Gli italiani di Corralejo

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Premesso che ancora non abbiamo identificato un’isola delle Canarie specifica dove trasferirci, a volte Leo mi parla di Gran Canaria ma solo perché è quella che in definitiva offre più servizi. Però se vi devo dire che ho una preferenza faccio davvero fatica a darne una, sono tutte meravigliose, anche se ancora non abbiamo visto quelle più piccole che comunque credo che, con i problemini di salute che al momento ci affliggono, la nostra scelta sarà comunque su una delle più grandi.

Fatto il mio solito preambolo, devo dire che Fuerteventura è davvero una meraviglia, ed anche è una dalle isole dell’arcipelago preferite dagli italiani che sono molti e tutti risiedenti nel piccolo villaggio di Corralejo.

Iniziamo a conoscerne qualche italiano residente a Fuerte già sul bus che dall’aeroporto ci porta proprio a Corralejo, di lì in avanti sarà tutta una conoscenza di connazionali più o meno simpatici, come poi del resto capita nella vita in generale, anche se devo dire che questi italiani mi sembrano molto ben disposti a conoscerti e soprattutto a sapere perché sei lì e se in qualche modo puoi rappresentare per loro un’incontro futuro molto più assiduo.

Corralejo è piccola e davvero graziosa, da antico paesaggio di pescatori si è trasformata in una bella località per vacanzieri soprattutto italiani che qui si sono proprio ben radicati costituendo una bella comunità al contrario di Costa Antigua dove i britannici rappresentano la popolazione più numerosa. La mia scelta di risiedere per il nostro periodo di permanenza a Fuerteventura a Corralejo fu dettata da due ragioni: la prima la vicinanza alle dune sabbiose di Corralejo, una meraviglia naturalistica alla quale ci arrivavamo tutti i giorni a piedi. il secondo motivo la vicinanza al traghetto che ci avrebbe portato a Lanzarote, visto che parte proprio dalla marina di Corralejo che si trova a nord dell’isola.

Gli italiani sono ovunque a Corralejo nei bar, ristoranti, negozi e sulla spiaggia e in certi momenti ti sembra davvero di essere circondato da loro. Se gli chiedi perché sono lì le risposte sono le stesse che daremmo noi, ovvero l’Italia ci ha rotto, il clima è fantastico, la natura è a portata di tutto ecc ecc. In effetti qui se riesci a trovare una casina, cosa non semplicissima vista la richiesta, un lavoro o una maniera per sostenerti, sei a cavallo e puoi vivere come piacerebbe a me, con il sole, il mare, la terra e tanto yoga. A proposito di yoga questo è proprio il posto giusto per praticare e la combinazione vuole che quando vado ad iscrivermi a qualche lezione di approfondimento, come faccio in ogni mio viaggio, l’insegnate è proprio italiana, trasferitasi qui da tanti anni e che è riuscita a mettere su il suo business nel settore olistico. Ora io non so se sia stata proprio contenta di sapere che io pensavo a Fuerteventura con lo stesso intento lavorativo, visto che a cominciato a snocciolarmi una serie di problematiche al fine palese di scoraggiarmi, però io ho Leo, che è sempre stato la parte più razionale di me e che mi ha aiutato a comprendere che ognuno va per la sua strada e che poteva essere anche plausibile la paura di questa ragazza all’idea di avere concorrenza ma che di certo questo non avrebbe dovuto scoraggiare i mie possibili progetti lavorativi, ancor più che il mercato sembra non conoscere arresti, almeno per il momento.

Una cosa poi molto interessante sullo yoga è poi stata quella di saper che proprio a Corralejo esiste un piccolo centro di religione induista dove anche molte insegnanti italiane e non solo, frequentano per ricevere insegnamenti da una famosa Maestra indiana ed ovviamente io non perdo occasione per andare a scovare questo piccolo angolo di India a Fuerteventura e devo dire di non esserne rimasta delusa, la mia India mi regala segnali ovunque.

Se quindi dovessi tirare le somme degli italiani a Corralejo direi che sono chiacchieroni come nelle piccole province italiane, accomunati da tanti sentimenti di risentimento verso l’Italia ma anche gelosi di ciò che hanno creato però con grande pregio comune ovvero quello di voler vivere la natura e i suoi ritmi con lo yoga, il surf, le passeggiate o lo stare fermi ma senza la frenesia di arricchirsi di qualcosa che comunque mai potrà essere appagante come vivere nella semplicità delle cose.

DIARIO DI VIAGGIO: DA SANTIAGO DI COMPOSTELA A PONTEVEDRA I PERCORSI NASCOSTI DEL CAMMINO DI SANTIAGO

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Faccio una delle mie solite premesse: di racconti sul cammino di Santiago, esperienze mistiche, consigli illuminazione e tanto altro il web, la carta è piena, ad un cero punto della mia vita mi sembrava che se non si faceva questo cammino eri finito e così mi sono detta, ok devo farne un piccolo tratto, devo poter vedere le frecce gialle su fondo blu che indicano la strada verso San Giacomo. Si ma non voglio dire di averlo fatto tutto come ad esibire un trofeo che poi comunque non sarebbe vero visto che ne ho fatto solo 60 chilometri, non voglio mettermi parole in bocca che di vero hanno ben poco, voglio provare a sentire e poi magari decidere se ritornare per farlo tutto oppure mi basta solo un pezzetto. Vorrei aggiungere un sacco di altre cose ma ho come la sensazione che chi mi leggerà capirà al volo cosa provo, ho come la sensazione che il mio “non è stato abbastanza” verrà forse compreso da chi ha capito che ormai la mia è una spiritualità che verte prepotentemente verso l’Oriente e non perché in Asia ci sia una religione migliore della mia cattolica, qui la religione non conta proprio nulla, semplicemente il mio vivere la spiritualità è un mezzo non per chiedere qualcosa ma per entrare in contatto con me stessa, una me stessa che per troppo tempo mi è stata sconosciuta e in questo l’Asia è stata fondamentale perché mi ha fornito gli strumenti migliori che potessi chiedere, ma poi si sa tutto è relativo e soggettivo e se qualcuno ha trovato questa chiave di lettura percorrendo il sentiero che conduce a Santiago de Compostela, allora che ben venga.

Arriviamo all’aeroporto di Santiago di Compostela nella regione della Galizia a nord della Spagna, in un freddo pomeriggio di Gennaio inoltrato abbiamo lasciato il sole di Gran Canaria per provare a camminare le strade della tanto decantata spiritualità in un mese che non è di certo il massimo ma che è quello che gli incastri della vita permettono. Raggiungiamo con uno dei bus del trasporto locale la stazione dei treni di Santiago per prendere subito uno dei frequenti treni della Renfe per Pontevedra una città della Spagna a circa 60 chilometri da Santiago de Compostela che non è neppure segnata sulle mappe dei percorsi classici del cammino di Santiago ma che è una sorta di appendice, un raccordo verso Santiago di circa 60 chilometri quello è stato per noi il tragitto percorso per arrivare al cospetto di San Giacomo. Forse non ci saremo aggiudicati il trofeo di tanti viaggiatori ma è stata comunque un’esperienza forte che mi ha fatto capire delle cose e se qualcuno mi chiedesse se ho sentito l’illuminazione gli risponderei no…. non mi sono sentita come in altri luoghi del mondo ma sicuramente ho aggiunto un altro tassello alla mia conoscenza di me…..to be continued

Il treno da Santiago de Compostela a Pontevedra impiega meno di un’ora da stazione a stazione la compagnia Renfe è l’equivalente di Trenitalia anche se devo ammettere che dalle mie esperienze in Spagna mi è sembrata più puntuale ma treno e puntualità a parte il viaggio fila liscio. Durante una giornata ci sono diverse corse da Santiago a Pontevedra, il costo del biglietto è sui 5 euro e non c’è bisogno di acquisto anticipato. Alloggiamo all’hotel Virgen del Camino con 80 euro abbiamo una camera doppia con inclusa colazione la posizione è molto centrale e per il resto la struttura non è niente di che, una cena veloce ed il giorno dopo ci si mette in cammino. Non è semplice trovare l’imbocco giusto ma dopo qualche tentativo eccoci in direzione Santiago. A Gennaio inoltrato non ci sono molti camminatori anzi diciamo pure che siamo i soli, l’umidità è elevata e il freddo sostenuto anche se non se camminando ci si riscalda in fretta, ovviamente la mia cervicale non è contenta di questo sbalzo climatico dalle Canarie a qui ma sono abituata a non lamentarmi anche perché ero assolutamente consapevole di cosa avrei trovato. Una distanza di 60 chilometri si fa in fretta noi abbiamo fatto 20 chilometri al giorno senza correre e ci è andata bene considerato il fatto che il tempo, umidità a parte, ci ha graziato e abbiamo anche visto il sole. Il primo giorno di cammino ho passato tutto il tempo a fotografare i segnali blu e gialli che indicavano il cammino poi per fortuna ho smesso e ho realizzato di essere lì su quella via. I sentieri sono tenuti bene a parte l’incuria dei camminatori stessi che per lasciare un segno del loro passaggio e io aggiungo, sciocco passaggio, hanno appeso sui rami di molti alberi centinaia di mascherine un gesto davvero deprecabile.

Arrivati verso Santiago fa sicuramente un cero effetto vedere il campanile in lontananza, a distanza di quasi un anno sto ancora cercando di comprendere se l’emozione era dettata dal fatto di essere giunti alla fine e quindi raggiunto l’obbiettivo o perché era proprio il cammino di Santiago, a questo forse non voglio neppure dare una risposta, in definitiva l’ho fatto e non ho mai smesso di tenere il mio mala al collo o di pregare il mio mantra ma questo infondo lo faccio anche sulla strada da casa al supermercato perché fa parte di me ed ora raccontandolo a voi mi sento così appagata che forse l’obbiettivo, semmai io ne abbia avuto realmente uno, è raggiunto e spero davvero che questa consapevolezza possa arrivare a tutti qualsiasi sia la strada che si scelga di percorrere.

La spiaggia di Golem, un piccolo paradiso a due passi da Durazzo

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Il primo anno è stata Tirana e Durazzo, il secondo anno si torna, perché di cose di vedere in Albania ce ne sono davvero tante. Siamo delle persone che si affezionano ai posti e alcuni di essi diventano come una specie di tradizione ricorrente e dopo la seconda volta in Albania posso solo dire “ci vediamo il prossimo anno se il buon Dio vorrà”.

E’ la prima decina di ottobre le temperature in Italia sono ancora gradevolissime anzi con un caldo inaspettato, nonostante la prima nebbia in Romagna si fa sentire e così mi viene una gran voglia di reimmergermi nell’atmosfera vacanziera tipica dell’estate quindi si parte con destinazione aeroporto di Tirana. Compro il biglietto praticamente due giorni prima sul sito della compagnia Wizz Air lo pago un pochino salato considerato il così breve tempo d’anticipo sull’acquisto. Poco più di un’ora ed eccoci in Albania, l’aeroporto è pieno di gente, in aereo però gli unici Italiani diretti in Albania per vacanza eravamo noi, gli altri erano tutti albanesi che tornavano a casa a trovare i propri cari. Purtroppo o forse non è proprio in male, l’Albania per molti italiani non gode di una buona reputazione al contrario è una terra fantastica con gente forse un pò troppo timida e riservata ma non di certo scontrosa o ancor peggio delinquente come molti stolti pensano.

Dall’aeroporto di Tirana ci sono delle navette che lo collegano, non solo con la capitale ma anche con altre località dell’Albania. Noi ci dirigiamo a Durazzo, il viaggio dura 35 minuti ed il costo del biglietto 5 euro a persona. La navetta termina la sua corsa alla stazione dei bus dove è possibile raggiungere molte altre località, tra cui Golem una frazione del comune di Kavaje, a meno di una ventina di chilometri da Durazzo. Per non perdere troppo tempo prendiamo un taxi al costo di 15 euro e ci vogliono circa una quindicina di minuti per arrivare a destinazione, se non si trova molto traffico. Soggiorniamo presso il confortevole hotel Adriatik 2, praticamente affacciato sul lungomare di Golem, molti hotel sono chiusi così come molte attività tipicamente turistiche, qui a differenza della Grecia che anche in ottobre pullula di gente, soprattutto del nord Europa, la stagione finisce a settembre ma nei fine settimana la gente del posto e devo dire anche qualche turista dell’est Europa si gode il tepore del sole si concede qualche bagno al mare ancora caldo. L’acqua del mare non è invitante, devo ammetterlo, sarà la vicinanza con il porto di Durazzo. L’atmosfera è meravigliosa, la passeggiata a sud di Golem quella per intenderci nella direzione opposta a Durazzo è incantevole, tramonti mozzafiato brandine e ombrelloni degli hotel a disposizione e poi una meravigliosa pineta a fare da cornice, peccato solo qualche mostro di cemento che hanno costruito. Locali caratteristici ed anche qualche buddha bar, altro che terrà arretrata. Molta gente viene a Golem da Durazzo per mangiare pesce spendendo poco, si mangia a tutte le ore del giorno. Io sono vegetariana il mio compagno di viaggio non mangia pesce ma posso assicurare che in Albania sanno cucinare molto bene e la materia prima è fantastica, inoltre tutte le mattine i contadini aprono il loro tavolino proprio sul lungomare per vendere frutta e verdura, noi abbiamo fatto incetta di uva, una delizia. Insomma per farla breve a Golem ci sono tutti gli ingredienti per una vacanza relax con la luna piena che tutte le sera ci regalava emozioni. PS: le mie pratiche di yoga non potevano essere più rilassantI ne avevo bisogno.

Puerto de Mogan o Puerto Rico? Due piccoli borghi di Gran Canaria da visitare assolutamente

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In genere fare classifiche non mi piace ma è inevitabile che alcuni posti lascino il segno più di altri e quel giorno in cui visitati sia Puerto de Mogan che Puerto Rico fu assolutamente memorabile….

La giornata non era delle migliori e fare una bella escursione fuori da Playa de Ingles era l’ideale, peccato solo che non eravamo gli unici ad aver avuto quest’idea e così prendere il bus con destinazione Puerto de Mogan non fu semplicissimo e lo dico già Puerto de Mogan mi fece battere il cuore da subito, case basse dai colori tenui, fiori rampicanti dai colori sgargianti e dolci montagne a fare da cornice insomma diciamocela, uno di quei luoghi in cui desideri fare mille foto anche agli angoli più anonimi e poi lo shala yoga per me ma quella è un’altra faccenda.

Un paio d’ore sono sufficienti per visitarlo a meno che non si vuole percorrere uno dei sentieri che porta nella parte più alta del paese per godere della vista dall’alto ma noi preferiamo lasciare la terra e prendere il traghetto che ogni giorno fa la spola con un altro paese, super turistico, dell’isola di Gran Canaria Puerto Rico. Il tragitto in barca è incantevole ed a un cero punto l’imbarcazione si ferma in un punto preciso dove tutti iniziano a gridare :DOLPHIN, DOLPHIN….

mi catapulto alla balaustra per vedere ma niente, nessun avvistamento e pensare che la barca si ferma li sempre e butta un pò di pesce perché, a quanto pare, ogni giorno vengono lì a salutare e a prendersi il gradito pesciolino in omaggio ma non quel giorno purtroppo.

Forse la delusione dei delfini o più probabilmente la bellezza di Puerto de Mogan non mi fanno apprezzare Puerto Rico che mi appare un pò finta, un piccolo paese con albergoni a ridosso della roccia alte palme, negozi e tutto il necessario per il vacanziere che alloggia lì, quindi la visita non dura molto il tempo di capire che Puerto Rico perde la gara, si fa per dire e riprendiamo il bus per tornare alla base. Però nonostante la giornata non abbia regalato un sole splendente, non cambierei una virgola e ripeterei tutto uguale magari la prossima volta spero di avvistare uno pinna……

SICILIA ON THE ROAD: in treno da Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo

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Castellammare del Golfo è uno di quei piccoli borghi con i quali l’amore è arrivato come un colpo di fulmine, si trova in provincia di Trapani e sorge alle pendici del complesso montuoso del Monte Inici.
Lasciata Mazara del Vallo, dopo un’abbondante colazione presso l’hotel Hoops sull’omonimo lungomare, prendiamo il treno per Castellammare del Golfo che in un’ora e 15 minuti ci conduce a Castellammare del Golfo al costo di 4.80 euro. L’idea di associare Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo mi è venuta praticamente per caso, guardando attentamente la mappa della Sicilia e studiando eventuali collegamenti da fare in treno o bus che piano piano mi avvicinassero alla città di Palermo dove avrei concluso il mio on the road siciliano. Successivamente ho poi scoperto che Castellammare del Golfo è uno dei paesi più scenografici della costa ovest della Sicilia a due passi dalla famosa Riserva Naturale dello Zingaro. La stazione dei treni di Castellammare del Golfo dista a piedi dal centro circa una quarantina di minuti, ci sono anche dei bus locali della compagnia Salemi che effettuano la corsa tra la stazione ed il centro ma non sono molto frequenti e la voglia di arrivare in paese e sistemarci nel nostro piccolo bed and breakfast è tanta, così zaini in spalla e si cammina. La strada è leggermente in salita e non ci sono marciapiedi, almeno nel primo pezzo, quindi camminiamo sul ciglio della strada a ridosso con la sterpaglia tra la quale il mio compagno di viaggio scorge visibilmente una grossa biscia. Per fortuna la strada non è molto trafficata e finalmente arriviamo a mettere piede sul marciapiede dopo possiamo rilassare l’attenzione dalle macchine ed iniziare a goderci quello che ormai ci sembra evidente: stiamo arrivando in un piccolo paradiso, immerso tra montagna e scogliere a strapiombo sul mare.
I grandi hotel di Castellammare più vicini alla Playa, la bellissima spiaggia cittadina, si trovano fuori dal centro storico e a metà ottobre molti di loro sono giù chiusi, un vero peccato perché considerate le temperature gradevolissime di questo periodo potrebbero essere frequentati, come accade per i centri turistici più famosi della Sicilia. Decidiamo di fermarci a Castellammare per 3 giorni prendendo in affitto una camera molto graziosa presso il bed and breakfast Verdirooms 158, situato in via Giuseppe Verdi nel cuore della cittadina, una camera pulitissima e nuova all’interno di un palazzo storico ristrutturato che vede al piano terra lo studio di un avvocato e le camere sistemate tra il primo ed il secondo piano tutte provviste di balcone con affaccio sulla strada non molto trafficata,per fortuna. Il costo al giorno per questa camera è davvero irrisorio, circa 25 euro a notte per una doppia con bagno ed una colazione che viene recapitata ogni mattina. Unica accortezza prima di arrivare presso il bed abd breakfast è quella di contattare il gestore in anticipo così da ricevere il messaggio d’istruzioni per effettuare il check in, poiché non dispone di reception.
La scelta di alloggiare nel centro storico di Castellammare del Golfo è perfetta soprattutto se la priorità del viaggio non è principalmente la vita balneare. Il paese ha tutto il necessario per rendere una vacanza perfetta, supermercati, ristoranti, bar e negozi di ogni genere inoltre da Piazza della Repubblica partono i bus per diverse località inclusa Palermo, gestite dalla compagnia Russo, collegamenti che si ripetono più volte in una giornata e che in bassa stagione non richiedono l’acquisto anticipato del biglietto del bus come invece accade ad agosto, quando il flusso dei turisti si aggiunge a quello dei locali che ogni giorno si muovono verso la città per svariate ragioni.
Castellammare del Golfo è quindi una di quelle località imperdibili da inserire in un’ itinerario alla scoperta di questo angolo di Sicilia, un luogo che può essere perfetto come base per concedersi una bella vacanza balneare o come escursione da Palermo o Trapani, sicuramente consigliato è rimanere nel paese almeno qualche giorno per godere al meglio delle tante bellezze che può offrire. To be continued….

Riflessioni di viaggio: Chetumal città latina al confine tra Messico e Belize

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Siamo ormai al 23 Agosto 2020 un anno che per tutti i viaggiatori ha rappresentato inevitabilmente uno stop a causa di un mostro invisibile:

COVID-19

tutti ti dicono ma viaggia in Italia e ok ci sta perché se il viaggio è la tua vita ami e apprezzi anche ciò che hai sotto casa e che fortunatamente ho imparato a non dare più per scontato. Ma svogliando l’album dei ricordi mi vengono in mente posti insospettabili dove sebbene io non abbia passato molto tempo hanno lasciato in me un ricordo molto intenso che neppure io so spiegarmi il motivo.

Partiti da Playa del Carmen in Messico alle 8 del mattino a bordo di un niente male bus della compagnia Ado abbiamo intrapreso un viaggio in direzione Chetumal, una piccola cittadina messicana al confine con il Belize nella quale sostiamo una sola notte prima di prendere un traghetto con destinazione Cayo Caulker in Belize.

Chetumal è la classica e sonnolente località che uno si aspetta di trovare in Messico, lontana dalle rotte turistiche, chi arriva fin qua giù lo fa per due ragione: la prima proseguire verso il Belize, nostra destinazione finale del viaggio e motivo per il quale arriviamo a Chetumal, o andare alla scoperta della laguna di Bacalar,un lago di acqua dolce lungo 42 chilometri per 2 di larghezza, un posto a detta di chi l’ha visitato incantevole con un’acqua limpida dalle mille sfumature e una natura generosa a far da contorno.

Avremmo probabilmente potuto prendere le barca per il Belize il giorno stesso al nostro arrivo considerato il fatto che il bus partendo al mattino tra le 7 e le 8 arriva alla stazione di Chetumal dopo 6 ore in tempo quindi per prendere un taxi verso il porto e raggiungere il giorno stesso la meta. Però la mia passione per quei posti che tutti definiscono poco interessanti o solo di passaggio ebbe la meglio e così la scelta di prendere per una notte una camera in uno dei pochi hotel del centro ad un costo neppure tanto economico rispetto alla media degli hotel in Messico, circa 100 euro per una camera doppia senza neppure la colazione ma al centro di quella, si fa per dire “movida” messicana.

Chetumal è la capitale dello stato Quintana Roo una città fondata dai marinai che lega la sua importanza all’acqua considerato che la baia adiacente alla città è percorribile in barca e permette incontri molto particolari come il nostro con una bella e grossa iguana rossa che,incurante della nostra presenza e quella di altre persone che passeggiano nella zona del porto ci ha superato a pochi centimetri di distanza per mettersi al fresco sotto un albero.

Le alternative per la cena a Chetumal sono abbastanza e assai interessanti considerato il fatto che proprio a Chetumal abbiamo consumato il pasto più buono di tutta la nostra permanenza in Messico. Una pietanza semplice fatta di riso, fagioli neri,stufato di Tapioca per me e pollo e purè di patate per il mio compagnoil tutto completato da un sorso di Tequila, liscia senza ghiaccio e fredda al punto giusto.

Non so neppure io che cosa suggerire di fare esattamente a Chetumal perchè la città a parte un paio di musei non ha molto da offrire sempre che per voi non sia già abbastanza incontrare la natura senza dovervi spostare dalla città o mangiare da nababbi spendendo davvero poco.

Il giorno dopo si riprende il viaggio direzione Cayo Caulker anche se i controlli prima di salire su quella tanto attesa barca per il Belize si riveleranno lunghi e noiosi senza parlare di quelli in ingresso verso il Belize, ma il viaggio è anche questo e forse se non fosse stato per il Covid-19 avrei perso l’occasione di parlare di un posto senza raccontarne praticamente niente.