GROTTAMMARE IL BORGO INCASATO

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A solo un’ora di treno dalla città di Ancona si trova un piccolo borgo, praticamente incastrato su una montagna, il cui nome è Grottammare e dal quale sono sempre stata attratta da quando percorrevo in macchina l’autostrada A14 da Bologna in direzione Puglia, mia terra d’origine. Poi con il tempo la mia profonda avversione per le automobili mi ha sempre fatto preferire i viaggi in treno e tutte le volte che il treno sfrecciava lungo i binari, all’altezza proprio di Grottammare, mi veniva in mente che ancora non avevo avuto la possibilità di visitare quel piccolo borgo in altura che nel frattempo era anche stato inserito nella lista di quelli più belli d’Italia. Premetto che con gli anni la mia passione per i borghi, di cui l’Italia insieme alla Francia detiene il primato in Europa e forse nel mondo, è diventata sempre più forte tanto da farmi destinare interi fine settimana o anche più giorni alla loro scoperta. Così anche a causa della pandemia ho ripreso in mano vecchi progetti incompiuti tra i quali anche quello di andare alla scoperta di Grottammare.
Grottammare si divide in due zone ben distinte, la prima quella alla quale si arriva velocemente dalla stazione dei treni, la cosiddetta Grottammare bassa, affacciata sul Mar Adriatico che mostra tutti i connotati di una perfetta località di villeggiatura. Lunga spiaggia di sabbia, un mare pulito che degrada dolcemente, una piccola zona pedonale e un bel lungo mare con hotel e ristoranti, insomma un posto perfetto per le famiglie che cercano una spiaggia ideale per la balneazione dei piccini e qualche locale per mangiare e rilassarsi. La seconda zona di Grottammare ed anche il motivo che mi ha spinto qui, è Grottammare alta meglio conosciuto come il Vecchio Incasato, ovvero la parte storica di Grottammare, quella grazie alla quale si è aggiudicato l’inserimento nella lista dei borghi più belli d’Italia.
Seguendo le indicazioni per il borgo storico si arriva agli inizi di via Sant’Agostino attraverso la quale si va in cima. Il primo edificio lungo la via che richiama la nostra attenzione è Villa Azzolino questa struttura fu costruita come luogo di riposo e di ozi letterari risalente al XVII secolo è uno degli edifici piceni ad aver conservato il suo aspetto originario. La villa era circondata da un grande giardino e da due depandances, una delle quali veniva spesso utilizzata per ospitare lo scultore della zona Pericle Fazzini. La villa è stata la sede delle riunioni dell’Accademia degli Arcadi del Tesino fondata dallo stesso cardinale Decio Azzolino che aveva edificato la villa, secondo la cronaca furono molti i personaggi illustri che avevano alloggiato nella villa come Cristina di Svezia e Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone.
Altro punto meritevole di sosta prima di arrivare alla sommità del colle dove si trova il cuore storico di Grottammare, è consigliabile fare una sosta nella piccola chiesa di Sant’ Agostino risalente al XVI secolo. La chiesa fu fatta costruire dai padri agostiniani e conclusa nel 1517. La facciata della chiesa ha il tetto a spioventi e l’abside si trova all’esterno, accanto ad esso si trova il campanile mozzato. Il suo interno è composto da una navata unica e sull’altare maggiore si trovano due dipinti interessanti uno raffigurante una Pietà, l’altro le Anime Purganti.
Quando si raggiunge la cima di Grottammare ci si ritrova sulla bella Piazza Peretti circondata da case e palazzi interamente costruiti in sasso, tra i quali spicca la chiesa di San Giovanni e il Teatro dell’Arancio, quest’ultimo fa parte dei 73 teatri storici delle Marche di cui 16 solo nella provincia di Ascoli Piceno, in questa zona i teatri venivano costruiti da famiglie illustri con la partecipazione di enti istituzionali. Il Teatro dell’arancio fu costruito sulla base di un edificio più antico e del quale furono conservate le sei arcate su bassi rilievi dalle quale oggi si può ammirare il bellissimo panorama sottostante su tutto il litorale adriatico, uno degli scorci di Grottammare antica più famosi ed anche più fotografati dai visitatori che arrivano prevalentemente durante il periodo storico e durante il fine settimana quando in molti approfittano per fare un pranzo o un semplice aperitivo presso i piccoli locali che animano il centro e che allestiscono i tavolini all’esterno. Non sono tanti i locali a Grottammare alta ma per fortuna ben inseriti nel contesto storico talvolta più suggestivi che allettanti dal punto di vista culinario, in Piazza Peretti ad esempio ci sono un paio di piccole osterie che propongono un bicchiere di vino o bevanda con un tagliere di formaggi e salumi al costo di 15 euro, quei posti forse un pò troppo legati all’atmosfera e alla richiesta turistica dai quali quasi sempre decidiamo di fuggire. Per concludere il giro di Grottammare Alta ci si può inoltrare tra i piccoli vicoli della zona dove ancora vivono diversi anziani che spesso si siedono fuori dalle loro abitazione e che sono sempre ben disposti a sorridere e scambiare qualche parola con i forestieri. La parte più alta di questo borgo è quella dove un tempo sorgeva il Castello e di cui ancora oggi si possono vedere i resti ed è proprio scarpinando fino alla cima che mi affaccio proprio sul punto preciso sotto al quale passa l’autostrada, quello che per tante volte mi aveva fatto desiderare di visitare questo grazioso paesino.
Alloggiare a Grottammare in primavera o nel periodo estivo è ideale anche solo per qualche giorno soprattutto per chi vuole godersi la tranquillità e fare lunghe passeggiate sulla spiaggia che è affiancata ad una bellissima pista ciclabile che la collega sia con Cupra Marittima che con la famosa San Benedetto del Tronto. Gli hotel di Grottammare sono distribuiti prevalentemente lungo la costa anche se si possono trovare graziose sistemazioni anche nella parte antica, scelta che però sconsiglio visto l’esiguo numero di ristoranti presenti e per evitare tutte le volte di fare su e giù per la salita che permette l’accesso alla parte alta. La zona mare è ben fornita di supermercati e negozi indispensabili durante una vacanza, si possono eventualmente scegliere hotel che offrono un servizio di pasti inclusi come l’hotel Perla Preziosa in via Mediterraneo dove abbiamo alloggiato per 50 euro in un’ampia camera doppia con balcone vista mare con inclusa colazione, in alternativa si può anche optare per la mezza pensione o addirittura per il tutto incluso.
La gastronomia marchigiana si vanta anch’essa come il resto d’Italia di piatti molto famosi a base di fritti, tra cui le celebri olive ascolane e molto altro ancora, il nostro posto del cuore durante la permanenza a Grottammare è stato il ristorante Focolare in via Bernini 29, distante meno di dieci minuti dalla zona di mare, quella più turistica, frequentato prevalentemente da gente del posto o lavoratori che a mezzogiorno si fermano per mangiare i piatti più classici della tradizione, particolarmente indicato anche per chi è vegetariano come me, ottimo l’antipasto a base di verdure a base di verdure cotte e fritte accompagnate con pane casereccio, di buona qualità anche la pizza e i prezzi davvero convenienti per gustare una cucina che forse non ha una cornice affascinante come quella che si trova in Grottammare Alta ma che ha tanto della genuinità della tradizione locale.

Calette nascoste all’ombra di belle e conosciute città della Puglia

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Diciamo che le foto parlano chiaro e non è un caso che ho scelto di metterle in primo piano, a preceder qualsiasi commento si possa fare. Stiamo parlando della Puglia una regione italiana che negli ultimi anni ha riscosso sempre più successo tanto da riempirsi di turisti non solo nei mesi di rito ma anche a settembre, il mese forse più adatto per visitare questa terra. Settembre regala al sud Italia ed alla Puglia stessa giornate assolate e durante le ore centrali della giornata non solo si è al riparo dal sol leone ma si può godere di piccole calette di sabbia e mare cristallino quasi in maniera esclusiva soprattutto se queste rimangono poco conosciute ai turisti e molto gettonate dai locali.

La piccola spiaggia di Cala Susca si trova a ridosso del centro abitato di Monopoli una città costiera nella provincia di Bari molto animata e con diverse opportunità di svago. Arrivare a Monopoli è facile anche se ci si utilizza il treno o il bus, poiché sia i treni intercity provenienti dal nord Italia, che i bus di lunga percorrenza, fermano qui, quindi se si sceglie di arrivare senza automobile non ci sono grossi problemi. Cala Susca poi è perfetta da raggiungere anche dalla stazione dei treni o dal centro storico, basta percorrere la strada che costeggia il litorale in direzione Polignano a Mare, altra perla pugliese, passando per via Marina del Mondo, il tempo di percorrenza sarà di circa una ventina di minuti. Nel caso si voglia raggiungere Cala Susca in macchina, almeno in bassa stagione, non c’è il problema del parcheggio poiché adiacente alla spiaggia vi è un largo sterrato con qualche albero dove poter parcheggiare gratuitamente. Unico inconveniente in alta stagione potrebbe essere il sovraffollamento della spiaggia visto che è molto piccola e stretta da due bei costoni di roccia da dove ci si può addirittura tuffare sfruttando una scaletta che è stata messa lì a posta. Alla spiaggia di Cala Susca si accede tramite qualche gradino e sulla sinistra si trova anche un piccolo e delizioso altare votivo unico neo purtroppo è la tanta spazzatura gettata ai margini una piaga dolorosissima per tutta l’umanità perché sono fermamente convinta che i rifiuti una volta rilasciati nell’ambiente diventino un problema di tutti al quale non si può rimanere indifferenti.

BAGHERIA: la città delle ville siciliane

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A soli dieci minuti di treno dalla città di Palermo esiste una città di nome Bagheria che in pochi prendono in considerazione di visitare ma che ha un valore storico altissimo. Bagheria in passato era considerato il luogo per eccellenza per i palermitani benestanti che passavano qui lunghi periodi di villeggiatura, alloggiando in ville bellissime che sono diventate l’emblema della città.

Arrivando in treno da Palermo la stazione dei treni si trova proprio difronte ad una delle tante ville della città, Villa Aragona Cutò risalente alla prima metà del settecento e costruita per volontà di Baldassarre Naselli principe di Aragona. Questa villa è anche conosciuta come Palazzo Cutò e ospita la biblioteca, la sua forma è massiccia e quadrata ed è caratterizzata da un’altana dalla quale si godeva di un bellissimo panorama. I decori al suo interno sono di ottima fattura ed oggi al suo interno è allestita la biblioteca comunale e il Museo del giocattolo Pietro Piraino.


Dalla stazione prendendo una delle qualsiasi vie che vanno verso su si arriva in quello che è il centro di questa città che piccola non è di certo, popolata da circa 56000 abitanti, quindi non manca proprio nulla in città e può essere anche una base eccellente se si vuole sostare in zona qualche giorno per spostarsi verso altre città vicine come Termini Imerese o il piccolo borgo di mare di Aspra sulla costa, distante dalla città pochi chilometri e raggiungibile anche con il servizio pubblico di bus.


Dopo meno di dieci minuti a piedi dalla stazione si arriva in Corso Umberto I, il cuore pulsante della città, molto animato e pieno di negozi e bar dove si concentra buona parte della popolazione a spasso. Fortunatamente è una zona a traffico limitato e quindi ci si può godere una bella camminata senza il caos intenso di alcune ore del giorno.
Purtroppo molte delle ville di Bagheria sono andate distrutte ma a testimonianza della loro grandiosa presenza sparse per il centro si trovano diversi piloni come quello di Villa Mortillaro, questo alto pilone sopravvissuto, segnava l’ingresso nella monumentale tenuta del Marchese Mortillaro, una residenza talmente estesa che arrivava fino alla città di Palermo. Altra residenza assolutamente interessante è Villa Palagonia la cui caratteristica principale è la presenza di sculture grottesche ed è per questo che viene anche denominata villa dei mostri, infatti il viale d’ingresso è sormontato da strane ed inquietanti statue tanto che Goethe, quando visitò la villa, coniò il termine pallagonico, ovvero opera deforme e folle. Il costo del biglietto per accedere a Villa Palagonia è di 6 euro e vale davvero la pena soffermarsi non solo sulla villa ma anche sul giardino che la circonda che ha esso stesso ispirato tante leggende.
Tra un giro tra una villa e l’altra vale la pena anche fermarsi a visitare qualche chiesa cittadina, come quella della Natività di Maria risalente al 1771,il suo prospetto è imponente realizzato in stile neoclassico in pietra di Aspra.


Mi raccomando però di non lasciare Bagheria senza aver assaggiato il famoso Sfincione Bagherese una sorta di focaccia alta e morbida ricoperta di tuma, un formaggio siciliano, acciughe, ricotta, cipolle bianche appassite in padella e mollica di pane tostato, a detta del mio compagno di viaggio onnivoro, una vera bontà, che si compra presso tutti i panifici di Bagheria al meno di 2 euro. Io invece che sono vegetariana sono stata attratta da un cartello esposto fuori da un negozietto di frutta e verdura sul quale c’era scritto pesche di Bivona 3 euro al chilo, ovviamente non potevo esimermi dal comprarle e sono diventate la mia droga nei due giorni di permanenza a Bagheria. Bivona non è proprio vicino a Bagheria, in linea d’aria ci saranno una cinquantina di chilometri e risiede nella provincia di Agrigento, ma è stata l’occasione per scoprire l’ennesima meraviglia della Sicilia, una terra ricca non solo di bellezze architettoniche ma anche di tante, tantissime prelibatezze che madre natura regala.

SICILIA ON THE ROAD: in treno da Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo

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Castellammare del Golfo è uno di quei piccoli borghi con i quali l’amore è arrivato come un colpo di fulmine, si trova in provincia di Trapani e sorge alle pendici del complesso montuoso del Monte Inici.
Lasciata Mazara del Vallo, dopo un’abbondante colazione presso l’hotel Hoops sull’omonimo lungomare, prendiamo il treno per Castellammare del Golfo che in un’ora e 15 minuti ci conduce a Castellammare del Golfo al costo di 4.80 euro. L’idea di associare Mazara del Vallo a Castellammare del Golfo mi è venuta praticamente per caso, guardando attentamente la mappa della Sicilia e studiando eventuali collegamenti da fare in treno o bus che piano piano mi avvicinassero alla città di Palermo dove avrei concluso il mio on the road siciliano. Successivamente ho poi scoperto che Castellammare del Golfo è uno dei paesi più scenografici della costa ovest della Sicilia a due passi dalla famosa Riserva Naturale dello Zingaro. La stazione dei treni di Castellammare del Golfo dista a piedi dal centro circa una quarantina di minuti, ci sono anche dei bus locali della compagnia Salemi che effettuano la corsa tra la stazione ed il centro ma non sono molto frequenti e la voglia di arrivare in paese e sistemarci nel nostro piccolo bed and breakfast è tanta, così zaini in spalla e si cammina. La strada è leggermente in salita e non ci sono marciapiedi, almeno nel primo pezzo, quindi camminiamo sul ciglio della strada a ridosso con la sterpaglia tra la quale il mio compagno di viaggio scorge visibilmente una grossa biscia. Per fortuna la strada non è molto trafficata e finalmente arriviamo a mettere piede sul marciapiede dopo possiamo rilassare l’attenzione dalle macchine ed iniziare a goderci quello che ormai ci sembra evidente: stiamo arrivando in un piccolo paradiso, immerso tra montagna e scogliere a strapiombo sul mare.
I grandi hotel di Castellammare più vicini alla Playa, la bellissima spiaggia cittadina, si trovano fuori dal centro storico e a metà ottobre molti di loro sono giù chiusi, un vero peccato perché considerate le temperature gradevolissime di questo periodo potrebbero essere frequentati, come accade per i centri turistici più famosi della Sicilia. Decidiamo di fermarci a Castellammare per 3 giorni prendendo in affitto una camera molto graziosa presso il bed and breakfast Verdirooms 158, situato in via Giuseppe Verdi nel cuore della cittadina, una camera pulitissima e nuova all’interno di un palazzo storico ristrutturato che vede al piano terra lo studio di un avvocato e le camere sistemate tra il primo ed il secondo piano tutte provviste di balcone con affaccio sulla strada non molto trafficata,per fortuna. Il costo al giorno per questa camera è davvero irrisorio, circa 25 euro a notte per una doppia con bagno ed una colazione che viene recapitata ogni mattina. Unica accortezza prima di arrivare presso il bed abd breakfast è quella di contattare il gestore in anticipo così da ricevere il messaggio d’istruzioni per effettuare il check in, poiché non dispone di reception.
La scelta di alloggiare nel centro storico di Castellammare del Golfo è perfetta soprattutto se la priorità del viaggio non è principalmente la vita balneare. Il paese ha tutto il necessario per rendere una vacanza perfetta, supermercati, ristoranti, bar e negozi di ogni genere inoltre da Piazza della Repubblica partono i bus per diverse località inclusa Palermo, gestite dalla compagnia Russo, collegamenti che si ripetono più volte in una giornata e che in bassa stagione non richiedono l’acquisto anticipato del biglietto del bus come invece accade ad agosto, quando il flusso dei turisti si aggiunge a quello dei locali che ogni giorno si muovono verso la città per svariate ragioni.
Castellammare del Golfo è quindi una di quelle località imperdibili da inserire in un’ itinerario alla scoperta di questo angolo di Sicilia, un luogo che può essere perfetto come base per concedersi una bella vacanza balneare o come escursione da Palermo o Trapani, sicuramente consigliato è rimanere nel paese almeno qualche giorno per godere al meglio delle tante bellezze che può offrire. To be continued….

Visitare Marsala la città del vino più famoso di Sicilia

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Il nome Marsala riporta ad uno dei vini più famosi dell’Italia, il suo gusto liquoroso è forse distinguibile anche dai non esperti come me soprattutto all’interno di qualche dolce. Però Marsala non è solo un vino ed anzi questo nome è senza dubbio da associare alla bella città sicula nella provincia di Trapani che deve assolutamente essere inserita in un itinerario alla scoperta delle bellezze siciliane.
Marsala è una città affascinante che può essere raggiunta anche in treno partendo da Trapani oppure da Mazara del Vallo altra meraviglia siciliana. Il turismo in questa città è ormai arrivato con impeto e tra le strade del centro s’incontrano numerosi gruppi guidati con lo sguardo rivolto al cielo a contemplare i bellissimi edifici barocchi che popolano i vicoli del centro storico.
Arrivando in treno in città ci vorranno circa una quindicina di minuti per giungere in Piazza del Popolo, la porta d’ingresso per la zona più antica della città, dove si trova anche la stazione dei bus dalla quale partono i mezzi per raggiungere l’imperdibile Laguna dello Stagnone.
Piazza della Repubblica rappresenta il cuore della città di Marsala su di essa si affacciano il bellissimo Duomo e la chiesa parrocchiale di San Tommaso di Canterbury. Il Duomo è stato ristrutturato nel 1956 grazie alla donazione di un cittadino di Marsala rientrato in città dopo anni di esilio. Spostandosi di poco da Piazza della Repubblica è assolutamente da visitare la chiesa di San Pietro Rosone in via XI Maggio numero 80 dove è possibile anche usufruire di una guida per una visita all’interno che illustra alcuni elementi interessanti dell’edificio in cambio(qualora lo si voglia) di un’offerta libera da destinare alla chiesa. Questo edificio al suo interno custodisce molte chicche, fa parte di un complesso monumentale dedicato alla nobildonna Adeodata che nel 595 convertì la sua abitazione in monastero. La facciata esterna è sormontata da un rosone a raggiera molto ampio mentre il portale ha un frontone di chiaro gusto rinascimentale. Sempre all’esterno è ancora visibile sul lato sinistro della chiesa ciò che resta di una porta che sicuramente era il collegamento con il convento del Carmine. Internamente la navata è unica sull’altare centrale si trova un bellissimo dipinto del XVII secolo raffigurante i santi Pietro e Paolo.
Molti visitatori giungono a Marsala per visitare il Museo Archeologico Baglio Anselmi allestito all’interno di uno stabilimento utilizzato per la preparazione del vino, il costo del biglietto è di 4 euro e si trova sul lungomare Boeo al numero 30 raggiungibile con una gradevole passeggiata lungo la costa meravigliosa di Marsala. Il pezzo forte del Museo Anselmi è sicuramente la nave punica affondata nelle acque dell’arcipelago delle Egadi più di 3000 anni fa, inoltre ci sono anche altri antichi reperti archeologici che testimoniano come in passato questa zona fosse crocevia per arabi e fenici.
Chiaramente essendo il vino il simbolo della città non possono mancare le visite guidate all’interno di qualche cantina come le Florio una vera istituzione per la città attive nella produzione dal 1833, entrare in questo stabilimento è come fare un tuffo nel passato e rivivere la visita di personaggi storici del passato come Mussolini e Vittorio Emanuele. Le cantine si trovano sul Lungomare Florio e distano circa 2 chilometri dalla centrale Piazza della Repubblica, passando per Lungomare Mediterraneo. La visita guidata alla cantine Florio è un viaggio all’interno dell’800, i tini che si possono osservare sono proprio risalenti a quel periodo e vengono utilizzati ancora oggi. Il tour alle cantine dura 30 minuti ed al termine è possibile degustare qualche vino, la prenotazione per la visita è sempre obbligatoria è può essere effettuata anche tramite mail contattando la struttura al seguente indirizzo: villa florio@duca.it. Il costo è di 20 euro a persona e la degustazione prevede l’abbinamento con piccoli assaggi di cucina locale, inoltre sono disponibili anche tour più complessi di 2 ore al massimo da associare eventualmente anche alla spillatura di un marsala riserva, in questo caso il costo sale ai 50 euro a persona.
Marsala è una cittadina molto estesa e per visitarla al meglio è bene soggiornare almeno una notte alloggiando in qualche bed and breakfast all’interno del centro storico, strutture ricettive talvolta anche molto raffinate e attente al particolare, assolutamente in linea con l’eleganza di questo centro a sud della Sicilia.

SICILIA ON THE ROAD: da Trapani a Mazara del Vallo in treno

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Solo un’ora e trenta minuti di volo da Bologna e finalmente si atterra all’aeroporto Birgi di Trapani, i voli verso la Sicilia sono sempre abbastanza pieni e le tariffe il fine settimana anche parecchio elevate se non si acquista il volo con discreto anticipo, però generalmente con una cinquantina di euro si può riuscire a trovare un posto con destinazione paradiso perché, devo ammetterlo, la Sicilia lo è in ogni suo angolo.


Ottobre è un periodo ideale per concedersi un bel tour in Sicilia, le temperature sono perfette sia per le escursioni che per i bagni in mare poiché a differenza del resto dello stivale, tranne poche eccezioni al Sud, si può ancora godere del sole e del caldo, ideali per una bella vacanza balneare o come ho fatto io, per un viaggio di due settimane on the road in Sicilia nella prima metà di ottobre.
L’aeroporto di Trapani Birgi è molto piccolo e appena fuori dall’area arrivi si può prendere il bus per il centro cittadino, il biglietto si fa a bordo al costo di 4.90 euro, in alternativa si può optare per un taxi in condivisione per 4 persone al costo di 7.50 a testa. Il bus ferma in Via Garibaldi a circa 100 metri dalla stazione dei treni, la fermata dove scendiamo per l’acquisto dei biglietti per la cittadina di Mazara del Vallo, prima tappa di questo nostro viaggio in Sicilia. I treni per Mazara del Vallo ci sono tutti i giorni quasi ogni ora il costo è di 4 euro ed il tempo di percorrenza è di 57 minuti. La stazione dei treni di Trapani sembra essere rimasta come in passato, giusto un paio di binari un baretto con qualche tavolino esterno. I treni poi sono quelli di una volta, quasi simili a piccole locomotive a vapore, un’Italia questa differente ma nella quale ci si perde in un amore profondo. Giusto il tempo di un caffè e qualche chiacchiera con la barista del bar della stazione e si parte per questa giornata a spasso per Trapani prima del treno per Mazara del Vallo in serata.
La prima volta che avevo visitato la città di Trapani risaliva a diversi anni fa, era stata la base per qualche giorno prima di prendere il traghetto verso la meravigliosa isola di Favignana, purtroppo in quell’occasione non avevo particolarmente apprezzato la città perché durante la mia settimana di permanenza in zona si era abbattuta sulla Sicilia una perturbazione metereologica devastante, con acqua torrenziale che aveva reso molto difficile la visita della città. Per fortuna la sosta di quasi una giornata a Trapani prima del treno serale per Mazara del Vallo ha riscattato quel ricordo nefasto e grazie ad un clima particolarmente felice ho scoperto ed apprezzato angoli nascosti di Tarpani, ricchi di storia e bellezza. Il porto di Trapani è abbastanza trafficato dai traghetti che vanno e vengono verso le isole Egadi meta sempre più apprezzata dei turisti internazionali per via delle sue acque particolarmente ricche di vita marina ideali per le immersioni. Spostandosi a destra del porto e rimanendo sul lungomare si apre ai nostri occhi la meraviglia di trovare piccole insenature di sabbia chiara che si fanno largo tra le rocce, i lidi attrezzati in questo periodo sono quasi tutti chiusi ed è difficile trovare un posto per sedersi a mangiare qualcosa ci sono solo poche persone sedute al sole e purtroppo anche un numero elevato di spazzatura varia che deturpa il paesaggio davvero incantevole.
Il centro storico di Trapani è un susseguirsi di chiese barocche, palazzi antichi e splendidi affacci sul Mar Mediterraneo che bagna la città. Il fulcro imperdibile di Trapani sono senza dubbio le Mura di Tramontana, una bellissima cinta muraria risalente al periodo spagnolo edificata per proteggere la città da eventuali attacchi esterni, alle Mura ci si arriva passando dalla piazza dell’ex Mercato del pesce fino al maestoso Bastione Conca, qui la vista sulla città antica è bellissima e non meno lo è la piccola spiaggia delle Mura Tramontana, che in estate è sempre super affollata dai turisti che si fermano in città e che invece ad ottobre è ideale per i locali che ci vengono soprattutto in pausa pranzo per concedersi una bella e rinfrescante camminata in acqua, ideale per riprendersi dalla calura quasi estiva. Altrettanto ideale per rinfrescarsi è acquistare per 4 euro una bella spremuta di melograno che in molti bar del centro preparano oltre alla classica e buonissima spremuta di arance che parlando di Sicilia di certo non ha bisogno di presentazioni.
Le chiese a Trapani sono diverse e tutte molto attraenti sia internamente che esternamente ma uno dei monumenti che più mi ha colpito è l’ Orologio Astronomico a pochi passi dal Palazzo Senatorio. La Torre dell’Orologio risale al XII secolo, l’orologio incastonato nella torre è il più antico d’Europa e non indica l’ora al contrario di quello che si potrebbe pensare ma le lancette segnano i segni zodiacali. Il quadrante si divide in una parte solare, nel quale sono indicati i solstizi e le stagioni e in una parte lunare che segna le fasi della luna, un un’oggetto artistico con tanta alchimia che non poteva non stregarmi in qualche modo. A Trapani ci sono anche dei musei interessanti da visitare come quello di arte contemporanea chiamato la Salerniana che oggi ospita anche un’associazione artistica no profit che si occupa di divulgare e preservare l’arte del territorio, in effetti sono molte le botteghe artigianali che espongono quadri o oggetti artistici a dimostrazione che l’arte in città è un valore concreto e molti giovani se ne occupano.
Ovviamente il cibo ed anche quello da strada in Sicila è una costante e Trapani non è da me, il piatto della zona è la busiata, un tipo di pasta che ricorda vagamente un lungo fusillo, una pasta che ha la capacità di attirare a se il condimento come poche sanno fare, a Trapani la busiata si mangia con il pesto alla trapanese, una salsa preparata con olio, basilico, pomodoro, mandorle pecorino e aglio. Se invece come me non siete appassionati di pasta e il riso è la vostra tentazione allora l’arancina non può mancare,una palla di riso fritta che ormai in giro per la Sicilia si trova anche nella versione vegetariana con solo formaggio, una bomba non di certo dietetica ma che ogni tanto ci si può concedere.
La giornata a Trapani giunge alla fine con l’avvicinarsi del treno per Mazara del Vallo, un viaggio lento che ma al tempo stesso molto suggestivo perché attraversa tutta quella zona delle Saline di Trapani che sono diventate famose in Italia e all’estero e che mi auguro presto si aggiudichino l’iscrizione nei beni Unesco come è stato annunciato tempo fa. Girare la Sicilia in treno ed all’occorrenza in bus è un modo perfetto non solo per vedere angoli nascosti di questa terra ma anche di entrare in contatto con i locali e con le loro abitudini.

Le 5 cose da fare a Olbia

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Scoprire la Sardegna in inverno o comunque nei periodi dell’anno in cui le temperature non sono ideali per i bagni in mare può riservare sorprese interessanti e dare la possibilità di amare la Sardegna non solo per le spiagge mozzafiato ma anche per le sue città, come quella di Olbia, considerata spesso solo come la via d’accesso per la Costa Smeralda da cui dista pochi chilometri. In realtà Olbia è una città molto interessante che può diventare la meta ideale per un fine settimana fuori stagione, grazie alla possibilità di raggiungerla con un volo aereo di poco più di un’ora a dei costi molto accessibili.

  1. La prima cosa da fare quando si arriva ad Olbia è sicuramente una bella passeggiata nella zona portuale e più precisamente nel Porto Vecchio una zona molto curata dove sorge anche il Museo Archeologico, purtroppo chiuso durante la nostra permanenza in città per lavori di ristrutturazione. La collezione ospitata in questo museo mette in luce quanto nel passato di Olbia ci siano segni di civiltà greca, fenicia e ovviamente romana. Inoltre se si capita ad Olbia entro la metà di ottobre si può anche salire sulla ruota panoramica di Olbia, alta ben 36 metri dalla quale godere di una bella vista su tutto il golfo di Olbia, il costo del biglietto per adulto è di 8 euro mentre 5 per i bambini fino ai 12 anni.
  2. Attraversando la strada e lasciandosi alle spalle il porto in direzione centro cittadino si continua la passeggiata sul viale più famoso della città, Corso Umberto , la via dello shopping ed anche della vita turistica della città di Olbia. Questa strada tutta pedonale è un susseguirsi di negozi, alcuni anche molto prestigiosi, ristoranti e caffetterie dove, specialmente in estate, si concentrano i turisti.
  3. Uno degli aspetti più originali ed interessanti della città di Olbia sono senza dubbio i suoi murales, veri e proprie opere d’arte realizzate in diversi angoli del centro, uno fra questi è sicuramente Piazzale Bardanzellu qui vi è l’ingresso di un parcheggio per automobili ed è proprio ai lati delle pareti d’ingresso che si possono ammirare alcuni dei murales più belli della città i cui soggetti lanciano un messaggio sociale come quello della deforestazione a discapito del fragile sistema faunistico delle più importanti foreste pluviali del pianeta. Altrettanto interessanti i murales che si trovano in Piazza del Mercato, tra l’altro un bell’angolo di Olbia. Oltre ai murales interessanti sono anche le sculture sparse nel centro storico sempre con un intrinseco messaggio sociale, come quella in Corso Umberto che rappresenta il mare realizzato con bottiglie di plastica con al centro una piccola barca a vela.
  4. Uno degli edifici religiosi più importanti di Olbia e di tutta la zona è la Basilica di San Simplicio poco distante dal centro storico, la chiesa più visitata anche turisticamente il cui ingresso è consentito a fronte di un biglietto al costo di 4 euro. Ma se San Simplicio è un edificio maestoso che deve essere visitato, l’angolo più intimo e mistico di Olbia è la chiesa di San Paolo, una piccola chiesetta nel centro storico dove al mattino le donne recitano il rosario con il capo coperto da un copricapo come accadeva in passato nella tradizione cristiana, usanza che con il tempo è passata in disuso.
  5. Ultimo angolo assolutamente imperdibile quado si visita Olbia è il polmone verde di Olbia, il Parco Fausto Noce, in via Savona, non troppo distante da San Simplicio e da Viale Aldo Moro un arteria molto trafficata di Olbia dove trovare negozi di ogni genere e soprattutto ristoranti locali dove mangiare vera cucina sarda. Questo parco è davvero piacevole soprattutto al mattino presto quando si trovano solo appassionati di corsa e camminata. Poco distante, in via Luigi Galvani si trova un supermercato Conad dove potrete acquistare pane e formaggio di pecora realizzati in zona, i prodotti ideali per fare un bel pic nic all’ombra dei grandi alberi.

Muoversi a Olbia con i bus- Spiaggia di Pittulongu ideale anche per chi ama gli sport a vela

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Per molti è inaccettabile, altri non vogliono solo perdere tempo,per me invece non c’è viaggio senza spostarsi con treni, bus e talvolta gambe. Si perché quello che per altri è libertà per me è prigionia,quindi i mie viaggi sono sempre macchina free e se anche questo non mi consente di arrivare in tutti i posti che vorrei visitare o che gli altri suggeriscono di visitare, poco importa,perché probabilmente a bordo di un bus scalcinato,con il naso appiccicato al vetro polveroso,avrò visto qualcosa di interessante o poco interessante, che mi avrà costretto a vivere il qui ed ora.


Se si sceglie di utilizzare il bus tutti i giorni per raggiungere le spiagge vicino ad Olbia,consiglio di acquistare un’abbonamento impersonale settimanale, un biglietto giornaliero o un carnet di 12 corse della compagnia Aspo, l’azienda di trasporti locale.Il sistema è abbastanza organizzato e ad ogni fermata un video display mostra il numero della linea in arrivo ed in quanto tempo è previsto l’arrivo. Noi abbiamo optato per un biglietto giornaliero del costo di 2.80 euro solo quando sceglievamo in una giornata di andare in due spiagge differenti,sia al mattino che al pomeriggio rientrando in città per pranzo e piccola pennichella. Anche il carnet di 12 corse al prezzo di 10 euro è un prodotto abbastanza interessante dal profilo economico,a differenza del biglietto giornaliero che ha una validità di 24 ore dall’obliterazione,non ha vincoli di tempo ed è ideale se si decide di prendere il bus a giorni alterni. Qualsiasi sia la tipologia di titolo di viaggio che si desidera acquistare basta rivolgersi alle edicole che,oltre a venderli sono anche molto esperti di bus e sempre pronti a darvi informazioni,con la proverbiale gentilezza che caratterizza il popolo sardo.Ad ogni modo il singolo biglietto costa solo un euro ed ha una validità di novanta minuti,lo si può acquistare anche direttamente a bordo spendendo 50 centesimi in più.I prezzi non cambiano neppure se la destinazione di arrivo o partenza è l’aeroporto di Olbia la cui distanza dal centro è di 10 chilometri e le corse sono molto frequenti sopratutto durante il periodo estivo fino alla fine di settembre. Importante però ricordare che una volta scesi dall’aereo la macchinetta per fare i biglietti dei bus si trova nell’area arrivi vicino al punto informazioni dove si può anche prendere una mappa gratuita della città di Olbia.La fermata dei bus numero 2 e numero 10 per il centro di Olbia si trova,insieme a quella degli altri pullman che partono dallo scalo verso le località più gettonate della Sardegna.


E quindi a bordo di un bus che ogni giorno partendo dalla bella città di Olbia siamo andati alla scoperta di alcuni paradisi a pochi chilometri di distanza dal centro.Il primo obbiettivo era la spiaggia di Pittulongu nella parte nord occidentale della Sardegna incastonata tra l’area marina protetta della Tavolara e la famosa Costa Smeralda.Nota anche con il nome di Puntale Lungo o semplicemente la Playa è una degli arenili frequentati dagli olbiensi visto che non solo dista 8 chilometri dalla città,ma si raggiunge comodamente con la linea del bus numero 4.
Sul sito della compagnia Aspo sono disponibili gli orari dei bus da scaricare bisogna calcolare che passa una mezz’ora, un’ora o anche molto più tra una corsa e l’altra e si riesce ad avere tempo sufficiente per trattenersi il tempo necessario per godere di questo piccolo paradiso,l’ultima corsa è intorno alle 19 ed è spesso anche molto affollata,non solo di turisti,ma anche di ragazzi di colore che tutti i giorni fanno la spole città spiaggia per vendere la loro mercanzia,fatta di teli mare, costumi, vestiti, libri e molto altro ancora, uno spaccato di vita locale a portata di bus.
Il giorno in cui abbiamo visitato la spiaggia di Pittulongu il cielo era coperto da nuvoli ed in lontananza sull’isola di Tavolara si abbatteva un forte temporale, il vento era abbastanza forte,nonostante le temperature settembrine fossero ancora perfette per un bagno in mare quindi in quell’occasione ci siamo goduti lo spettacolo del cielo, del mare e dei surfer impegnati a cavalcare le onde, perché va detto che questa spiaggia essendo spesso ventilata e quindi ideale per gli sport a vela. Pittulongu è una spiaggia non troppo estesa ma sufficiente per ospitare qualche lido attrezzato e molto spazio per chi vuole starsene steso con il proprio asciugamano e magari approfittare del bar del bagno per un caffè o un gelato, ovviamente non essendoci concorrenza,i prezzi anche solo per un caffè sono lievitati ma poco importa perché l’atmosfera è davvero magica anche quando il sole è coperto dalle nuvole ed il vento ne fa da padrone.

5 COSE INSOLITE DA FARE A RAVENNA

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Ravenna è una città dell’Emilia Romagna famosa,anzi famosissima,per i suoi mosaici tanto da essere inserita tra i patrimoni dell’ Unesco proprio per il valore artistico di tali creazioni. Il Mausoleo di Galla Placidia, il Duomo, Sant’Appolinnare Nuovo sono solo alcune delle cose da visitare assolutamente a Ravenna ma esistono anche monumenti o attività che esulano dal giro classico di Ravenna ma che meritano altrettanto attenzione:
1. A pochi metri dalla stazione dei treni di Ravenna si trova un piccolo gioiello architettonico(oltre che la mia chiesa preferita di Ravenna):la Basilica di San Giovanni Evangelista eretta nel V secolo dall’Imperatrice Galla Placidia. Questa bellissima chiesa è circondata da un bel giardino con aiole curate e piene di fiori.Al suo interno si compone di 3 navate realizzate in epoche differenti, molti dei mosaici che decorano la chiesa sono andati persi durante alcuni bombardamenti aerei del passato,mentre il campanile in stile gotico, datato X secolo,svetta imponente sul resto della costruzione. Ma la cosa che maggiormente colpisce di questo luogo di culto è senza dubbio l’esposizione ai lati della chiesa,di pezzi di pavimento che sono qui stati appesi dopo essere stati recuperati, i soggetti di queste vere e proprie opere d’arte sono prevalentemente personaggi fantastastici tratti da romanzi cortesi dell’epoca. L’ingresso è gratuito e se si arriva in macchina non sarà difficile trovare da parcheggiare nelle vicinanze.
2. Proseguendo dalla basilica di San Giovanni Evangelista si arriva in Piazza del Popolo,una delle piazze più belle di Ravenna dove sorge il Palazzo Comunale. Il Palazzo Comunale è costituito da due edifici contigui,Palazzo Veneziano e Palazzo Merlato, uniti da un voltone detto Cavalcavia che si apre su Via Cairoli, bellissima strada con piccoli negozi e qualche bar.Piazza del Popolo,su cui si affaccia il Palazzo Comunale,era il fulcro del potere cittadino e con la costruzione di Palazzo Veneziano avvenuta con l’insediamento dei veneziani in città,viene ampliata e selciata.Al Palazzo Comunale si accede attraverso uno scalone di pietra d’Istria al termine del quale si trova la Sala Preconsiliare, oggi utilizzata per la celebrazione dei monumenti e altri eventi istituzionali.
3. Un bel giretto al Mercato Coperto di Ravenna è obbligatorio in qualsiasi giorno dell’anno. Questo mercato si erge là dove nel V secolo c’era il fulcro delle attività commerciali della città. Il mercato Coperto di Ravenna così come appare attualmente è frutto di un lavoro architettonico certosino, un tempo c’era una pescheria che fu in seguito demolita e pian piano diede vita alla struttura esistente.Oggi oltre a contenere un supermercato coop ospita diversi ristoranti e negozi che propongono la vendita di prodotti locali.
4. Nel cuore di Ravenna, in via IV Novembre esiste una piccola pizzeria al taglio di nome Alice Pizza aperta sette giorni su sette che propone pizza farcita in mille gusti diversi. Oltre a preparare una pizza davvero fantastica nonostante sia cotta in forno elettrico, Alice pizza, utilizza nel suo impasto pochissimo lievito, peraltro madre, che diventa ideale anche per chi come me non digerisce facilmente l’impasto della pizza tradizionale, poichè questo resta molto leggero. Si può decidere di farsi preparare un vassoio con diversi gusti di farciture, quello solo con pomodoro fresco, olive nere e basilico è senza dubbio uno dei migliori se si è vegetariani,in alternativa si può anche optare per i gusti più classici. Il prezzo è nella norma e stabilito in base al peso della pizza scelta. All’esterno del piccolo locale ci sono a disposizione dei clienti un pò di tavolini dove sedersi a mangiare la pizza.
5. Ravenna però non è solo arte ed a pochi chilometri dalla città si può trovare un bel mare, o meglio un ambiente marino molto distensivo, perché nonostante i colori di questo tratto di mare Adriatico non siano di certo da cartolina a Marina di Ravenna si può vivere la vita all’aria aperta fermandosi nella lussureggiante pineta di Ravenna a pochi passi dal mare. In questa pineta ci sono percorsi ed aree attrezzate anche per fermarsi a fare una pausa pranzo o semplicemente a ritrovare il benessere fisico e mentale che solo la natura può offrire. La pineta è meravigliosa durante tutto l’anno per i suoi profumi, i suoi colori e con l’avvento della bella stagione diventa il luogo migliore dove fare sport.Non distante dalla stazione dei treni ferma il bus numero 70 della compagnia di trasporto locale che vi conduce a Marina di Ravenna in circa 15 minuti spendendo pochi euro.

Prima di concludere la vista di questa Ravenna insolita ci sta un piccolo giretto al giardino Rasponi, un orto botanico molto curato dove crescono anche erbe aromatiche, l’atmosfera di questo giardino che rimane all’incrocio tra via Rasponi e via Guerrini, un angolo di verde ad accesso gratuito dove sedersi anche a bere un aperitivo.

Spoleto città d’arte umbra: dal Duomo al Giro della Rocca

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Sarà perché uno dei primi viaggi on the road con micetta pelosina al seguito è stato proprio in Umbria ma sono particolarmente legata a questa terra che sa stupire in ogni suo angolo .
Dopo una breve coincidenza a Falconara Marittima il treno regionale per la città di Spoleto impiega due ore per arrivare alla stazione ferroviaria situata nella parte bassa della città. Il treno ti permette di godere di tutte le bellezze che il paesaggio, montagne verdi,piccole chiese praticamente incastrate tra gli alberi possenti e borghi antichi che sembrano essere venuti fuori da un quadro.
Spoleto si divide idealmente in una zona bassa,dove sorge anche la stazione dei treni ed una parte alta che detiene il numero maggiore di tesori artistici d’inestimabile bellezza. Con una passeggiata di circa dieci minuti s’intraprende il percorso in salita della città, il dislivello cittadino è però coperto da un percorso sotterraneo meccanizzato disponibile dalle 07 del mattino alle 21 durante la settimana,mentre nel fine settimana,il sistema è attivo fino alle 23.
Il centro di Spoleto è Patrimonio Unesco e la sua bellezza sta anche nel suo sviluppo in altezza e seppur in piena estate può risultare un tantino faticoso vale la pena far la conoscenza con quel sali e scendi che rende unica la cittadina.I monumenti storici però non sono le uniche cose ad aver reso famosa la città di Spoleto, qui sono state girate le ultime serie della popolare serie televisiva Don Matteo e non è raro sentir parlare degli attori dagli spoletini e dai ristoratori che spesso espongono nei loro locali le foto insieme agli attori.
La piazza più frequentata durante il giorno e sopratutto durante il fine settimana,è senza dubbio Piazza del Mercato qui si concentrano diversi locali e anche qualche negozio dove acquistare i classici prodotti tipici, come i legumi di cui l’Umbria è uno dei maggiori produttori italiani, olio e gli strangozzi, una pasta lunga simile ad uno spaghetto che viene in alcuni posti preparata a mano e condita con pomodoro e altri aromi,dando vita ad uno dei piatti locali più celebri ovvero:gli Strangozzi alla spoletina.Infine non dimentichiamoci del tartufo un alimento prezioso che viene largamente utilizzato in cucina  per la preparazione di salse o oli aromatizzati e che spesso diventano il souvenir ideale da portare a casa come ricordo.
Il monumento sicuramente più fotografato ed ammirato dai turisti che arrivano numerosi a Spoleto,è il Duomo noto anche come la cattedrale storta per via della sua ubicazione sopra il rosone Norcia.La bellezza architettonica di questo luogo di culto lascia senza parole,rinascimentale, romanico e gotico si fondono come in una melodia e se esternamente la costruzione si mostra nella sua imponente figura,il suo interno non è senza dubbio da meno, gli affreschi  sui muri sono da libro di storia dell’arte e si impiega un pò di tempo per ammirarli tutti,tra tutti quello che senza dubbio lascia senza fiato è il ciclo di Storie della Vergine di Filippo Lippi, situato nell’abside, dipinto da quest’artista tra il 1467 al 1469 gli ultimi suoi anni di vita,incredibile il gioco di luce e l’attenzione di ogni particolare fanno in modo che l’occhio ruoti in tutte le direzioni.
Ma se il Duomo di Spoleto lascia sbigottiti per la imponenza è di lì a poco,salendo ancora di altezza,che si comprende un altra fondamentale caratteristica di Spoleto, la fusione della città con la natura circostante fatta di montagne verdi e antichi edifici immersi in essa. Il Ponte delle due Torri  è un ponte ad arco frutto di un acquedotto romano situato proprio a Spoleto, purtroppo attualmente non è percorribile come lo era un tempo per via di alcuni lavori di restauro che lo stanno interessando ma per avere la visione generale di tutta la struttura e dello scenario che circonda la città è necessario intraprendere il Giro della Rocca che parte a destra dell’ingresso alla Rocca Albornoziana, altro simbolo imponente di Spoleto. Questa passeggiata panoramica di 3 chilometri consente la vista del Ponte fino a terminare in Piazza Bernardino Campello da dove si può ammirare il Duomo e la Torre Campanaria del Municipio. Il percorso oltre ad essere ideale per ammirare le belle cittadine da una prospettiva privilegiata è anche la maniera migliore per immergersi nei suoni della natura che in estate sono enfatizzati dalle cicali che cantano gioiose, incuranti delle numerose persone che percorrono questo percorso.
La Rocca Albornoziana si trova all’apice del colle Elia e domina la città di Spoleto, questa fortificazione fu fatta edificare da Papa Innocenzo VI per sottolineare la potenza anche militare della Chiesa. Si può accedere al suo interno a fronte di un biglietto di 7,50 euro che consente anche l’ingresso al Museo Ducale mentre se si acquista la Spoleto Card al costo di 9,50 euro per adulti 8 per il ridotto si ha la possibilità di accedere ad altri 5 musei e partecipare a visite guidate gratuite.
Spoleto necessita di almeno un paio di giorni se si desidera vedere la città con calma e immergersi nei suoi ritmi lenti una meta ideale per un fine settimana in tutte le stagioni, e magari fermarsi anche nella vicina Trevi un piccolo borgo che visto dal treno fa venir voglia di riprogrammare un nuovo giretto in terra umbra che come sempre non delude mai.