IL MANGO DI SICILIA: un concentrato di salute

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Penso alla prima volta in cui ho assaggiato il mango, ero in Sri Lanka insieme ad una preparata e bravissima guida con la quale avevo pianificato un giro in quella terrà straordinaria.

Era la mia prima volta in Asia ormai credo 14 anni fa ed è stato proprio durante quel viaggio che è iniziato il cambiamento, quel radicale cambio di rotta che oggi più che ma mi porta a sognare, desiderare e pianificare di vivere un giorno proprio in Asia. Chissà perché tutte le volte sento sempre la necessità di scrivere quanto amo l’Asia, chi mi legge e chi mi conosce bene ormai lo sa bene ma cavoli è più forte di me devo ripeterlo forse perché scrivendolo e ripetendolo sento ancora più vicina la realizzazione del sogno. Ma torniamo al mango e a come io lo abbia conosciuto. Mentre il caro Sam, la guida di Colombo piena di sapere e bontà, guida tra le scalcinate strade dello Sri Lanka in direzione Candy, una delle città più sacre dell’isola, ferma, accosta la macchina al ciglio della strada ed esce dell’abitacolo senza proferire parola, io e il mio compagno abbiamo pensato si trattasse di un bisogno fisiologico impellente ma così non sarà e dopo una manciata di minuti torna in macchina sorridente e con due grosse buste cariche di non so bene che cosa porgendomene una. Mi guarda e mi dice: “for you, this is the gold of Asia” ricordo ancora quelle parole: per te questo è l’oro dell’Asia il mango un dolce e meraviglioso frutto che quando lo compri in Italia oltre a farti sentire tremendamente in colpa per aver scelto un frutto che per arrivare a destinazione ha prodotto inquinamento, non è affatto buono, il più delle volte acerbo, troppo maturo o completamente senza gusto.

La sera di rientro al mio hotel nel cuore dello Sri lanka il mio unico pensiero era quello di assaggiare quell’oro d’Asia e con una specie di coltellino in plastica mi avvicino ad esso come in procinto di fare un’operazione chirurgica. Fin da subito mi accorgo che aprirlo per finalmente mangiarlo non richiederà molto tempo e alla prima incisione con il coltello la pelle viene via con naturalezza, pelle peraltro che viene ripulita con cura da un simpatico macaco mio amico durante la mia permanenza in zona.

Quando arriva finalmente il momento di assaggiarlo non sapevo bene cosa aspettarmi perchè non avevo mai mangiato un mango fino a quel momento ma ecco che si compie quasi una specie di miracolo, mi sento invasa da un sapere talmente intenso e appagante che mai avevo provato prima con un cibo neppure con le fragole che fino ad allora erano in assoluto il mio frutto preferito. La bontà del mango mi ha stupito, lasciato senza parole tanto da diventare in un sacco di giornate trascorse in Asia fin ora non solo la mia merenda ma anche il pranzo stesso, io che ho sempre avuto un certo senso della misura con il cibo mi sono accorta che davanti ad un mango divento matta.

Ma poi arriva il disastro chiamato CO…. e tutto si complica niente viaggi in Asia ormai da 18 mesi e oltre al dolore immenso per la mancanza di quella che ormai considero la mia casa anche la mancanza del mango. Ma la vita sa essere imprevedibile e la città di Palermo con la sua comunità di induisti più grande d’Italia, gli odori speziati negli angoli di Ballarò diventano quasi un rimedio alla nostalgia dell’Asia ancora di più ora che ho scoperto il mango di Sicilia.

La Sicilia climaticamente è la regione d’Italia più fortunata, le temperature favorevoli consentono la produzione di frutti esotici anche biologici come il mango ed è così che molte aziende agricole si sono specializzate nella coltivazione del mango e di altra frutta esotica con un risultato eccellente che nulla ha da invidiare a quelli asiatici, chiaramente i prezzi sono quelli italiani e quindi se in Asia li compri davvero con pochi spiccioli devi considerare tra i 4/5 euro per un chilo di manghi siciliani, questo almeno al mercato di Ballarò, uno dei simboli di Palermo, dove andavo praticamente ogni giorno durante la mia permanenza. Devo anche dire di aver trovato dei manghi siciliani all’interno del supermercato Lidl al costo di 1.49 euro al pezzo non buoni come quelli di Ballarò che peraltro acquistavo da una cara signora di origini indiane, ma assolutamente “mangiabili”.

La coltivazione di frutta esotica in Sicilia è un’esperimento al quale diverse aziende agricole si stanno indirizzando fin ora con ottimi risultati una fra queste è la Papamango che ha le sue coltivazioni direttamente affacciate sulla costa tirrenica ai piedi dei Monti Nebrodi difronte a quell’incanto di nome Eolie. L’azienda agricola vanta diversi tipi di coltivazione di mango che si estendono su ben 4 ettari di filari mangheti bellissimi, uno spettacolo per gli occhi.La produzione di mango è abbastanza estesa da garantire la vendita al dettaglio da luglio fino a Novembre. Il mango ha tante qualità nutrizionali eccellenti ed un vero e proprio elisir di salute ed anche bellezza perchè la sua polpa diventa un’ottima maschera di bellezza. Insomma il mango siciliano riscuote successo e conferme, tante conferme da parte dai consumatori e da parte mia, una conferma non solo che il mango di Sicilia è buonissimo ma che in quest’isola di sole e mare si può trovare un angolo della mia amata Asia

Come visitare Isola delle Femmine, una delle aree marine protette più belle del Mar Tirreno

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Farò ancora una piccola sintesi sul perchè io mi sia fatta stregare dalla città di Palermo che è diventata come una specie di caldo rifugio da quando, per la pandemia, mi è stato interdetto il ritorno in Asia. Molti si chiederanno cosa centri l’Asia con la Sicilia ed io rispondo che proprio su quest’isola dai mille colori esiste una relazione molto profonda con il continente asiatico poiché vi abita una nutrita comunità di induisti che hanno creato a Palermo una comunità che è diventata la più grande d’Italia. Detto ciò o meglio ridetto ciò torniamo a Palermo ed a tutti quei meravigliosi luoghi che si possono raggiungere da questa bella città. Dopo aver soggiornato, amato e gustato, si fa per dire, il mare paradisiaco di Mondello, comodamente raggiunto in bus dal centro città, è la volta di un altro angolo di meraviglia questa volta direttamente raggiunto in treno dopo il mio volo diretto Ryanair Rimini- Palermo. Sto parlando di Isola delle Femmine un’amena cittadina in provincia di Palermo di cui ci si può letteralmente innamorare. I treni che partono direttamente dallo scalo palermitano di Punta Raisi impiegano 21 minuti per arrivare nel comune di Isola delle Femmine, il costo a persona è di 5.90. Il piccolo centro storico è praticamente a ridosso della stazione ma di hotel qui non ce ne sono ed io per una volta cercavo qualcosa dalla quale poter godere di una vista speciale e così, usciti dalla stazione dei treni abbiamo girato a sinistra percorrendo per circa una ventina di minuti via Libertà sulla quale abbiamo trovato il Saracen Sands Hotel una struttura che appartiene ad una catena alberghiera che, nonostante animazione piscinona e servizi ha grande hotel, soddisfa in pieno la mia necessità, avere una vista da sballo per un paio di giorni. Le tariffe per questa struttura sono un pochino altine per i miei canoni ma essendo fine settembre riesco ad approfittare di una discreta offerta pari a 100 euro a notte per camera e colazione. Non amo generalmente le grandi e fredde strutture anche se non giudico a priori e soprattutto non condanno se danno da lavorare a un sacco di persone, in alcuni casi molto prodighi in altri molto meno ma a parte ciò devo dire che davvero il suo punto di forza è la vista che mi ha nutrito più della colazione stessa fatta su una bella terrazza con affaccio sul mare. Il mare, quello vero come dico io, è pieno di pesci e la maschera ed il boccaglio sono utili soprattutto se si va sul lato scoglioso della costa, qui la vita marina è brulicante non per altro questa zona costiera è un area marina protetta qui non solo pesci di molte specie nuotano ma non è raro avvistare stenelle, un tipo di delfino molto facile da incontrare nel Mar Tirreno dove si affaccia il comune di Isola delle Femmine. Ma la caratteristica che rende straordinario il piccolo comune di circa 7000 anime di Isola delle Femmine è proprio la piccola isoletta che si adagia placidamente difronte al paese, inserita nel mezzo di questa riserva marina. Il perché si chiami proprio Isola delle Femmine è ancora un mistero, molte leggende girano intorno a questo luogo ma con ogni probabilità a detta di alcuni anziani del luogo la versione più accreditata vuole che l’isola in passato fosse servito come carcere penitenziario femminile.

Anche il piccolo paese di Isola delle Femmine è grazioso,una piccola piazzetta con un paio di piccoli ristorantini devo dire non proprio eccezionali e una chiesetta deliziosa a far da cornice. Se si alloggia sul lungomare dove si affaccia non solo il Saracen Sands Hotel ma anche altre strutture ricettive, si deve mettere in conto una quindicina di minuti a piedi per il centro storico e di certo non ci si deve aspettare un brulicante lungomare in stile riviera romagnola ma solo un marciapiede, talvolta non in buonissime condizioni e una natura selvaggia e dirompente dalla quale sarà difficile staccarsi ve lo assicuro. Unico neo di questo posto così meraviglioso è il gran numero di rifiuti abbandonati qua e là, uno scempio per gli occhi e per il cuore, purtroppo comune a moltissimi altri luoghi della stessa Italia e del mondo intero.

Se poi proprio non ci si vuole staccare dalle folle palermitane consiglio ugualmente di non perdere una bella gita giornaliera per Isola delle Femmine partendo direttamente dalla stazione centrale, 43 minuti di treno, un biglietto di 2.80 a tratta e sarete in paradiso…..

BAGHERIA: la città delle ville siciliane

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A soli dieci minuti di treno dalla città di Palermo esiste una città di nome Bagheria che in pochi prendono in considerazione di visitare ma che ha un valore storico altissimo. Bagheria in passato era considerato il luogo per eccellenza per i palermitani benestanti che passavano qui lunghi periodi di villeggiatura, alloggiando in ville bellissime che sono diventate l’emblema della città.

Arrivando in treno da Palermo la stazione dei treni si trova proprio difronte ad una delle tante ville della città, Villa Aragona Cutò risalente alla prima metà del settecento e costruita per volontà di Baldassarre Naselli principe di Aragona. Questa villa è anche conosciuta come Palazzo Cutò e ospita la biblioteca, la sua forma è massiccia e quadrata ed è caratterizzata da un’altana dalla quale si godeva di un bellissimo panorama. I decori al suo interno sono di ottima fattura ed oggi al suo interno è allestita la biblioteca comunale e il Museo del giocattolo Pietro Piraino.


Dalla stazione prendendo una delle qualsiasi vie che vanno verso su si arriva in quello che è il centro di questa città che piccola non è di certo, popolata da circa 56000 abitanti, quindi non manca proprio nulla in città e può essere anche una base eccellente se si vuole sostare in zona qualche giorno per spostarsi verso altre città vicine come Termini Imerese o il piccolo borgo di mare di Aspra sulla costa, distante dalla città pochi chilometri e raggiungibile anche con il servizio pubblico di bus.


Dopo meno di dieci minuti a piedi dalla stazione si arriva in Corso Umberto I, il cuore pulsante della città, molto animato e pieno di negozi e bar dove si concentra buona parte della popolazione a spasso. Fortunatamente è una zona a traffico limitato e quindi ci si può godere una bella camminata senza il caos intenso di alcune ore del giorno.
Purtroppo molte delle ville di Bagheria sono andate distrutte ma a testimonianza della loro grandiosa presenza sparse per il centro si trovano diversi piloni come quello di Villa Mortillaro, questo alto pilone sopravvissuto, segnava l’ingresso nella monumentale tenuta del Marchese Mortillaro, una residenza talmente estesa che arrivava fino alla città di Palermo. Altra residenza assolutamente interessante è Villa Palagonia la cui caratteristica principale è la presenza di sculture grottesche ed è per questo che viene anche denominata villa dei mostri, infatti il viale d’ingresso è sormontato da strane ed inquietanti statue tanto che Goethe, quando visitò la villa, coniò il termine pallagonico, ovvero opera deforme e folle. Il costo del biglietto per accedere a Villa Palagonia è di 6 euro e vale davvero la pena soffermarsi non solo sulla villa ma anche sul giardino che la circonda che ha esso stesso ispirato tante leggende.
Tra un giro tra una villa e l’altra vale la pena anche fermarsi a visitare qualche chiesa cittadina, come quella della Natività di Maria risalente al 1771,il suo prospetto è imponente realizzato in stile neoclassico in pietra di Aspra.


Mi raccomando però di non lasciare Bagheria senza aver assaggiato il famoso Sfincione Bagherese una sorta di focaccia alta e morbida ricoperta di tuma, un formaggio siciliano, acciughe, ricotta, cipolle bianche appassite in padella e mollica di pane tostato, a detta del mio compagno di viaggio onnivoro, una vera bontà, che si compra presso tutti i panifici di Bagheria al meno di 2 euro. Io invece che sono vegetariana sono stata attratta da un cartello esposto fuori da un negozietto di frutta e verdura sul quale c’era scritto pesche di Bivona 3 euro al chilo, ovviamente non potevo esimermi dal comprarle e sono diventate la mia droga nei due giorni di permanenza a Bagheria. Bivona non è proprio vicino a Bagheria, in linea d’aria ci saranno una cinquantina di chilometri e risiede nella provincia di Agrigento, ma è stata l’occasione per scoprire l’ennesima meraviglia della Sicilia, una terra ricca non solo di bellezze architettoniche ma anche di tante, tantissime prelibatezze che madre natura regala.

Raggiungere Mondello la spiaggia caraibica di Palermo

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La chiamano la spiaggia caraibica di Palermo ed in effetti, a parte i paragoni più o meno appropriati, la spiaggia di Mondello è davvero splendida, i suoi colori sono incredibili e anche fuori stagione vale sempre la pena farci un salto se si è a Palermo.


La spiaggia di Mondello è praticamente il litorale più trendy della città di Palermo qui si viene per farsi un bagno anche fuori stagione, per mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona o anche solo per concedersi una passeggiata distensiva. La cosa più bella di Mondello oltre alla bellezza del suo mare e della sua candida sabbia, è la possibilità di raggiungerla comodamente partendo dal centro di Palermo utilizzando i mezzi pubblici, in alternativa una buona idea, una volta giunti a destinazione, è quella di fermarsi qualche giorno soggiornando presso uno degli alberghi presenti in questo piccolo borgo se così si può chiamare.

Negli ultimi anni a Mondello sono sorte molte guest house, i prezzo partono dai 70 euro a notte per camera doppia con colazione, altrimenti si può optare per qualche hotel, ce ne sono diversi e molti di essi anche abbastanza lussuosi.Un buon compromesso tra prezzo, posizione e servizio è l’Hotel Conchiglia d’Oro in viale Cloe numero 9, distante dalla spiaggia circa dieci minuti a piedi, situato in una zona tranquilla e circondato da un bel giardino, ideale quindi per chi intende rimanere fuori dal caos cittadino dell’estate che porta Mondello ad essere una meta super affollata sia da locali che dai turisti che la scelgono proprio per il suo meraviglioso mare. La posizione geografica di Mondello e di tutta la Sicilia, la rende la destinazione perfetta per i viaggi fuori stagione, ottobre è un mese ottimo per godere ancora del sole caldo e dei bagni di mare ad una temperatura assolutamente confortevole, consigliata una maschera per chi desidera fare amicizia con i tanti pesci che nuotano tra le acque del litorale.

Mangiare a Mondello non è mai un problema ci sono ristoranti di pesce, pizzerie e gastronomie dove trovare di tutto e per tutti i gusti in termini di cucina locale, unico inconveniente se si viaggia da queste parti in autunno e che alcuni piccoli negozi di alimentari o supermercati potrebbero essere chiusi anche se sono sempre reperibili beni di prima necessità come pane, frutta fresca e bevande varie. Durante il fine settimana oltre ai turisti si aggiungono anche i residenti in zona e quindi la zona diventa abbastanza vivace piena anche di venditori ambulanti che fanno la spola tra la spiaggia e il lungomare, una confusione però che almeno fuori stagione non mette disagio ma solo allegria.


COME ARRIVARE A MONDELLO DA PALERMO
La maniera migliore per arrivare a Palermo è quella di prendere il bus numero 806 della compagnia locale Amat, il biglietto si può acquistare presso tutte le edicole e i tabacchi autorizzati alla vendita al costo di 1.40 per una validità di 90 minuti, in alternativa lo si può anche fare a bordo ad un costo maggiorato. Il bus parte da Piazza Crispi anche se su alcune guide si parla anche di una fermata a Piazza Sturzi,della quale però non ho certezza. Piazza Crispi si trova a circa una decina di minuti dal Teatro Politeama, le corse sono abbastanza frequenti durante tutto il giorno ed il tragitto è molto interessante perché lascia presagire la bellezza naturale della zona che non è fatta solo di spiagge e mare ma anche di sentieri ciclo pedonali da fare immersi nella natura.

Cosa fare a Castellammare del Golfo, uno dei borghi più belli della Sicilia

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Mi ci è voluta una sola occhiata a circa un chilometro dall’ingresso nel centro storico vero e proprio ed era già amore, Castellammare del Golfo mi ha conquistata subito. Raggiungibile da Trapani o Palermo o come nel mio caso da Mazara del Vallo in treno, il borgo di Castellammare del Golfo è perfetto per una vacanza in relax, tra mare bellissimo, storia antica e paesaggi da perdere il fiato.
Le cose da fare a Castellammare del Golfo sono diverse. Se si vogliono riempiere le giornate di tanto sole e mare senza spostarsi dal centro cittadino con la macchina o altri mezzi si può optare per la lunga e bellissima spiaggia la Playa, raggiungibile dal centro storico in una ventina di minuti, basta seguire il lungomare in direzione della stazione dei treni. Intorno a questa zona negli ultimi anni sono sorti diversi grandi hotel e qualche campeggio che rimangono generalmente in posizione sopraelevata rispetto all’arenile così da regalare ai villeggianti un panorama che spazia dalle dolci montagne del complesso montuoso Inici, ad un cielo azzurro che si confonde con i colori brillanti del mare, le cui acque sono chiare ed invitanti. Intorno alla spiaggia ci sono dei piccoli bar e ristoranti e la possibilità di noleggiare qualche ombrellone o sdraio. Agli inizi dell’autunno, periodo peraltro perfetto per visitare non solo Castellammare ma tutta la Sicilia, sono molti gli sportivi amanti della vela a popolare la spiaggia della Playa, in quelle giornate più ventose con ancora il sole caldo per buona parte del giorno è davvero gradevole fermarsi in qualche bar a guardare il mare mosso con le vele colorate a far da contorno.
Se al contrario non si ha la minima intenzione di fare strada a piedi allora la soluzione migliore è optare per la spiaggia cittadina di Cala Petròlo, un litorale dove si mischiano ciottoli e sabbia, una spiaggia storica che si raggiunge da una scalinata a ridosso del centro antico e dalla quale si rispira forte anche il profumo della storia visto che rimane a pochi passi anche dal bel Castello Normanno della cittadina. La spiaggia di Cala Petrolo è molto frequentata in estate vista la vicinanza al centro e non essendo molto estesa come la Playa si può correre il rischio di rimanere ammassati, cosa che invece non accade in autunno quando i principali frequentatori dell’arenile sono gli anziani pescatori del borgo che con canna ed amo aspettano i pesci che quasi sempre abboccano e garantiscono il pranzo giornaliero. Il fondale in questo tratto di mare è subito profondo quindi potrebbe non essere particolarmente adatto ai bambini. Una delle attività che si è sviluppata intorno a Cala Petròlo negli ultimi tempi è l’aperitivo al tramonto, sono non solo i bar a proporlo ma anche piccoli chioschi che preparano cocktail da sorseggiare davanti al sole che cala ogni giorno e che devo ammettere regala davvero emozioni. Anche nella zona della marina di Castellammare ci sono piccoli fazzoletti di spiaggia dove qualche turista decide di fermarsi per fare un bagno nonostante la zona non sia particolarmente invitante per il continuo movimento dei natanti che, in estate soprattutto, si spostano carichi di visitatori verso la Riserva naturale dello Zingaro, una delle attrazioni principali della zona, un’area marina protetta famosa non solo per le immersioni con bombola ma anche per lo snorkelling che con maschera e boccaglio permette di vedere pesci di mille forme e colori. Anche nella zona del porto non mancano i ristoranti, alcuni anche molto raffinati dove mangiare prevalentemente pesce, alcuni di essi sono quasi esclusivamente frequentati dai turisti e poco dai locali.
Il centro storico di Castellammare del Golfo è un susseguirsi di vicoli spesso con affaccio sul mare, meravigliose terrazze panoramiche dalle quali si gode di un panorama straordinario, non meno importante è la storia di Castellammare che può essere approfondita grazie ad una visita al polo museale della città allestito all’interno del castello Arabo Normanno il cui ingresso è gratuito. Non vi sono molti reperti da osservare ma le sale all’interno sono state restaurate ed è molto interessante guardare questo maniero al suo interno e capirne il ruolo che ha avuto nel corso della storia.
Uno forse degli angoli cittadini più distensivi ed anche scenografici di tutta Castellammare è la villa comunale Regina Margherita, qui oltre a sedersi su qualche panchina per riposarsi si potrà fare l’incontro con qualche anziano del paese che soprattutto dopo pranzo si appisola sotto qualche albero o fare amicizia con qualche gatto della zona che pascola in tutta tranquillità tra le aiole del giardino e che non disdegna qualche croccantino, da portare sempre dietro come buona norma per tutti gli irriducibili amanti degli animaletti.
Chiaramente siamo in Sicilia e il buon cibo è alla base di qualsiasi itinerario e devo dire che Castellammare non delude e se si lasciano i posti super coreografici e si gira tra le vie appena fuori dal centro storico si trovano delle chicche gastronomiche formidabili, come il ristorante la Buona Forchetta in via Guglielmo Marconi 121, una trattoria molto spartana trovata praticamente per caso, un locale molto piccolo e frequentato dai locali dove se non si ha una prenotazione non vi è possibilità di trovare posto neppure in settimana, il piatto forte del locale sono i secondi di carne anche se per mia fortuna non manca una scelta di pietanza vegetariane a base di melanzane, olive ed altri prodotti rigorosamente locali e cucinati in maniera casereccia e molto gustosa, i prezzi poi sono assolutamente irrisori e ci si alza da tavola davvero soddisfatti, unico consiglio è quello di non esagerare con il vino, anch’esso casereccio e che necessita a seguire di una bella dormita.
Una delle pizze migliori mangiate in Sicilia è quella consumata prezzo la Pizzeria Gusto situata nella bella piazza Europa in pieno centro, qui la tradizione napoletana si è fusa con quella siciliana facendone davvero scaturire una sinfonia perfetta, da provare assolutamente la pizza con melanzane e mozzarella di bufala un connubio perfetto. Ultimo suggerimento gastronomico è quello di fermarsi a mangiare alla gastronomia Sacraglino in via Segesta 177, un locale informale dove è possibile anche sedersi a consumare alcuni dei tanti piatti che vengono realizzati con sapienza ogni giorno, anche qui gusto e prezzo super convenienza camminano insieme, inoltre la gastronomia si trova in direzione della spiaggia la Playa e potrebbe rappresentare la fine perfetta di una mattinata sotto il bel sole siciliano, al cospetto di una città unica come Castellammare del Golfo.

SELINUNTE: il parco archeologico più grande d’Europa

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Soggiornando a Mazara del Vallo, durante il mio on the road siciliano dello scorso autunno, ho visto città meravigliose spiagge da sogno e siti di richiamo turistico internazionale a dir poco da togliere il fiato, come il Parco Archeologico di Selinunte.
Jean Paul Sartre recitò così: <interrogammo i templi di Selinunte, il loro silenzio aveva più peso di tante parole>. In effetti davanti alla bellezza di questo sito archeologico si rimane senza parola alcuna.
Da sempre pensavo che prima o poi visitando la bella Sicilia avrei fatto tappa ad Agrigento per vedere la famosa Valle dei Templi e devo ammettere che la scoperta di Selinunte è stata abbastanza recente quando appunto strutturavo un possibile itinerario nei pressi di Trapani e Mazara del Vallo(entrambe bellissime).
Il Parco Archeologico di Selinunte si estende su 270 ettari di terreno ed è in assoluto il più grande d’Europa del Sud ed appartiene al comune siciliano di Castelvetrano.
La mia paura prima di visitare Selinunte era quella di non riuscire ad arrivarci con i mezzi pubblici visto che i miei viaggi cercano sempre di svilupparsi intorno a località da raggiungere in treno o bus, salvo qualche eccezione. Dopo qualche studio e ricerca sono riuscita a trovare la quadra giusta non solo per visitare in tranquillità Selinunte ma anche per arrivarci con i mezzi.
La scelta di alloggiare a Mazara del Vallo è sicuramente ideale per assicurarsi non solo la permanenza in un posto fantastico ma anche perché di qui ci si può spostare in treno o anche bus. Con un biglietto di Trenitalia al 2.40 in circa 30 minuti si arriva alla stazione dei treni di Castelvetrano, le corse giornaliere che coprono questa tratta sono abbastanza da garantire un’escursione giornaliera senza fretta, partendo al mattino e ritornando per ora di cena carichi di emozioni.
Appena arrivati alla stazione di Castelvetrano e usciti fuori sul piazzale guardando a sinistra si trova la fermata del bus della compagnia Salemi che effettua i collegamenti sia con il Parco Archeologico di Selinunte che con Trascina di Selinunte, quest’ultima una località balneare che sta diventando molto frequentata negli ultimi periodi grazie alla bellezza delle spiagge attorno alle quali si sviluppa. Durante la stagione invernale i collegamenti sono garantiti solo durante i giorni feriali informazione non di poco conto soprattutto se si decide di visitare Selinunte in Ottobre, periodo peraltro pazzesco per un viaggio in Sicilia.


CASTELVETRANO ORARIO FERIALE PER SELINUNTE
06:55,07:55,13:20,14:35,16:15(andata dalla stazione dei treni di Castelvetrano)
07:20,08:30,14:00,15:30,16:50(ritorno da Selinunte)
Se invece si sceglie di arrivare a Trascina di Selinunte fermandosi per qualche giorno lì gli orari dei bus sono decisamente più limitati con solo due corse giornaliere per andare e tronare, una alle 06:50 e l’altra alle 14:20 per l’andata mentre alle 07:20 e 14.50 per ritornare a Castelvetrano.
Se si arriva a Castelvetrano in tarda mattinata si può decidere di fare un giro in centro che dista una una decina di minuti a piedi dalla stazione dei treni e magari fermarsi in qualche panificio per prendere qualche specialità locale sempre molto appetitosa in Sicilia. Devo ammettere che Castelvetrano è stata l’unica città visitata fin ora in Sicilia che non mi è piaciuta particolarmente, forse perché arrivando dalle meravigliose Mazara del Vallo e Marsala il centro di Castelvetrano ci è apparso un pochino trasandato, quindi dopo un giretto e un pit stop ristoratore abbiamo aspettato il bus nei pressi di un piccolo parchetto cittadino dove ogni tanto compariva qualche timido pensionato.


Il bus per Selinunte parte puntuale e dopo una ventina di minuti si ferma praticamente difronte all’ingresso del Parco Archeologico dove si trova un ristorante molto frequentato dai visitatori. Essendo bassa stagione non troviamo fila alle casse a parte un gruppetto di stranieri e questo è un bene perché in altre giornate la prenotazione é assolutamente consigliata, noi la facciamo lì sul posto con il telefonino come ci dice la ragazza alle casse, non ne capiamo bene il motivo visto il basso afflusso ma non ci tiriamo indietro. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 6 euro con inclusa la visita al Museo Baglio Florio, davvero interessante. Purtroppo per noi scopriamo con rammarico che non è possibile visitare l’intera area archeologica a causa di un tremendo incendio che si è abbattuto in zona pochi giorni prima del nostro arrivo.
Il percorso per iniziare la visita di Selinunte è segnato ed anche molto intuitivo ci sono ancora scavi aperti a dimostrazione del fatto che ancora emergono reperti del passato e molti archeologi ci lavorano ancora oggi. La visita al museo è particolarmente esplicativa grazie anche ad un serie di filmati, che mi accorgo con rammarico disponibili solo in lingua italiana e non inglese per aiutare nella comprensione gli stranieri assidui visitatori del sito, i reperti ed il materiale video permettono d’ immaginarsi come dove essere e quante cerimonie si svolgevano in questa zona molte legate al sacrificio di numerosi animali per le divinità, di cui sono stati recuperati molti resti. Una delle cose che maggiormente colpisce di questa grande area archeologi è anche la vista intono che arriva fino al mare in un abbraccio d’infinito amore, uno spettacolo al quale di certo non si rimane indifferenti.
Per la visita completa museo incluso un paio d’ore sono sufficienti almeno quando è tutto fruibile, rientrati a Castelvetrano non ci resta altro che rifare un giretto nel centro storico e precisamente in piazza Cavour dove sorge la chiesa madre, aspettando il treno per rientrare a Mazara del Vallo con gli occhi pieni di bellezza per la fortuna immensa di aver visto una delle meraviglie tante meraviglie antiche che la Sicilia custodisce.

SICILIA ON THE ROAD: in treno da Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo

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Castellammare del Golfo è uno di quei piccoli borghi con i quali l’amore è arrivato come un colpo di fulmine, si trova in provincia di Trapani e sorge alle pendici del complesso montuoso del Monte Inici.
Lasciata Mazara del Vallo, dopo un’abbondante colazione presso l’hotel Hoops sull’omonimo lungomare, prendiamo il treno per Castellammare del Golfo che in un’ora e 15 minuti ci conduce a Castellammare del Golfo al costo di 4.80 euro. L’idea di associare Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo mi è venuta praticamente per caso, guardando attentamente la mappa della Sicilia e studiando eventuali collegamenti da fare in treno o bus che piano piano mi avvicinassero alla città di Palermo dove avrei concluso il mio on the road siciliano. Successivamente ho poi scoperto che Castellammare del Golfo è uno dei paesi più scenografici della costa ovest della Sicilia a due passi dalla famosa Riserva Naturale dello Zingaro. La stazione dei treni di Castellammare del Golfo dista a piedi dal centro circa una quarantina di minuti, ci sono anche dei bus locali della compagnia Salemi che effettuano la corsa tra la stazione ed il centro ma non sono molto frequenti e la voglia di arrivare in paese e sistemarci nel nostro piccolo bed and breakfast è tanta, così zaini in spalla e si cammina. La strada è leggermente in salita e non ci sono marciapiedi, almeno nel primo pezzo, quindi camminiamo sul ciglio della strada a ridosso con la sterpaglia tra la quale il mio compagno di viaggio scorge visibilmente una grossa biscia. Per fortuna la strada non è molto trafficata e finalmente arriviamo a mettere piede sul marciapiede dopo possiamo rilassare l’attenzione dalle macchine ed iniziare a goderci quello che ormai ci sembra evidente: stiamo arrivando in un piccolo paradiso, immerso tra montagna e scogliere a strapiombo sul mare.
I grandi hotel di Castellammare più vicini alla Playa, la bellissima spiaggia cittadina, si trovano fuori dal centro storico e a metà ottobre molti di loro sono giù chiusi, un vero peccato perché considerate le temperature gradevolissime di questo periodo potrebbero essere frequentati, come accade per i centri turistici più famosi della Sicilia. Decidiamo di fermarci a Castellammare per 3 giorni prendendo in affitto una camera molto graziosa presso il bed and breakfast Verdirooms 158, situato in via Giuseppe Verdi nel cuore della cittadina, una camera pulitissima e nuova all’interno di un palazzo storico ristrutturato che vede al piano terra lo studio di un avvocato e le camere sistemate tra il primo ed il secondo piano tutte provviste di balcone con affaccio sulla strada non molto trafficata,per fortuna. Il costo al giorno per questa camera è davvero irrisorio, circa 25 euro a notte per una doppia con bagno ed una colazione che viene recapitata ogni mattina. Unica accortezza prima di arrivare presso il bed abd breakfast è quella di contattare il gestore in anticipo così da ricevere il messaggio d’istruzioni per effettuare il check in, poiché non dispone di reception.
La scelta di alloggiare nel centro storico di Castellammare del Golfo è perfetta soprattutto se la priorità del viaggio non è principalmente la vita balneare. Il paese ha tutto il necessario per rendere una vacanza perfetta, supermercati, ristoranti, bar e negozi di ogni genere inoltre da Piazza della Repubblica partono i bus per diverse località inclusa Palermo, gestite dalla compagnia Russo, collegamenti che si ripetono più volte in una giornata e che in bassa stagione non richiedono l’acquisto anticipato del biglietto del bus come invece accade ad agosto, quando il flusso dei turisti si aggiunge a quello dei locali che ogni giorno si muovono verso la città per svariate ragioni.
Castellammare del Golfo è quindi una di quelle località imperdibili da inserire in un’ itinerario alla scoperta di questo angolo di Sicilia, un luogo che può essere perfetto come base per concedersi una bella vacanza balneare o come escursione da Palermo o Trapani, sicuramente consigliato è rimanere nel paese almeno qualche giorno per godere al meglio delle tante bellezze che può offrire. To be continued….

Visitare Marsala la città del vino più famoso di Sicilia

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Il nome Marsala riporta ad uno dei vini più famosi dell’Italia, il suo gusto liquoroso è forse distinguibile anche dai non esperti come me soprattutto all’interno di qualche dolce. Però Marsala non è solo un vino ed anzi questo nome è senza dubbio da associare alla bella città sicula nella provincia di Trapani che deve assolutamente essere inserita in un itinerario alla scoperta delle bellezze siciliane.
Marsala è una città affascinante che può essere raggiunta anche in treno partendo da Trapani oppure da Mazara del Vallo altra meraviglia siciliana. Il turismo in questa città è ormai arrivato con impeto e tra le strade del centro s’incontrano numerosi gruppi guidati con lo sguardo rivolto al cielo a contemplare i bellissimi edifici barocchi che popolano i vicoli del centro storico.
Arrivando in treno in città ci vorranno circa una quindicina di minuti per giungere in Piazza del Popolo, la porta d’ingresso per la zona più antica della città, dove si trova anche la stazione dei bus dalla quale partono i mezzi per raggiungere l’imperdibile Laguna dello Stagnone.
Piazza della Repubblica rappresenta il cuore della città di Marsala su di essa si affacciano il bellissimo Duomo e la chiesa parrocchiale di San Tommaso di Canterbury. Il Duomo è stato ristrutturato nel 1956 grazie alla donazione di un cittadino di Marsala rientrato in città dopo anni di esilio. Spostandosi di poco da Piazza della Repubblica è assolutamente da visitare la chiesa di San Pietro Rosone in via XI Maggio numero 80 dove è possibile anche usufruire di una guida per una visita all’interno che illustra alcuni elementi interessanti dell’edificio in cambio(qualora lo si voglia) di un’offerta libera da destinare alla chiesa. Questo edificio al suo interno custodisce molte chicche, fa parte di un complesso monumentale dedicato alla nobildonna Adeodata che nel 595 convertì la sua abitazione in monastero. La facciata esterna è sormontata da un rosone a raggiera molto ampio mentre il portale ha un frontone di chiaro gusto rinascimentale. Sempre all’esterno è ancora visibile sul lato sinistro della chiesa ciò che resta di una porta che sicuramente era il collegamento con il convento del Carmine. Internamente la navata è unica sull’altare centrale si trova un bellissimo dipinto del XVII secolo raffigurante i santi Pietro e Paolo.
Molti visitatori giungono a Marsala per visitare il Museo Archeologico Baglio Anselmi allestito all’interno di uno stabilimento utilizzato per la preparazione del vino, il costo del biglietto è di 4 euro e si trova sul lungomare Boeo al numero 30 raggiungibile con una gradevole passeggiata lungo la costa meravigliosa di Marsala. Il pezzo forte del Museo Anselmi è sicuramente la nave punica affondata nelle acque dell’arcipelago delle Egadi più di 3000 anni fa, inoltre ci sono anche altri antichi reperti archeologici che testimoniano come in passato questa zona fosse crocevia per arabi e fenici.
Chiaramente essendo il vino il simbolo della città non possono mancare le visite guidate all’interno di qualche cantina come le Florio una vera istituzione per la città attive nella produzione dal 1833, entrare in questo stabilimento è come fare un tuffo nel passato e rivivere la visita di personaggi storici del passato come Mussolini e Vittorio Emanuele. Le cantine si trovano sul Lungomare Florio e distano circa 2 chilometri dalla centrale Piazza della Repubblica, passando per Lungomare Mediterraneo. La visita guidata alla cantine Florio è un viaggio all’interno dell’800, i tini che si possono osservare sono proprio risalenti a quel periodo e vengono utilizzati ancora oggi. Il tour alle cantine dura 30 minuti ed al termine è possibile degustare qualche vino, la prenotazione per la visita è sempre obbligatoria è può essere effettuata anche tramite mail contattando la struttura al seguente indirizzo: villa florio@duca.it. Il costo è di 20 euro a persona e la degustazione prevede l’abbinamento con piccoli assaggi di cucina locale, inoltre sono disponibili anche tour più complessi di 2 ore al massimo da associare eventualmente anche alla spillatura di un marsala riserva, in questo caso il costo sale ai 50 euro a persona.
Marsala è una cittadina molto estesa e per visitarla al meglio è bene soggiornare almeno una notte alloggiando in qualche bed and breakfast all’interno del centro storico, strutture ricettive talvolta anche molto raffinate e attente al particolare, assolutamente in linea con l’eleganza di questo centro a sud della Sicilia.

SICILIA ON THE ROAD: le Saline della Laguna dello Stagnone, uno degli ambienti naturali più spettacolari d’Italia

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Le Saline della Laguna dello Stagnone sono uno degli ambienti naturali più incredibili, non solo della Sicilia ma di tutta la penisola italiana, un patrimonio di biodiversità che si è creato intorno a una zona impegnata nell’estrazione del sale e la sua lavorazione, un luogo assolutamente imperdibile da raggiungere anche con i mezzi pubblici.
Il parco naturale che si è formato intorno alle saline si trova nel territorio che va da Trapani a Marsala e dove sorge anche l’isola di Mozia, creando così un percorso storico naturale che viene identificato come la ‘via del sale’ che offre al visitatore diverse possibilità per conoscere questo patrimonio unico.
Quasi tutti gli hotel del trapanese propongono escursioni alle saline da effettuare in bus ad un costo medio generalmente intorno ai 50 euro ma in alternativa ci si può organizzare in autonomia senza troppe complicazioni.
Arrivare alle saline in treno scendendo alla fermata di Mothia-Birgi richiede un percorso da fare a piedi di circa 4 chilometri, il treno da Trapani impiega 20 minuti e costa 2 euro a testa. La soluzione migliore, se si sceglie il fai da te con i mezzi pubblici,è quella di partire dalla bella città di Marsala, nella quale ci si deve assolutamente fermare un paio di giorni. A Marsala, più precisamente in Piazza del Popolo si trova una piccola stazione dei bus, dalla quale partono i bus verso l’imbarcadero della laguna, il numero da prendere è il 4 e gli autisti sono sempre super gentili ed in grado di darvi ogni spiegazione sul tragitto, la fermata finale è proprio adiacente all’imbarcadero delle saline e durante il percorso non è raro vedere i fenicotteri rosa che ormai vivono in maniera stanziale in quest’area. Non ci sono molte corse in una giornata e quindi bisogna far attenzione agli orari, noi siamo partiti da Marsala alle 13:10 e abbiamo ripreso il bus di ritorno intorno alle 15.Dall’imbarcadero si può prendere un traghetto di andata e ritorno per l’isola di Mozia al costo di 4 euro, la traversata dura pochi minuti e si ha la possibilità di vedere i colori di questa laguna, spettacolari soprattutto al tramonto e alzando gli occhi al cielo anche molti uccelli che qui sono stanziali.

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Mozia è l’isola principale dell’arcipelago dello Stagnone di Marsala la sua importanza è legata alla storia che ha visto l’insediamento dei fenici nel Mediterraneo costituendo uno dei più importanti insediamenti di questa civiltà. L’isola è circolare e si estende su quarantacinque ettari, qui si trova anche un piccolo museo che contiene reperti di epoca fenicia ritrovati in zona. Per arrivare a bisogna prendere appunto il traghetto, ne parte uno circa ogni mezz’ora, ma è bene fare i conti con il tempo a disposizione perché se, come nel nostro caso, partite alle ore 13 da Marsala l’ultimo bus per rientrare è intorno alle 15, un lasso troppo stretto che non permette anche di scendere a visitare sull’isola di Mozia, anche se consiglio ugualmente di fare la traversata di andata e ritorno per il gusto di navigare le acque della laguna e fare un mucchio di belle foto. Qualora si abbia il tempo di visitare anche Mozia è necessario un ulteriore biglietto di 6 euro da sommarsi ai 4 del traghetto. Attività assolutamente consigliata e compatibile con i tempi stretti del bus è la visita, sempre nei pressi dell’imbarcadero, al museo del sale adibito all’interno del mulino dove assistere ai processi di lavorazione del sale, il costo del biglietto del museo è di 8 euro.
Durante il periodo invernale ci sono meno corse in bus per arrivare alle Saline ma è comunque sempre garantita una di prima mattina, che consentirebbe la visita sia a Mozia che al museo del sale ed il ritorno nel pomeriggio, la compagnia di trasporti locali è Salemi ma molto utile alla consultazione degli orari è il sito comune.marsala.tp.it
La salinità delle acque della laguna la rende molto favorevole a qualche trattamento estetico, molte agenzie propongono bagni di bellezza con annessi trattamenti al sale, inoltre questa zona è particolarmente frequentata dagli appassionati degli sport a vela infatti poco distante dall’imbarcadero si trova un club dedicato al kite surf con scuole dedicate a questo sport molto famose in Italia.
Prima di concludere la giornata alle saline, in attesa di prendere il bus, immancabile è una sosta al bar ristorante Mamma Caura l’unico locale di ristorazione nei pressi dell’imbarcadero che ha differenza di quello che si possa pensare, vista la posizione in un punto super turistico, ha dei prezzi abbordabilissimi. Qui si può bere un caffè o mangiare qualcosa con davanti agli occhi uno degli scorci più belli della Sicilia.

A spasso per la Kasbah di Mazara del Vallo per respirare un pò di Nord Africa

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Siamo in Sicilia e l’aria di ottobre, ancora pregna dei caldi raggi del sole, fa affiorare alla mia mente un viaggio passato, un meraviglioso posto di nome Tunisia, distante dalla costa della Sicilia poco più di 500 chilometri. Dopo qualche giorno di permanenza nella città di Mazara del Vallo, capirò che qui è possibile davvero trovare il profumo dell’Africa settentrionale.


Mazara del Vallo è un comune della provincia di Trapani raggiungibile anche in treno in meno di un’ora dal capoluogo. La città è davvero uno scrigno prezioso ed è la base ideale anche per visitare numerosi siti d’interesse turistico come le saline di Trapani, la bella Marsala e la magia del parco archeologico di Selinunte.
L’offerta ricettiva a Mazara del Vallo è sufficiente per accogliere i molti turisti, soprattutto stranieri, che arrivano da ogni parte d’Europa per trascorrere le proprie vacanze, l’autunno in modo particolare è un periodo molto gettonato dalla clientela straniera che approfitta della temperatura super gradevole per riversarsi non tanto lungo le spiagge ma nelle piscine degli hotel, come quella super scenografica dell’Hotel Hoops dove alloggiamo anche noi per 75 euro al giorno in una camera doppia con colazione e cena, un hotel frequentato prevalentemente tra i turisti tedeschi e del nord Europa che optano per la soluzione all inclusive con pasti e bevande illimitate durante il soggiorno.

Mazara del Vallo ha un lungomare di nome Hoops, assolutamente delizioso per concedersi una bella passeggiata e nonostante non si tratti di una zona pedonale, dal marciapiede adiacente al mare si gode una bella vista sul mare. Purtroppo devo ammettere che il mare di Mazara non rispecchia gli standard che la Sicilia è abituata ad offrire in molti punti della regione, trapanese incluso. La spiaggia che corre parallela al lungomare Hoops è quasi inesistente e l’acqua non è particolarmente limpida, per trovare delle spiagge più ampie bisogna spostarsi dal centro di circa 5 chilometri verso la famosa spiaggia di Tonnarella.Decidiamo di arrivare a piedi a Tonnarella un’assolata domenica mattina di Ottobre, purtroppo la spiaggia ci delude un pochino non solo per il fatto che la zona è praticamente deserta,nonostante la bella giornata ma diversi cani randagi si aggirano sulla spiaggia e lungo le strade in cerca di cibo da recuperare tra i tanti sacchetti di spazzatura abbandonati qua e là in uno dei luoghi che potrebbe essere davvero uno spettacolo anche in autunno.
La spiaggia di Tonnarella nonostante la delusione ti permette di fare una bella passeggiata che praticamente attraversa in tutta la sua lunghezza Mazara del Vallo, passando oltre il piccolo porticciolo, dove i pescatori si radunano per vendere il loro bottino di pesca, uno spaccato di vita reale semplice ma al tempo stesso di una bellezza d’altri tempi.
Ma se la vita balneare di Mazara del Vallo ci delude è tra le vie del centro storico che troviamo una mistica gratificazione, folgorati da un’amore a prima vista per i vicoli della Kasbah di Mazara del Vallo.
La città di Mazara è uno degli esempi più ben riusciti di aggregazione tra culture che possiamo avere, non solo in Sicilia, una terra da sempre simbolo di accoglienza, ma in tutta l’Italia. Mazara del Vallo fu conquistata dagli arabi nel IX secolo e sotto il loro dominio vide un florido sviluppo della città il cui assetto urbanistico è visibile anche oggi passeggiando tra le antiche viuzze del centro storico. Il 15% della popolazione è di fede mussulmana e capita sovente, durante una giornata, che il rintocco delle campane della bella chiesa di San Francesco si accavalli al richiamo del Muezzin. Il fulcro storico della città di Mazara del Vallo, appunto la Kasbah è una galleria d’arte a cielo aperto, i vicoli stretti nascondono murales e vetrine adorne di disegni colorati molto spesso sede di qualche allegra bottega dove si vendono souvenir o dipinti realizzati a mano da artisti tunisini che come molti altri nord africani risiedono ormai da anni in città e ci tengono a conservare intatte anche le loro abitudini alimentari, qui infatti ci sono botteghe che vendono prodotti provenienti dal nord Africa, le donne preparano il cous cous secondo la tradizione e il profumo del pane appena sfornato inonda le strade.
Piazza della Repubblica è un altro emblema della città,un bellissimo piazzale rettangolare su cui si affacciano due palazzi dei pregio del settecento, il Seminario delle Chierici e il Palazzo Vescovile. Affacciata su un lato di questa piazza la Cattedrale di Mazara è una costruzione che ha conservato poco del suo aspetto originario ma che all’interno custodisce un’opera marmorea di sei statue chiamata Trasfigurazione e un museo dove vedere numerose opere d’arte sacra. La zona intorno a Mazara è ugualmente ricche di chiese non è un caso che venga definita la città delle mille chiese. Altro simbolo della città è la statua bronzea del Satiro Danzante risalente al IV e conservata all’interno del Museo del Satiro in Piazza Plebiscito, una statua recuperata da alcuni pescatori di Mazara che mostra un uomo intento a danzare con impeto, oltre a questo capolavoro non ci sono molte altre cose da vedere nel museo a parte qualche pregevole anfora antica recuperata in zona, il costo per vedere quest’esposizione museale è di 6 euro e anche se si visita in poco tempo vale assolutamente la pena fare una sosta.


Il centro di Mazara del Vallo è animato quasi in tutte le ore del giorno ma è con l’arrivo del crepuscolo che si riempie di vita, le caffetterie del centro e del lungomare si animano e in alcuni casi è anche possibile fare la fila per prendere un posto. Al Mucho Gusto, situato sul lungomare Hoops, un piccolo locale che prepara gelati, pasticceria e piccola gastronomia davvero di qualità si può mangiare forse il cannolo siciliano più buono della regione oltre che granite, gelati preparati con autentico pistacchio siciliano e arancine da perdere la testa il tutto spendendo davvero cifre ridicole ad esempio per una coppetta di gelato, con due generose palline di gelato di gusti differenti, si spende solo un euro.
Mazara del vallo quindi oltre ad essere la meta perfetta per scoprire un angolo di Sicilia, forse poco pubblicizzato ma assolutamente strepitoso, offre anche l’opportunità di mescolarsi con una cultura differente.