ISOLA DI JEJU: in bus a caccia di cascate in una delle 7 meraviglie del mondo naturale

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L’isola di Jeju in Corea del sud  è ideale per gli appassionati di trekking che qui possono trovare sentieri per ogni livello di difficoltà. Partendo proprio da Jeju city,la città più grande dell’isola, si può seguire la costa con la sua strada circolare che percorre tutto il perimetro dell’isola, o spingersi verso l’inverno arrivando sul monte Halla, un vulcano la cui cima è la più alta di tutto lo stato coreano.
Ma non si deve necessariamente fare troppa strada a piedi per essere gratificati dalla bellezza naturale di Jeju e scegliere di onorare,oltre alla terra anche l’acqua, un altro elemento naturale di questo posto che si può ammirare grazie al tour delle cascate effettuabile con il fai da te partendo da Jeju City ed utilizzando i bus locali.
La soluzione in bus per arrivare alle cascate di Cheonjeyeon è abbastanza fattibile ma è bene seguire alcune accortezze ed essere certi di salire sul bus giusto. L’ostacolo della lingua è molto grande in Corea del Sud soprattutto nei centri meno turistici e sull’isola di Jeju dove il flusso dei visitatori è prevalentemente di origine coreana o giapponese e in inverno non si vedono quasi per niente turisti occidentali e quindi riuscire a comunicare è davvero difficile ma si trova sempre qualcuno che magari supportato da un traduttore elettronico sarò in grado di aiutarvi ma certamente la barriera linguistica rappresenta un impiego di tempo maggiore qualsiasi volta ci si sposti con i mezzi però infondo è questa la vera avventura che permette di conoscere meglio un luogo.
Partendo dalla stazione dei bus di Jeju City, situata nella downtown della città, basta prendere il bus numero 281 per Seowipo, la seconda città in ordine di grandezza dell’isola e quella più fiorente dal punto di vista turistico con la maggiore concentrazione di hotel dove buona parte dei visitatori che arrivano sull’isola scelgono soggiornare. Il costo del biglietto per il bus è di 1200 won meno di un euro, il tragitto dura un’ora e mezza e le corse giornaliere sono molteplici. Per la fermata non ci si può sbagliare perché bisogna arrivare alla stazione dei bus di Seowipo che è anche il capolinea. Il problema si pone appena scesi dal bus perché dopo un primo momento di smarrimento in cui nessun autista sapeva indicarci la soluzione bus più rapida per arrivarci visto che le cascate sono a pochi chilometri da qui ci siamo rivolti al piccolo ufficio all’interno della stazione stessa che in realtà sembrava più un negozio di souvenir dove abbiamo trovato una ragazza davvero gentile che,con  non poche difficoltà con l’inglese,ci ha indicato non solo la soluzione bus corretta per arrivarci ma anche scritto su di un foglio il nome in coreano da mostrare al conducente per scendere nel punto giusto.
Sotto suo suggerimento siamo usciti dalla stazione ed abbiamo attraversato la strada e girato a destra per trovare la fermata del bus 202 che passa altrettanto frequentemente e che in dieci minuti arriva a fermarsi proprio davanti all’ingresso delle cascate Cheonjeyeon.
L’ingresso per vedere questi tre salti d’acqua è di 2500 metri il sito è molto ben tenuto e vale assolutamente la pena arrivarci, non bisogna aspettarsi la spettacolarità di altre cascate nel mondo, come ad esempio Niagara ma è comunque un’escursione che regala emozioni.
Il percorso per vedere tutte le cascate è ben segnato e non c’è il rischio di perdere qualcosa, il primo salto che si trova è visibile solo durante la stagione delle piogge ma la natura che la circonda offre un paesaggio gradevole, la seconda invece non è altissima ma molto scenografica, il fragore dell’acqua è forte e molti uccelli volano da un lato all’altro dei grandi alberi che fanno da cornice. Superata la seconda cascata si arriva al Seonimgyo Bridge un ponte arcato alto 128 metri che attraversa la cascata e dal quale si intravede anche il mare in lontananza. Attraversato il ponte si arriva su di un piccolo piazzale dove c’è un giardino molto curato e un piccolo negozietto che vende bevande e qualche souvenir, al lato di questa piazza si erge un tempio al quale si accede gratuitamente e che sembra un luogo davvero carico di misticismo, non ci sono statue o particolari decorazioni a parte i soffitti in legno intarsiato ma dal primo piano della struttura si gode di una vista sul mare. Sono rimasta  seduta in questo tempio per una buona mezz’ora,poiché l’ambiente si presta bene per un momento di pura meditazione soprattutto in bassa stagione quando i turisti non sono molti.
L’ambiente naturale intorno alle cascate è molto rilassante e non è un caso che a pochi metri dall’ingresso delle cascate sorge un tempio buddista che fa parte della rete Templestay che permette, previa prenotazione on line, di fermarsi presso la struttura uno o più giorni per vivere pratiche meditative a contatto con i monaci, sicuramente l’esperienza più bella che io abbia vissuto in Corea del Sud.
Rientrare a Jeju city facendo il percorso in bus inverso è stato decisamente più semplice e fattibilissimo in giornata in alternativa i tour privati acquistabili presso quasi tutte le strutture ricettive partono dai 40/50 euro includendo anche la sosta alla città si Seowipo che come tutte le città sull’isola di Jeju non mi hanno entusiasmato in maniera particolare.

Calette nascoste all’ombra di belle e conosciute città della Puglia

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Diciamo che le foto parlano chiaro e non è un caso che ho scelto di metterle in primo piano, a preceder qualsiasi commento si possa fare. Stiamo parlando della Puglia una regione italiana che negli ultimi anni ha riscosso sempre più successo tanto da riempirsi di turisti non solo nei mesi di rito ma anche a settembre, il mese forse più adatto per visitare questa terra. Settembre regala al sud Italia ed alla Puglia stessa giornate assolate e durante le ore centrali della giornata non solo si è al riparo dal sol leone ma si può godere di piccole calette di sabbia e mare cristallino quasi in maniera esclusiva soprattutto se queste rimangono poco conosciute ai turisti e molto gettonate dai locali.

La piccola spiaggia di Cala Susca si trova a ridosso del centro abitato di Monopoli una città costiera nella provincia di Bari molto animata e con diverse opportunità di svago. Arrivare a Monopoli è facile anche se ci si utilizza il treno o il bus, poiché sia i treni intercity provenienti dal nord Italia, che i bus di lunga percorrenza, fermano qui, quindi se si sceglie di arrivare senza automobile non ci sono grossi problemi. Cala Susca poi è perfetta da raggiungere anche dalla stazione dei treni o dal centro storico, basta percorrere la strada che costeggia il litorale in direzione Polignano a Mare, altra perla pugliese, passando per via Marina del Mondo, il tempo di percorrenza sarà di circa una ventina di minuti. Nel caso si voglia raggiungere Cala Susca in macchina, almeno in bassa stagione, non c’è il problema del parcheggio poiché adiacente alla spiaggia vi è un largo sterrato con qualche albero dove poter parcheggiare gratuitamente. Unico inconveniente in alta stagione potrebbe essere il sovraffollamento della spiaggia visto che è molto piccola e stretta da due bei costoni di roccia da dove ci si può addirittura tuffare sfruttando una scaletta che è stata messa lì a posta. Alla spiaggia di Cala Susca si accede tramite qualche gradino e sulla sinistra si trova anche un piccolo e delizioso altare votivo unico neo purtroppo è la tanta spazzatura gettata ai margini una piaga dolorosissima per tutta l’umanità perché sono fermamente convinta che i rifiuti una volta rilasciati nell’ambiente diventino un problema di tutti al quale non si può rimanere indifferenti.

Come arrivare alle Cascate delle Marmore con i mezzi pubblici

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La prima volta che ho visitato le Cascate delle Marmore avrò avuto si e no 10 anni, quindi più di 30 anni fa, un ricordo che ancora oggi mi fa tremendamente emozionare e non tanto per il posto che ancora ricordo da mozzare il fiato ma perchè fu uno dei tanti viaggi in giro per l’ Italia che ho fatto con mio nonno, l’unico padre che io abbia mai conosciuto e amato durante questa mia vita terrena.

Era ormai da un anno che desideravo ritornarci, lo scorso anno ho dirottato su Spoleto per questioni logistiche legate ai treni da utilizzare per arrivarci, poichè chi mi conosce da un pò lo sa, i miei anzi i nostri cercano sempre di essere viaggi con i mezzi che per qualcuno sono la scomodità in persona per me l’essenza del viaggio, oltre al fatto che la scelta ambientale ha un forte impatto sulla mia vita di tutti i giorni. Quest’anno però la voce Marmore si è fatta sempre più insistente nelle orecchie, sostenuta anche dal fatto che il mio compagno non ci era ancora mai stato e che in questo momento difficile, in cui la pandemia mi ha privato di tanti dei miei viaggi, ho sentito di rifugiarmi in un ricordo famigliare a me caro, insieme a chi è sempre al mio fianco facendomi anche un pò da padre, come il mio compagno di vita.


Il treno freccia argento parte da Riccione(paese nel quale risiedo soprattutto in estate) alle 06:59 diretto a Roma e che dopo 3 ore di viaggio ferma proprio alla stazione di Terni, una città nel cuore dell’Italia, nella bella regione dell’Umbria. Puntuali alle 10.06 come previsto siamo fuori dal treno in cerca del Marmore Link, un collegamento diretto con le cascate effettuato da busitalia. Il bus non parte direttamente dalla stazione ma dall’autostazione a pochi metri da essa e per fortuna un gentile signore ce lo segnala, altrimenti avremmo aspettato in vano direttamente alle pensiline dei bus sul piazzale della stazione da dove in effetti partiva il bus fino a poco tempo fa. L’autostazione si trova a sinistra dell’uscita dalla stazione dei treni di Terni e ci vogliono pochi minuti per arrivare, entrati lì a destra si trova il cartello che indica la fermata per le cascate. I bus da prendere per arrivare proprio davanti alla biglietteria delle cascate è il numero 7 e il numero E 621, il biglietto lo si può acquistare al bar della stazione dei treni o direttamente all’autostazione, il costo è di 1.30 e la validità del biglietto è di 100 minuti, il tragitto dura circa 15/20 minuti visto che le cascate si trovano a pochi chilometri dal centro di Terni, le corse si ripetono spesso durante la giornata. In alternativa tutti i treni che da Terni sono diretti verso la città dell’Aquila effettuano una fermata a Marmore distante dall’ingresso circa 600 metri, una soluzione probabilmente più scomoda ma sicuramente un’alternativa per chi preferisce il treno o è comodo ai suoi orari, anche in questo caso così come per il Marmore Link è possibile visionare gli orari sul sito di Trenitalia.
Il bus ferma quasi davanti alle biglietterie il costo per accedere alle cascate è di 10 euro a persona e sono disponibili visite guidate con un sovraprezzo, inoltre per accedere al balcone degli innamorati, un angolo molto famoso delle Cascate delle Marmore, è obbligatoria la guida. I servizi di guida non possono essere acquistati on line ma direttamente alle biglietterie, nel nostro caso abbiamo optato per l’acquisto on line per evitare di trovare fila alle casse ed accedere direttamente al sito scelta azzeccata considerata la gente che era presente il giorno in cui abbiamo visitato le cascate. La prevendita dei biglietti è disponibile direttamente sul sito:www.cascatedellemarmore.info
Il tempo che si può impiegare per vedere le Cascate delle Marmore è assolutamente soggettivo il biglietto è valido tutto il giorno è durante il periodo estivo, nei fine settimana, il rilascio dell’acqua essendo una cascata a flusso controllato, va dalle 10 alle 19 e dalle 21 alle 22, ad ogni modo è bene controllare sul sito soprattutto se si sceglie di visitare le cascate in settimana o durante i giorni feriali. Di una cosa potete star certi una volta giunti lì non avrete tanta voglia di andar via e se il tempo non è dei migliori è meglio portarsi dietro un kway perchè in alcuni punti e soprattutto se c’è vento una doccina è assicurata e molti svaligiano lo shop per acquistare i teli di plastica al costo di 2 euro, noi abbiamo sfidato l’acqua essendo una giornata calda e bellissima e ci siamo portati dietro tutto il necessario per un pic nic al cospetto dell’acqua, la natura e l’aria buona.

Raggiungere Mondello la spiaggia caraibica di Palermo

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La chiamano la spiaggia caraibica di Palermo ed in effetti, a parte i paragoni più o meno appropriati, la spiaggia di Mondello è davvero splendida, i suoi colori sono incredibili e anche fuori stagione vale sempre la pena farci un salto se si è a Palermo.


La spiaggia di Mondello è praticamente il litorale più trendy della città di Palermo qui si viene per farsi un bagno anche fuori stagione, per mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona o anche solo per concedersi una passeggiata distensiva. La cosa più bella di Mondello oltre alla bellezza del suo mare e della sua candida sabbia, è la possibilità di raggiungerla comodamente partendo dal centro di Palermo utilizzando i mezzi pubblici, in alternativa una buona idea, una volta giunti a destinazione, è quella di fermarsi qualche giorno soggiornando presso uno degli alberghi presenti in questo piccolo borgo se così si può chiamare.

Negli ultimi anni a Mondello sono sorte molte guest house, i prezzo partono dai 70 euro a notte per camera doppia con colazione, altrimenti si può optare per qualche hotel, ce ne sono diversi e molti di essi anche abbastanza lussuosi.Un buon compromesso tra prezzo, posizione e servizio è l’Hotel Conchiglia d’Oro in viale Cloe numero 9, distante dalla spiaggia circa dieci minuti a piedi, situato in una zona tranquilla e circondato da un bel giardino, ideale quindi per chi intende rimanere fuori dal caos cittadino dell’estate che porta Mondello ad essere una meta super affollata sia da locali che dai turisti che la scelgono proprio per il suo meraviglioso mare. La posizione geografica di Mondello e di tutta la Sicilia, la rende la destinazione perfetta per i viaggi fuori stagione, ottobre è un mese ottimo per godere ancora del sole caldo e dei bagni di mare ad una temperatura assolutamente confortevole, consigliata una maschera per chi desidera fare amicizia con i tanti pesci che nuotano tra le acque del litorale.

Mangiare a Mondello non è mai un problema ci sono ristoranti di pesce, pizzerie e gastronomie dove trovare di tutto e per tutti i gusti in termini di cucina locale, unico inconveniente se si viaggia da queste parti in autunno e che alcuni piccoli negozi di alimentari o supermercati potrebbero essere chiusi anche se sono sempre reperibili beni di prima necessità come pane, frutta fresca e bevande varie. Durante il fine settimana oltre ai turisti si aggiungono anche i residenti in zona e quindi la zona diventa abbastanza vivace piena anche di venditori ambulanti che fanno la spola tra la spiaggia e il lungomare, una confusione però che almeno fuori stagione non mette disagio ma solo allegria.


COME ARRIVARE A MONDELLO DA PALERMO
La maniera migliore per arrivare a Palermo è quella di prendere il bus numero 806 della compagnia locale Amat, il biglietto si può acquistare presso tutte le edicole e i tabacchi autorizzati alla vendita al costo di 1.40 per una validità di 90 minuti, in alternativa lo si può anche fare a bordo ad un costo maggiorato. Il bus parte da Piazza Crispi anche se su alcune guide si parla anche di una fermata a Piazza Sturzi,della quale però non ho certezza. Piazza Crispi si trova a circa una decina di minuti dal Teatro Politeama, le corse sono abbastanza frequenti durante tutto il giorno ed il tragitto è molto interessante perché lascia presagire la bellezza naturale della zona che non è fatta solo di spiagge e mare ma anche di sentieri ciclo pedonali da fare immersi nella natura.

Muoversi a Olbia con i bus- Spiaggia di Pittulongu ideale anche per chi ama gli sport a vela

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Per molti è inaccettabile, altri non vogliono solo perdere tempo,per me invece non c’è viaggio senza spostarsi con treni, bus e talvolta gambe. Si perché quello che per altri è libertà per me è prigionia,quindi i mie viaggi sono sempre macchina free e se anche questo non mi consente di arrivare in tutti i posti che vorrei visitare o che gli altri suggeriscono di visitare, poco importa,perché probabilmente a bordo di un bus scalcinato,con il naso appiccicato al vetro polveroso,avrò visto qualcosa di interessante o poco interessante, che mi avrà costretto a vivere il qui ed ora.


Se si sceglie di utilizzare il bus tutti i giorni per raggiungere le spiagge vicino ad Olbia,consiglio di acquistare un’abbonamento impersonale settimanale, un biglietto giornaliero o un carnet di 12 corse della compagnia Aspo, l’azienda di trasporti locale.Il sistema è abbastanza organizzato e ad ogni fermata un video display mostra il numero della linea in arrivo ed in quanto tempo è previsto l’arrivo. Noi abbiamo optato per un biglietto giornaliero del costo di 2.80 euro solo quando sceglievamo in una giornata di andare in due spiagge differenti,sia al mattino che al pomeriggio rientrando in città per pranzo e piccola pennichella. Anche il carnet di 12 corse al prezzo di 10 euro è un prodotto abbastanza interessante dal profilo economico,a differenza del biglietto giornaliero che ha una validità di 24 ore dall’obliterazione,non ha vincoli di tempo ed è ideale se si decide di prendere il bus a giorni alterni. Qualsiasi sia la tipologia di titolo di viaggio che si desidera acquistare basta rivolgersi alle edicole che,oltre a venderli sono anche molto esperti di bus e sempre pronti a darvi informazioni,con la proverbiale gentilezza che caratterizza il popolo sardo.Ad ogni modo il singolo biglietto costa solo un euro ed ha una validità di novanta minuti,lo si può acquistare anche direttamente a bordo spendendo 50 centesimi in più.I prezzi non cambiano neppure se la destinazione di arrivo o partenza è l’aeroporto di Olbia la cui distanza dal centro è di 10 chilometri e le corse sono molto frequenti sopratutto durante il periodo estivo fino alla fine di settembre. Importante però ricordare che una volta scesi dall’aereo la macchinetta per fare i biglietti dei bus si trova nell’area arrivi vicino al punto informazioni dove si può anche prendere una mappa gratuita della città di Olbia.La fermata dei bus numero 2 e numero 10 per il centro di Olbia si trova,insieme a quella degli altri pullman che partono dallo scalo verso le località più gettonate della Sardegna.


E quindi a bordo di un bus che ogni giorno partendo dalla bella città di Olbia siamo andati alla scoperta di alcuni paradisi a pochi chilometri di distanza dal centro.Il primo obbiettivo era la spiaggia di Pittulongu nella parte nord occidentale della Sardegna incastonata tra l’area marina protetta della Tavolara e la famosa Costa Smeralda.Nota anche con il nome di Puntale Lungo o semplicemente la Playa è una degli arenili frequentati dagli olbiensi visto che non solo dista 8 chilometri dalla città,ma si raggiunge comodamente con la linea del bus numero 4.
Sul sito della compagnia Aspo sono disponibili gli orari dei bus da scaricare bisogna calcolare che passa una mezz’ora, un’ora o anche molto più tra una corsa e l’altra e si riesce ad avere tempo sufficiente per trattenersi il tempo necessario per godere di questo piccolo paradiso,l’ultima corsa è intorno alle 19 ed è spesso anche molto affollata,non solo di turisti,ma anche di ragazzi di colore che tutti i giorni fanno la spole città spiaggia per vendere la loro mercanzia,fatta di teli mare, costumi, vestiti, libri e molto altro ancora, uno spaccato di vita locale a portata di bus.
Il giorno in cui abbiamo visitato la spiaggia di Pittulongu il cielo era coperto da nuvoli ed in lontananza sull’isola di Tavolara si abbatteva un forte temporale, il vento era abbastanza forte,nonostante le temperature settembrine fossero ancora perfette per un bagno in mare quindi in quell’occasione ci siamo goduti lo spettacolo del cielo, del mare e dei surfer impegnati a cavalcare le onde, perché va detto che questa spiaggia essendo spesso ventilata e quindi ideale per gli sport a vela. Pittulongu è una spiaggia non troppo estesa ma sufficiente per ospitare qualche lido attrezzato e molto spazio per chi vuole starsene steso con il proprio asciugamano e magari approfittare del bar del bagno per un caffè o un gelato, ovviamente non essendoci concorrenza,i prezzi anche solo per un caffè sono lievitati ma poco importa perché l’atmosfera è davvero magica anche quando il sole è coperto dalle nuvole ed il vento ne fa da padrone.

A spasso per le Romagna :da Verucchio al fiume Marecchia per vivere l’emozione di ritrovarsi immersi tra storia e natura

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Romagna uguale piadina,  spiagge con gli ombrelloni colorati e divertimento sfrenato! Peccato però che forse questo è il solo slogan pubblicitario che rimane impresso ai turisti e che troppo spesso sono proprio le istituzioni locali a utilizzare per promuovere una terra che al contrario mostra il suo aspetto più bello spostandosi dal fragore della folla e andando a visitare l’entroterra.

Verucchio è un comune della provincia di Rimini con poco più di 10000 persone che vivono in questo piccolo borgo distante una ventina di minuti dalla vivace Rimini. Verucchio si raggiunge in auto da Rimini attraverso la strada statale 238 o comodamente in bus con il numero 160 che parte direttamente dalla stazione dei treni di Rimini e che arriva in Piazza Malatesta dopo circa 35 minuti, le corse sono abbastanza frequenti sia in settimana che nel fine settimana, quindi è possibile visitare Verucchio in qualsiasi giorno senza particolari restrizioni anche se si sceglie di arrivarci con i mezzi, unica raccomandazione è quella di scegliere una giornata limpida con poca foschia per godere al massimo della vista sulla valle sottostante visto che la piccola cittadina di Verucchio sorge su di uno sperone di roccia.

Verucchio è definita la culla dei Malatesti perché qui ebbe inizio la potenza della celebre famiglia dei Malatesta nella veste di Giovanni della Penna dei Billi , appunto il Malatesta. L’impianto urbanistico della città è di tipo medioevale con poderose mura a far da corolla al piccolo e raccolto centro storico. Fiore all’occhiello della città è senza dubbio la Rocca,visitabile però solo nei fine settimana, imponente e che durante la bella stagione diviene il palcoscenico di diverse manifestazioni.Partendo proprio da Piazza Malatesta non si corre il rischio di perdere qualcosa durante la visita di Verucchio, fatta di piccole viuzze che si intersecano intorno alla chiesa della Collegiata, un bell’esempio di arte barocca rinascimentale. La visita al borgo di Verucchio è abbastanza rapida e se si vogliono scoprire a fondo le radici di questa cittadina d’obbligo è un salto al Museo Archeologico dove si possono osservare diversi oggetti ritrovati in zona ed un corredo funerario appartenuto a circa 500 tombe tutte rinvenute nella valle del Marecchia, intorno alla città.

Ma se l’aspetto storico e la cura con cui Verucchio si conserva nel tempo colpisce il visitatore, è la zona attorno che incanta, un territorio ancora intatto ideale per gli appassionati di vita nella natura. Partendo proprio da Verucchio si possono trovare splendidi sentieri immersi nella natura da fare in bicicletta o a piedi. Scendendo a piedi dal paese di Verucchio si arriva verso la vallata dove partono diversi camminamenti che costeggiano il fiume Marecchia, quello più interessante va da Ponte Verucchio fino ad arrivare a Rimini, il percorso è interamente ciclo pedonale e ricopre una distanza di 20 chilometri attraverso il quale si possono osservare moltissime  piante e uccelli che qui hanno trovato l’habitat ideale.

Chiaramente la Romagna è sinonimo di buona tavola e non si può lasciare Verucchio senza andare a mangiare in uno dei suoi ristoranti, super consigliato è Al  Mastin Vecchio, in via dei Martiri 4, in pieno centro cittadino,dove gustare piatti della tradizione spendendo una cifra ragionevole e mangiando in un ambiente tipico,con muri in pietra e arredamento rustico, la fine perfetta per un’escursione tra storia e natura.

 

Visitare Pennabilli per trovare un angolo di Tibet nel cuore della Romagna

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Per una come me sempre alla continua ricerca di nuovi posti dove trovare un profondo senso di spiritualità fu una vera e fantastica sorpresa scoprire che in un piccolo comune del riminese esisteva uno stretto legame con il Tibet.

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Il comune di Pennabilli conta poco più di 2700 anime e se ne sta placidamente adagiato suL crinale di una collina nella alta Val Marecchia un territorio composto da dolci colline che si snocciolano intorno al fiume Marecchia.

Pennabilli è un grazioso borgo perfettamente conservato che si raggiunge in poco più di una mezz’oretta da Rimini, nota cittadina affacciata sul mare Adriatico di cui troppo spesso purtroppo se ne decantano solo i divertimenti diurni e notturni che offre ai numerosi vacanzieri che decidono qui di trascorrere le proprie vacanze.
A 629 metri sul livello del mare,Pennabilli domina la vallata sottostante deliziando gli occhi sul paesaggio intorno e sul vicino stato di San Marino, il suo centro storico è perfettamente conservato e molte sono la persone che giungono qui per onorare lo scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra grande amico di Fellini che nato a Santarcangelo di Romagna considerava Pennabilli un luogo del cuore nel quale si trasferisce in età molto adulta per gustare a pieno la vita del posto,ancora scandita dai ritmi lenti di una volta, quelli che accompagnavano la sua infanzia quando seguiva la sua famiglia che veniva a Pennabilli per vendere la frutta.
Ma non è solo l’aspetto genuino di Pennabilli,ancora per fortuna molto distante dalla devastazione turistica della costa, a rendere questo piccolo borgo così straordinariamente mistico,qui si può trovare un angolo di Tibet in carne ed ossa: la famosa campana tibetana di Pennabilli.
Per ricercare il fortissimo legame che lega Pennabilli al Tibet bisogna fare un salto indietro nel tempo quando padre Orazio Olivieri, per tutti Frà Orazio,decide di incamminarsi verso Oriente arrivando nel 1716 in Tibet dove crea una piccola missione cristiana ed entra in contatto con la cultura locale, compilando peraltro il il primo vocabolario tibetano in lingua italiana, il legame che si crea quindi tra queste due realtà solo apparentemente distanti,è fortissimo tanto che il frate diventa una personaggio assai amato dai tibetani e perfino dagli indiani che ritrovano alcuni dei suoi scritti, decidendo di far conoscere anche al Dalai Lama la storia di questo piccolo e tenace eroe. Il Dalai Lama s’innamora di questo personaggio tanto che è proprio lui in persona ad inaugurare a Pennabilli una campana di Lhasa.
La campana di Pennabilli si raggiunge facilmente dal centro del borgo ed arrivati al suo cospetto altro non si può fare che lasciarsi andare in un profondo momento di raccoglimento.
Un escursione o un viaggio in Val Marecchia ovviamente deve avere Pennabilli come tappa imprescindibile, se non si desidera arrivare in macchina lo si può fare utilizzando il servizio di bus della compagnia locale Start Romagna che collega la città di Rimini che l’entroterra. Il bus numero 160 parte dalla stazione dei treni di Rimini e termina la sua corsa a Nuovafeltria, altro grazioso borgo di provincia, dal quale bisogna poi proseguire cambiando bus e prendendo il numero 161.Il primo tragitto richiede un’ora di tempo ed il secondo una quarantina di minuti, il costo complessivo è di pochi euro a tratta ed anche se si può fare il biglietto a bordo consiglio di farlo a terra prima di partire acquistandolo direttamente in stazione presso il punto informazioni Start Romagna o una qualsiasi edicola. Durante la settimana le corse sono abbastanza frequenti mentre diminuiscono notevolmente durante il fine settimana.
A Pennabilli non ci sono molti hotel o sistemazioni dove potersi fermare a dormire, a parte il centrale ed anche elegante hotel Duca di Montefeltro, molti agriturismi sono fuori dal centro abitato e difficili da raggiungere senza un mezzo proprio, però il piccolo Bed and Breakfast Fonte dei Billi a meno di un chilometro dal centro,fornisce camere doppie con colazione all’italiana a circa 60 euro a notte, un posto davvero grazioso dove sentirsi a casa lontano da casa. In alternativa si può alloggiare a Novafeltria che offre qualche soluzione d’alloggio in più, altrimenti si può sempre rimanere a Rimini spostandosi poi verso Pennabilli e i suoi dintorni con il sistema di trasporto locale abbastanza valido e che vi farà toccare con gli occhi la vera meraviglia che si cela dietro la città di Rimini.

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Puerto Calero la località più chic di Lanzarote

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Da Puerto del Carmen,una delle località più famose e belle dell’isola di Lanzarote,si può facilmente raggiungere un piccolo e distensivo paesino di nome Puerto Calero che oltre ad ospitare una piccola darsena è il luogo ideale per concedersi una passeggiata o un’aperitivo durante la suggestiva ora del tramonto.

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Sempre con un biglietto da 1.40 euro si sale a bordo del bus e in meno di venti minuti vi lascia nell’unica fermata di Puerto Calero, un posto probabilmente famoso non tanto per le sue spiagge ma per i negozi e gli hotel raffinati, qui infatti i giardini delle case e di tutti gli edifici sono ancora più raffinati rispetto al resto dell’isola e i frequentatori principali di questa piccolissima cittadina sono prevalentemente proprietari di imbarcazioni o chi vuole rimanere ancora più appartato rispetto alla vicina Puerto del Carmen. Nonostante si capisce al volo che a Puerto Calero sia una meta di quelle da considerare un pò “fighette” passarci un paio di ore può essere davvero distensivo. La passeggiata adiacente proprio alla darsena è costellata dalla presenza di diversi negozi prevalentemente indirizzati a chi cerca grandi firme della moda anche se ci sono negozi di souvenir e diversi ristoranti che propongono prevalentemente piatti a base di pesce, inoltre i bar con ampi spazi all’aperto sono l’ideale per chi desidera concedersi un drink al tramonto con una bella e rilassante musica di sottofondo. Sempre a Puerto Calero è possibile noleggiare un Quad che permette di muoversi per tutta l’isola di Lanzarote avventurandosi anche attraverso tutti gli sterrati presenti sull’isola grazie alla natura vulcanica di Lanzarote.
Però nonostante io non sia affatto una fanatica dell’eleganza, Puerto Calero è un piccolo paesino incantevole per le abitazioni presenti e che mi ha attratto per la presenza del suo faro,praticamente al centro della darsena costruito in legno bianco, non troppo alto ma che sembra risplendere sopratutto al tramonto.

Visitare Puerto Calero è senza dubbio una buona idea per uscire un paio di ore fuori da Puerto del Carmen utilizzando il bus, immergendosi così in un’atmosfera di pace.

Spostarsi con i mezzi pubblici nella città di Bogotà

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La capitale colombiana Bogotà è una grande megalopoli che si sta aprendo velocemente verso il turismo con la conseguente diffusione di servizi utili alla popolazione prima di tutto e ai visitatori che sempre più spesso decidono di visitare la città.
Arrivando all’aeroporto di Bogotà si può utilizzare il servizio di bus locale, gestito dalla compagnia Transmilenio, che offre un servizio di metro su gomma a copertura di buona parte dell’area urbana.Il bus K 86 conduce dallo scalo internazionale di Bogotà al Museo National in Avenidas Caracas, per accedere a bordo di questo pullman è necessario acquistare una tessera ricaricabile che permette l’utilizzo di tutti i mezzi da ricaricare presso tutte le macchinette posizionate in quasi tutte le fermate più grandi. Una volta arrivati nell’area arrivi si può comprare la tessera per i trasporti al costo di 5000 pesos, circa 1.40 euro, utilizzabile anche da più persone purché carica di credito sufficiente che viene scaricato per ogni viaggio, il negozio che le vende si trova nell’area arrivi nazionali vicino Aviatur il costo della corsa verso il centro cittadino è pari a 2.400 pesos.
Se invece si vuole utilizzare un servizio di taxi per arrivare all’hotel consiglio di affidarsi ad un’agenzia di transfer come Taxi Imperial che,dopo aver verificato la posizione del hotel che si vuole raggiungere,ti fa pagare una tariffa fissa a seconda della zona, nel mio caso essendo il mio alloggio nella zona residenziale di Teusaquillo,il costo è stato di 70000 pesos circa 20 euro.Scegliendo questo tipo di transfer non si corrono rischi con tassisti abusivi o tassametri non inseriti spendendo la medesima tariffa che vi chiederebbe un normale tassista cittadino, inoltre la stessa compagnia propone tour in zona.
La zona nella quale ho alloggiato durante la mia visita alla città di Bogotà è stata appunto Teusaquillo, un quartiere residenziale gradevole ma con nulla,o quasi nulla,nei dintorni se non il Museo Nazionale,nei pressi del quale passa la metro su gomma e  dove si trovano più ristoranti per cenare.
Devo ammettere che capire il sistema di bus e metro su gomma di Bogotà non è stato subito molto comprensibile, per fortuna nelle stazioni più grandi c’è  un servizio di biglietteria. Il consiglio più importante è quello di chiedere conferma sulla direzione prima di salire a bordo, la gente è sempre molto disponibile ad aiutare anche se in alcuni casi neppure loro sanno bene dove indirizzarti.Bogotà è una città molto estesa e alloggiando in zone come Chapinero o Teusaquillo è comunque necessario avvalersi dei mezzi per arrivare in centro nella zona di Candelaria quella più antica della città nella quale in molti sconsigliano di soggiornare per via di una certa pericolosità durante le ore notturne, io invece a seguito della mia esperienza e considerato il fatto che sono sicuramente un animale diurno,mi sentirei di dire che la Candelaria è meravigliosa e  se un giorno tornerò a Bogotà sicuramente alloggerò lì prendendo tutte le precauzioni di buon senso come in qualsiasi altra zona della città del mondo.

Se avete utilizzato i mezzi pubblici per girare la città di Bogotà, esperienza assolutamente interessante in tutte le città per entrare a contatto con la realtà locale,vi consiglio di regalare,prima di partire,la vostra targhetta di viaggio a qualcuno che possa averne bisogno e che vi ringrazierà con un “caloroso” sorriso latino.

Come visitare città di Panamà con i mezzi pubblici

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Utilizzare i mezzi pubblici appena atterrati in una qualunque città del mondo,è sicuramente la maniera migliore per risparmiare sul costo del taxi che a volte non è proprio a buon mercato,ma anche la soluzione più giusta per immergersi nello spirito di un paese da subito. Però non sempre optare per i trasporti locali giunti in aeroporto è semplice, in alcuni casi non vi è neppure un servizio di trasporto passeggeri gestito dall’impresa di trasporti locali.
La città di Panama al contrario ha un sistema di trasporto locale molto efficiente e vi è anche un bus che conduce in aeroporto dalla stazione di Albrook,la principale della città,dalla quale peraltro si possono raggiungere molte destinazioni. Ma ci sono alcune cose da sapere prima di imbattersi in un bus da e per l’aeroporto di Panamà.

Appena atterrati a Panamà io non consiglio affatto di utilizzare il bus per raggiungere l’hotel,perché la fermata del bus per la città è distante dall’area arrivi ed il percorso per arrivarci non è segnalato immediatamente, in ultimo per salire su di un qualsiasi bus per la città di Panama è necessaria una tessera sulla quale si deve caricare del denaro che viene di volta in volta scalato appena si sale a bordo. Una carta di viaggio semplice da acquistare e da ricaricare,ma non vendibile in aeroporto così come è indicato sul cartello che,dopo un pezzetto di strada lungo il sentiero che conduce al bus, troverete.
Buona parte degli hotel di Ciutad de Panamà offrono un servizio di transfer dall’aeroporto ad una tariffa diurna di 25 dollari americani, gli stessi taxi autorizzati scendono tranquillamente a questa cifra dopo essere pariti generalmente da 30, addirittura alcuni hotel hanno navette gratuite dall’aeroporto verso gli hotel.
Nel caso voi abbiate la fortuna di avere già la targhetta di viaggio o qualcuno si offre di condividere la sua con voi,ricordate che per arrivare alla fermata,una volta usciti dal terminal,bisogna girare a destra cercando un piccolo locale chiamato Chicken Port, che tra le altre cose propone piatti locali,incluse empanadas,molto gustose. A sinistra dell’ingresso di questo locale parte il sentiero pedonale e qui si trovano i primi cartelli da seguire per arrivare,dopo al massimo 6/7 minuti,alla fermata dei bus. La corsa verso la città di Panamà è di una trentina di minuti che possono molto aumentare quando c’è traffico , il capolinea è la stazione dei bus di Albrook anche se nel mezzo fa altre fermate nei pressi di Avenida del Sur dove sorgono buona parte dei grandi grattacieli panamensi, diciamo che la stazione dei bus è la soluzione migliore dove arrivare perché da questa si raggiunge la linea della metropolitana, facile da usare. Il bus dall’aeroporto arriva e parte dalla seconda piattaforma uscendo dalla stazione dei bus, il costo della targhetta dei trasporti ha un costo di 2 dollari e la corsa in bus costa sempre 0.35 centesimi. Una maniera utile e conveniente di muoversi per raggiungere non solo l’aeroporto,ma buona parte dei punti d’interesse della città.