostato, a detta del mio compagno di viaggio onnivoro, una vera bontà, che si compra presso tutti i panifici di Bagheria al meno di 2 euro. Io invece che sono vegetariana sono stata attratta da un cartello esposto fuori da un negozietto di frutta e verdura sul quale c’era scritto pesche di Bivona 3 euro al chilo, ovviamente non potevo esimermi dal comprarle e sono diventate la mia droga nei due giorni di permanenza a Bagheria. Bivona non è proprio vicino a Bagheria, in linea d’aria ci saranno una cinquantina di chilometri e risiede nella provincia di Agrigento, ma è stata l’occasione per scoprire l’ennesima meraviglia della Sicilia, una terra ricca non solo di bellezze architettoniche ma anche di tante, tantissime prelibatezze che madre natura regala.

Raggiungere Mondello la spiaggia caraibica di Palermo

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La chiamano la spiaggia caraibica di Palermo ed in effetti, a parte i paragoni più o meno appropriati, la spiaggia di Mondello è davvero splendida, i suoi colori sono incredibili e anche fuori stagione vale sempre la pena farci un salto se si è a Palermo.


La spiaggia di Mondello è praticamente il litorale più trendy della città di Palermo qui si viene per farsi un bagno anche fuori stagione, per mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona o anche solo per concedersi una passeggiata distensiva. La cosa più bella di Mondello oltre alla bellezza del suo mare e della sua candida sabbia, è la possibilità di raggiungerla comodamente partendo dal centro di Palermo utilizzando i mezzi pubblici, in alternativa una buona idea, una volta giunti a destinazione, è quella di fermarsi qualche giorno soggiornando presso uno degli alberghi presenti in questo piccolo borgo se così si può chiamare.

Negli ultimi anni a Mondello sono sorte molte guest house, i prezzo partono dai 70 euro a notte per camera doppia con colazione, altrimenti si può optare per qualche hotel, ce ne sono diversi e molti di essi anche abbastanza lussuosi.Un buon compromesso tra prezzo, posizione e servizio è l’Hotel Conchiglia d’Oro in viale Cloe numero 9, distante dalla spiaggia circa dieci minuti a piedi, situato in una zona tranquilla e circondato da un bel giardino, ideale quindi per chi intende rimanere fuori dal caos cittadino dell’estate che porta Mondello ad essere una meta super affollata sia da locali che dai turisti che la scelgono proprio per il suo meraviglioso mare. La posizione geografica di Mondello e di tutta la Sicilia, la rende la destinazione perfetta per i viaggi fuori stagione, ottobre è un mese ottimo per godere ancora del sole caldo e dei bagni di mare ad una temperatura assolutamente confortevole, consigliata una maschera per chi desidera fare amicizia con i tanti pesci che nuotano tra le acque del litorale.

Mangiare a Mondello non è mai un problema ci sono ristoranti di pesce, pizzerie e gastronomie dove trovare di tutto e per tutti i gusti in termini di cucina locale, unico inconveniente se si viaggia da queste parti in autunno e che alcuni piccoli negozi di alimentari o supermercati potrebbero essere chiusi anche se sono sempre reperibili beni di prima necessità come pane, frutta fresca e bevande varie. Durante il fine settimana oltre ai turisti si aggiungono anche i residenti in zona e quindi la zona diventa abbastanza vivace piena anche di venditori ambulanti che fanno la spola tra la spiaggia e il lungomare, una confusione però che almeno fuori stagione non mette disagio ma solo allegria.


COME ARRIVARE A MONDELLO DA PALERMO
La maniera migliore per arrivare a Palermo è quella di prendere il bus numero 806 della compagnia locale Amat, il biglietto si può acquistare presso tutte le edicole e i tabacchi autorizzati alla vendita al costo di 1.40 per una validità di 90 minuti, in alternativa lo si può anche fare a bordo ad un costo maggiorato. Il bus parte da Piazza Crispi anche se su alcune guide si parla anche di una fermata a Piazza Sturzi,della quale però non ho certezza. Piazza Crispi si trova a circa una decina di minuti dal Teatro Politeama, le corse sono abbastanza frequenti durante tutto il giorno ed il tragitto è molto interessante perché lascia presagire la bellezza naturale della zona che non è fatta solo di spiagge e mare ma anche di sentieri ciclo pedonali da fare immersi nella natura.