FUERTEVENTURA: inizio primavera tra yoga e ayurveda

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Le isole Canarie sono diventate fondamentali nella nostra vita, anche se il mio amore per loro non è arrivato al primo colpo, almeno per me, visto che il mio compagno, ha desiderato di trasferircisi lì da subito e magari un giorno, superate tutte le difficoltà del momento diventerà la nostra base, insieme all’India ma questa è una storia a parte.

Fuerteventura è un’isola quasi desertica anzi no proprio brulla, un pezzo di deserto in mezzo all’oceano però cavoli bella, bella da far mancare il fiato e nonostante in primavera non è che ci siano alberi fioriti il cielo è azzurro, il vento spiana la sabbia e i colori del mare sembrano una tavolozza di mille sfumature di blu. Non è quindi un caso che molte scuole di yoga locali organizzano ritiri yogici con programmi del famoso detox, parola che ormai si usa e si abusa ovunque, per identificare un periodo utile a liberarsi di scorie e tossine sia fisiche e mentali. In realtà negli ultimi periodi anche molte di scuole di yoga italiane volano proprio a Fuerteventura nel periodo primaverile per vendere pacchetti di ogni genere ispirati a uno yoga più o meno disintossicante.

Ora è evidente che dietro a questo tipo di iniziative olistiche si sia creato un business ma è vero che certi posti possono davvero essere ideali. Fuerteventura e nello specifico il comune di Corralejo a nord dell’isola,é un centro molto vitale dove la comunità principale è proprio quella italiana e molti italiani, ormai residenti fissi, si dilettano con il surf ed anche lo yoga. Io personalmente ho partecipato ad una settimana di detox presso l’Aloe Club Resort che nella primavera scorsa ha organizzato un soggiorno benessere. Ho potuto fare yoga e mangiare cibo prevalentemente crudo nonostante la scienza ayurvedica a cui mi ispiro nella quotidianità non ammetta diete crudiste ma solo cibo ben cotto nonostante io creda che a volte, soprattutto ai cambi di stagione concedersi qualche giorno di succhi di frutta fresca, verdura cruda e semi, possa essere un vero tocca sano soprattutto se si soffre di malattie autoimmuni come la psoriasi che mi accompagna da quando sono adolescente.

Corralejo è comunque una base perfetta per andare a fare belle passeggiate tra spiaggia e deserto unite a yoga e alimentazione sana e prendersi cura di se stessi

Il luogo più alchemico della città di Montova

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Che sia stata fin dall’infanzia una persona particolare(diciamo così ah ah ah ah) è sempre stato fuori di dubbio, famiglia e vicissitudini personali mia hanno contribuito a mettermi fuori dagli schemi che la società imponeva e forse ancora oggi impone. Da bambina soffrivo per questa mia diversità, avrei dato qualsiasi cosa per vivere una famiglia classica che faceva le classiche cose che fanno tutti, però a pensarci bene forse se non fosse stato per quella mia strampalata famiglia di ferrovieri io oggi non sarei quella che sono e forse non avrei mai potuto amare i viaggi così come li amo ora e come mi aveva insegnato ad amarli mio nonno. Ad ogni modo crescendo ho aggiunto e tolto altre cose alla mia vita fino a quando non è arrivato il mio amore per i viaggi in oriente e gli studi per tutta la filosofia yogica.


Durante la pandemia la mia vita è di colpo cambiata ho sofferto e soffro continuamente per la mancanza dei miei viaggi verso terre lontane ed anche se fortunatamente tra un blocco e l’altro sono riuscita a scoprire anche quei luoghi più vicini a me ma altrettanto belli, mi sono resa conto che quello che voglio adesso non è solo raccontare un’esperienza di viaggio, dare consigli su quale bus, treno, aereo o via da prendere ma voglio provare a far amare anche lo yoga e non solo come pratica delle posizioni, come ormai buona parte degli occidentali sono abituati a pensare riferendosi allo yoga, ma come esperienza di pura connessione con se stessi. Ci sarebbero molte cose da dire a riguardo e ho deciso che d’ora in avanti probabilmente inizierò a raccontare sempre un pezzettino di yoga in viaggio così che magari qualcuno possa iniziare a vivere il viaggio sotto un aspetto diverso.
Iniziando così a raccontare questo infinito viaggio yogico, la mia mente corre ad un posto assolutamente insospettabile che è la città di Mantova, patrimonio Unesco, capolavoro d’arte in ogni suo angolo, uno dei tanti fiori all’occhiello della regione Lombardia.


Mantova offre l’opportunità di trascorrere un paio di giorni immersi nell’arte, ogni angolo nasconde una bellezza architettonica, ma a parte i tanti monumenti ed i musei, la cui visita è assolutamente imperdibile e di cui ogni guida racconta, l’angolo più suggestivo della città di Mantova rimane lungo il fiume Mincio che costeggia la città. Il Fiume Mincio è navigabile grazie alle due compagnie fluviali che propongono giri in questo parco naturale, un’attività assolutamente da non perdere. Ma è proprio dirigendosi sul lungo fiume di Mantova che si possono vivere immensi momenti yogici. Il fiume è costeggiato da una bella pista ciclabile che conduce addirittura a Peschiera del Garda in 45 chilometri. La mattina molto presto, quando ancora la pista non si è riempita di giovani in cerca di ombra e chiacchiere tra amici, le biciclette e i pedoni non sono ancora tanti e gli unici assidui frequentatori sono solo i pochi pescatori immobili e silenziosi desiderosi che un bel luccio abbocchi al loro amo per poi rimetterlo in acqua dopo averlo pesato e ammirato per bene, ecco che il momento yogico è perfetto. Gli alberi intorno alla pista affondano le loro radici a pelo d’acqua e non c’è nulla di più appagante che stringere al petto un pezzettino del loro grande tronco ed abbandonarsi in un caloroso momento di meditazione in cui tutti gli elementi della natura sono al completo in un perfetto equilibrio naturale.

Come viaggiare in tempi di pandemia

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Una delle regole fondamentali dello yoga ed in generale di tutta la filosofia orientale è quella di vivere nel presente, il famoso qui ed ora, un concetto con il quale solo negli ultimi anni ho iniziato a prendere confidenza abituata com’ero ed anzi come sono a vivere solo pensando al mio prossimo viaggio. La pandemia però ha scombussolato il mio ordine mentale, probabilmente l’ha sconvolto a chiunque sia abituato a viaggiare e a scoprire il mondo. Oltre all’impossibilità di muoversi dove, come e quando, si fanno i conti con chi proprio non ti comprende, con quelli che dall’alto del loro inutile sapere ti tacciano di ingratitudine, perché magari non hai vissuto sulla tua pelle il virus, ai quali vorresti rispondere con rabbia e dire:- ehi non esiste solo il virus e di guai con la salute ne ho già avuti abbastanza, ma lasci fluire così come lo fai anche davanti ad un’altra delle frasi più banali: “non sarà mica un grosso problema non viaggiare per un pò” senza pensare che oltre ad essere per te ossigeno come per loro gli abiti costosi, gli aperitivi, le macchine ecc ecc il non viaggiare, la completa staticità del settore turistico sta mandando sull’orlo del fallimento moltissime persone e se proprio non dobbiamo dimenticare quelli che stanno peggio di noi allora guardiamo oltre e pensiamo a quei paesi in cui il turismo rappresenta l’unica fonte di reddito.
Ma nonostante tutto questo stop alla mobilità ed ai viaggi sia profondamente dilaniante la lezione più grande che ricevo è quella di vivere nel qui ed ora e mentre sono seduta a godermi i miei momenti di stasi approfitto del qui e ora per studiare e arricchire il mio sapere di tutto quel bagaglio che potrà aiutarmi non solo nei viaggi ma in ogni istante della mia vita e così che ancora una volta lo yoga mi aiuta e nel momento di chiudere gli occhi e visualizzare una sensazione o un luogo dove fermare la mente non mancano le immagini, gli ashram dell’Asia ed anche dell’Italia, il profumo dei fiori di Bali, la quiete di Koh Chang in Thailandia, il misticismo di Fushimi Inara in Giappone ed anche la polvere del Rajasthan, nella quale mi sentivo avvolta come in una carezza.
Qualcuno dice di non riuscire a vedere neppure una foto di viaggio, qualcun’ altro di non riuscire a pianificare nulla nell’incertezza, io invece non ho mai smesso di farlo, ora forse senza prenotare con un anno d’anticipo tutti i miei voli, bus, o treni perché troppe cancellazioni ho subito ma con lo stesso ardore, pianificando i giorni e il percorso e se poi saranno da cambiare, pazienza, avrò confezionato almeno sulla carta un nuovo itinerario che andrà poi ad aggiungersi a tutti quelli che forse in tutta questa vita terrena non sarò in grado di fare ma che posso sempre sognare di realizzare nella prossima, nella prossima ancora e nell’altra ancora…..

Incontri con Yogi fantastici- il viaggio come dimensione dello spirito

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Viaggiare è senza dubbio una delle attività più belle al mondo che dovrebbe far partire leggeri e rientrare carichi, ma non di oggetti talvolta anche inutili,ma di emozioni e insegnamenti che non andrebbero dimenticati neppure per un istante nella nostra vita quotidiana.

Se faccio un passo indietro con la memoria di Yogi veri,ovvero persone che hanno scelto davvero di vivere in connessione con Dio e la natura, ho avuto il privilegio di conoscerne diversi e tutti mi hanno lasciato la voglia incredibile di andare avanti nel mio percorso e di seguire la strada autentica di uno yoga che nulla ha in comune con le mode sbarcate nel mondo”dei potenti”. La lista di tutte le persone che hanno lasciato un segno profondo nel bene e nel male,in questa mia impetuosa ricerca del Sé è davvero lunga,ne citerò solo alcune con l’intento preciso di comunicare quanto sia necessario iniziare a vivere il viaggio, sia esso a migliaia di chilometri che a pochi passi da casa, come un’occasione unica di liberarsi del superfluo ed a vivere il mondo consapevoli della grande fortuna ricevuta, quella di scoprire che qualsiasi cosa sia a noi scontata può non esserlo per gli altri.

Filippine ormai diversi anni fa,un paese che come pochi mi ha aperto gli occhi ed il cuore, per circa due settimane io ed il mio compagno siamo rimasti su di un’isoletta grande come un campo da calcio praticamente come unici ospiti stranieri di un minuscolo resort(se così si può chiamare) costruito in perfetta armonia con la natura. Il tempo è volato e le uniche cose che abbiamo fatto oltre altre ad un pò di snorkeling in un mare strepitoso, è stato passare con la piccola piccola comunità che abitava l’isola il resto del tempo. La mattina intrattenevo tutti con una lezione yoga a piedi nudi sulla sabbia suscitando lo stupore degli anziani che mi guardavano con curiosità, il pomeriggio si cantava con i più giovani ragazzi pieni di sogni e con la passione per la musica coreana che nelle Filippine è particolarmente apprezzata. Tra me e Swahili, una delle più giovani del gruppo appena diciottenne , è scattato subito un feeling profondo, sognava di conoscere Papa Wojtyla, al tempo ancora in vita, questa giovane donna dagli occhi scuri e grandi è riuscita a insegnarmi molto,a farmi capire cosa sia l’arte del donare, donare senza aspettarsi nulla in cambio se non la gioia di fare un gesto.

E poi c’erano i tramonti da vivere tutti insieme con la piccola comunità dell’isola come fossimo tutta una famiglia, ci si sedeva sul pontile e si guardava il sole che lento e inesorabile si immergeva nelle acque del mare, sperando intanto, che i delfini ci facessero l’onore di passare da quelle parti per un saluto. E poi arrivò anche Natale, una festa celebrata con vero spirito di aggregazione  dove si mangiava il maialino arrosto, una pietanza che si aveva il privilegio di mangiare solo una volta all’anno,un banchetto al quale partecipava anche il più anziano del villaggio,il più amato e rispettato della comunità, Sam che,superati gli ottanta egregiamente,passava tutto il suo tempo dedicandosi alle piante e alla preghiera consumando ogni giorno della sua vita un solo e frugale pasto a base di riso in bianco accompagnato da un bicchiere di acqua, un piatto che mangiava sempre con gusto e profonda gratitudine al quale neppure per la cena di Natale seppe rinunciare,lasciando  ai giovani la gioia di mangiare la carne tanto sognata.

Ecco allora che questi sono gli yogi autentici,quelli che non hanno bisogno dei pantaloni colorati e le magliette attillate per mostrare al mondo il vero senso dello yoga.

YOGA IN VIAGGIO

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Lo yoga è una tematica a me assai cara che con il tema dei viaggi, il motore propulsore di tutta la mia vita, va a stretto contatto diventato oramai un legame indissolubile. Lo yoga a differenza di ciò che molti pensano non è una ginnastica è uno stato mentale, una disciplina nata nella mia amata India nella notte dei tempi, l’unione di corpo e mente finalizzato al raggiungimento di una pace spirituale intensa.
Il mio primo incontro con la spiritualità è avvenuto quando ero una bambina, un sentimento che non saprei spiegare ma che mi spingeva a comunicare sempre più spesso con me stessa,alla ricerca di non so bene che cosa. Dopo almeno una ventina d’anni ho trovato qualche risposta o meglio la spinta a continuare la mia ricerca e durante il mio primo viaggio in Asia ed in particolare in Sri Lanka,ho sentito ancora più forte il richiamo verso lo spirito. Poi in seguito di diverse vicissitudini spiacevoli della mia vita arrivo finalmente allo yoga.
Spiegare cosa sia realmente lo yoga, cosa praticare o quanti stili di yoga esistono non solo sarebbe troppo lungo e non sarei la persona giusta o qualificata per farlo,posso però affermare che lo yoga fa parte della mia quotidianità anche in viaggio.
Molti mi chiedono come io faccia ad avere sempre voglia di fare yoga o meglio come riesco a farlo ogni giorno anche quando non sono a casa. Nella vita di tutti i giorni la mia pratica inizia alle 04:30 con la meditazione, un rito ayurvedico di pulizia del corpo, una pratica di posizioni yoga che variano di giorno in giorno anche alla mia energia che ovviamente non può essere sempre la stessa ogni giorno per poi finire con una doccia e la carica giusta per affrontare la giornata.
Ovviamente non mi sono sempre svegliata così presto,inizialmente provavo una gran fatica ma ho iniziato a puntare la sveglia sempre un pochino prima fino ad arrivare a questa che ora considero il mio orario ideale, quello con l’energia giusta per me. Ognuno però deve trovare il proprio livello di connessione e questo non te l’insegna nessuno,lo capisci e basta.
Riuscire a mantenere queste abitudini in viaggio,su di un’aereo o in qualche camera di ostello, hotel o altro,non è facile anche perché viaggiando spesso in budget,mi imbatto in camere talmente piccole che distendere il mio tappetino pieghevole, accessorio indispensabile in qualsiasi mio bagaglio, è complicato.Nei casi in cui non ho spazio sufficiente rimango sul letto dedicandomi prevalentemente ad esercizi di respirazione e tecniche di meditazione anche molto semplici, perché al contrario di quello che erroneamente si possa pensare lo yoga è composto sia di pratiche dinamiche,chiamate asana che di meditazione da effettuare in totale immobilità, quindi lo spazio ristretto di una camera, il sedile di un aereo o qualsiasi mezzo di trasporto è ideale per la pratica meditativa, anzi l’esercizio diventa ancora più un sfida se dobbiamo concentrarci su di noi nonostante il trambusto che ci circonda.Se invece si è in una stazione o in un aeroporto io non mi sono mai vergognata di fare qualche asana in pubblico anche quando sapevo di attrarre gli sguardi curiosi di gente che spesso mi ha chiesto informazioni a riguardo, questo ovviamente dipende dalla propria indole. Non tutti siamo uguali e per non tutti può andar bene ciò che va bene a noi ma di sicuro quello che posso consigliare è di non abbandonare lo yoga mai e di portarlo in giro con voi sempre,ovunque, non serve dedicarci un’ora intera al giorno possono bastare anche soli dieci minuti quando non si hanno altre possibilità. L’importante è provare, trovare la propria dimensione yogica anche in viaggio, perché quando si trova un prezioso compagno di viaggio come lo yoga non lo si può mai abbandonare.

Thamel il quartiere più famoso di Kathmandu, un punto d’incontro per yogini,backpackers e escursionisti

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Thamel è il quartiere più turistico di Kathmandu uno di quei posti speciali dove si può sostare per pochi giorni o dove, come nel mio caso,ci si abitua a stare in pianta stabile per una decina di giorni. Continua a leggere