Questo articolo non parlerà di un luogo, non darà informazioni di spostamenti, hotel ristoranti o asana di yoga da praticare in viaggio perché oggi sento il desiderio di cambiare registro,il desiderio irrefrenabile di iniziare la scrittura con:
Caro diario o forse dovrei scrivere Caro blog…. poco importa oggi ti racconto di me, ti racconto di Travelale, ti racconto di Ada,una donna come tante che ha fatto dei viaggi la sua passione più grande e lo scopo della sua vita, che ha focalizzato le scelte professionali e non solo,i soldi,a volte anche molto pochi,in un’unica solo cosa:viaggiare,viaggiare e ancora viaggiare. Ma chi legge potrebbe chiedersi come mai queste righe non siano inserite nel mio “chi sono” o nel caso di Travelale,”chi siamo”,perché le mie avventure sono generalmente in compagnia di un altro straordinario viaggiatore che solo con il tempo ha scoperto il potere del viaggio come scopo, la finalità di un’esistenza per la quale ringraziare, ogni giorno, ogni istante l’immenso Dio che ci concede di poterlo raccontare anche in un periodo di buio, necessario per riscoprirsi persone e viaggiatori responsabili.
Si è proprio la responsibilità a spingermi a rimanere seduta, con il sole che bussa forte alla finestra,quel sole di primavera che farebbe venir voglia a chiunque di scappare fuori in mezzo alla natura ma che impone una reclusione forzata e obbligata per aiutare se stessi, per aiutare gli altri,in un momento come questo, un momento dal nome stridente, dal nome che fa paura a chiunque,dal nome ripetuto e stra ripetuto e non ogni giorno ma ogni secondo sia del giorno che della notte: COVID-19.
“Coronavirus” ecco il nome di questa piaga mondiale che nasce in Cina e della quale si parla appena mettiamo piede in Italia al ritorno da un’avventura pazzesca tra Corea e Giappone,paesi dei quali si apprenderà appena due giorni dopo dal nostro rientro che l’epidemia sta ormai prendendo piede. Un brivido percorre le nostre schiene al pensiero di aver contratto anche noi il virus e un pensiero va a loro,coreani e giapponesi che ormai sono entrati nel nostro cuore non fosse altro per la grande fortuna di aver potuto incontrare un popolo,tanto lontano quanto vicino,perché quando si viaggia si deve capire che non esistono colori o forme differenti esistono solo fratelli vicini e lontani.
Ma non deve passare troppo tempo e anche lo stivale è in piena emergenza, “emergenza Coronavirus” televisioni, social, radio non si parla di altro e dopo un primo periodo d’incertezza il baratro:niente yoga in Ashram, niente passeggiate al parco, niente incontri con gli amici e niente viaggi ne in Italia ne altrove,il virus sta dilagando talmente tanto che l’isolamento è l’unica soluzione possibile per tentare di arginare un problema grosso,gigantesco che fa sprofondare nello sconforto una popolazione che ormai non è più abituata a rimanere in casa.
L’ottimismo iniziale si fa sempre più fragile,il nostro viaggio alla scoperta della Macedonia del Nord salta, le compagnie aeree non volano e per me è lo sconforto mi sento violata nella libertà, mi sento privata di un bene per me primario il VIAGGIO! Vorrei gridare al mondo intero che io devo viaggiare, che devo raccontare il mondo,ma poi mi calmo, mi siedo sul tappetino yoga e piano piano mi tranquillizzo e comprendo che il viaggio è anche questo, che l’opportunità di rimanere immersi nel sé è unica, che se voglio viaggiare sempre più consapevolmente devo anche rimanere ferma, immobile,assorta nel mio io più profondo,devo approfittare di questo momento per migliorare me stessa come persona e come viaggiatrice, devo onorare in questo momento anche quelle meravigliose persone che ho conosciuto durante i miei viaggi e che mi hanno insegnato l’arte dello star bene con se stessi e con il mondo intero,avendo nulla o quasi nulla.
In questi giorni di apprensione per l’Italia e per l’umanità intera mi viene data l’opportunità di studiare e di organizzare nuovi viaggi con una data ancora da destinare ma che saranno il frutto non solo di uno studio approfondito ma anche di una crescita spirituale che viene fuori sempre dal buio più pesto.
Grazie blog per avermi ascoltata.
Diario di viaggio di una travel blogger in tempi di COVID-19
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