Gironzolando tra le vie meno battute dell’isola di Cuba decido di concedermi qualche giorno di relax a Varadero famosa località balneare cubana.E mentre mi chiedevo se Cuba mi piacesse o meno, seduta al tavolo del bar del mio hotel,sento la voce piuttosto chiassosa e allegra di un gruppo di arzilli vecchietti che parlano italiano.
La curiosità ha il sopravvento su di me, immagino subito che si tratti di italiani emigrati all’estero e non posso perdere l’occasione di conoscerli, fargli mille domande sul come e sul dove,insomma la mia sete di conoscenza, il mio desiderio di aprire testa e cuore a chi ha percorso un pezzo di storia della nostra nazione diventa inarrestabile. Senza troppi indugi mi avvicino ad uno dei signori del gruppo mentre prende da bere al bar e con poche battute entriamo in sintonia come se ci conoscessimo da tempo, mi invita al tavolo insieme agli altri che accolgono non solo me,ma anche il mio compagno con un calore inaspettato.Comincio a riempirgli di domande e loro sembrano essere davvero felici di raccontarmi tutto.Si tratta di pensionati dai 70 agli 80 anni portati in maniera davvero esemplare,buona parte di loro sono coppie sposate da più di 30 anni.altri vedovi e alcuni invece ancora su piazza, alla ricerca di un nuovo batticuore.dopo una serie di relazioni andate male,insomma tutti ancora pieni di vita con un comune denominatore,ovvero quello di essersi trasferiti nella città di Toronto quando erano adolescenti o poco più che ventenni. Partiti con i loro genitori o alcuni addirittura da soli,questi signori hanno affrontato giorni e giorni di navigazione in mare -a quei tempi non c’erano aerei- mi dice una signora che a Toronto ha iniziato a fare l’unica cosa che aveva imparato da sua nonna fin da piccolissima, cucire abiti, è così che riesce ad entrare in una fabbrica di indumenti per bambini, dove incontra e s’innamora del suo attuale marito, un sarto della provincia di Pescara, anch’esso arrivato a Toronto con sua madre e suo padre in cerca di fortuna. Gli chiedo come mai proprio in Canada ed una di loro mi racconta che a quei tempi, quindi una cinquantina di anni fa,se si aveva un parente che viveva in Canada si poteva sfruttare una “lettera d’invito”per trasferirsi in cerca di futuro, lasciando un’Italia che nulla aveva da offrire. Attualmente nella sola città di Toronto vivono ben 700000 italiani e buona parte di essi si conoscono, molti vivono nella stessa zona e fanno la spesa negli stessi posti,dove si trova tutto il made in Italy, come mi dice uno di loro- a Toronto si trovano prodotti italiani dai freschi ai conservati 13 mesi l’anno-. I canadesi amano l’Italia, ci sono tra i più prestigiosi negozi italiani e ristoranti stellati della nostra cucina. Ma la cosa sorprendente è che tra di loro questo gruppo di “italiani all’estero” parlano italiano e ogni giorno per tutto il giorno guardano canali della nostra televisione e allora cosa ne pensano di noi?Tornerebbero mai in Italia?Meglio Italia o Canada?
-L’Italia ci ha dato i natali ma il Canada ci ha dato vita è il nostro amore-qualcuno torna anche ogni anno a godersi qualche mese di vacanza in una casa lasciata da qualche eredità ma molti di loro vivono l’Italia solo attraverso la televisione e non ne sono molto entusiasti. Rimangono basiti dal fenomeno della migrazione incontrollata, della sanità che fa vittime tra i corridoi di un pronto soccorso e ancora più sbigottiti quando mi citano i tanti e ripetuti episodi di violenza consumati nelle case di riposo ai quali non seguono pene esemplari. Allora gli chiedo come fosse in Canada e mi raccontano meraviglie, di uno stato che ama i suoi anziani e di una sanità impeccabile. Hanno dovuto lavorare sodo per tutta una vita e ora con la loro pensione,in media di 2500 dollari canadesi al mese,possono permettersi di fuggire per ben 3 mesi dal freddo pungente del Canada e rifugiarsi a Cuba dove trovare un bel clima caldo e secco.Certo la loro vita è stata piena di sacrifici,hanno cresciuto i loro figli con il sudore,ora molti di questi loro figlioli sono insegnanti, poliziotti,ricoprono anche cariche istituzionali,hanno potuto studiare,lavorando già da 14 anni per aiutare gli sforzi dei genitori,come consuetudine in Canada.Questi vispi pensionati la domenica si riuniscono con i loro figli e i nipotini intorno ad un buon piatto di cannelloni o lasagne alla bolognese, perché il Canada è straordinario ma loro non mangiano hamburger e patatine e sono fedeli ai sapori della loro infanzia.Tra le domande cruciali alla quali mi danno una risposta è quella riguardante i molti italiani,che in questo periodo,a seguito di questa duratura crisi economica,stanno così massicciamente lasciando l’Italia in cerca di lavoro.-Si molti italiani arrivano ancora oggi in Canada, ma il loro problema è che non vogliono fare lavori umili ma solo quello per il quale hanno studiato-.
E i loro figli?Nati tutti in Canada parlano Italiano?Alcuni si parlano o comprendono italiano,altri invece proprio non vogliono saperne di impararlo, alcuni hanno sfruttato la loro conoscenza della lingua italiana per trovare lavoro in aziende o imprese gestite da italiani.
Per concludere dico che forse non avrò fatto gli incontri speciali che mi aspettavo in Cuba ma ho conosciuto loro,che mi hanno regalato un’emozione unica, quella di sentirmi davvero orgogliosa di essere italiana, orgogliosa di quell’Italia bella che gira il mondo fatta di tradizioni,sapienza lavorativa, l’unica che vada ancora la pena di ricordare. Grazie…..